Appello contro la candidatura di Farouk Hosny alla direzione dell'UNESCO

Senza l’intervento attivo delle istituzioni e del mondo della cultura, la direzione dell’UNESCO potrebbe essere prossimamente assegnata a Farouk Hosny, attuale Ministro della Cultura egiziano, che, nel corso della sua carriera, si è qualificato per le sue spudorate campagne antisemite e contro lo Stato d’Israele, che è per altro in pace con l’Egitto da 30 anni a questa parte.

L’Italia fa parte dei 58 Paesi del Consiglio Esecutivo che a settembre dovrà scegliere, tra gli aspiranti alla Direzione, il candidato che ad ottobre sarà sottoposto al voto di ratifica della Conferenza Generale dei 193 stati membri dell’UNESCO.

"Noi parlamentari della Repubblica Italiana ci rivolgiamo ai 58 Paesi che siedono nel Consiglio Esecutivo dell’UNESCO per evitare che le istituzioni delle Nazioni Unite subiscano l’ennesimo oltraggio.

Il prestigioso incarico della Direzione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza, la Cultura e la Comunicazione (UNESCO) potrebbe essere affidato a Farouk Hosny, attuale Ministro della Cultura egiziano.

Strenuo oppositore di ogni normalizzazione dei rapporti tra Egitto e Israele, nella sua attività di Ministro della Cultura ha sostenuto ogni forma di boicottaggio della cultura israeliana, invitando, nel 2008, a "bruciare i libri israeliani" nel tentativo di espellere gli autori ebrei dalle biblioteche egiziane e imponendo il bando a film israeliani premiati a Cannes. Hosny, che dovrebbe promuovere dall’alto della sua carica le istituzioni e gli scambi culturali, si è opposto all’apertura, nel novembre 2007, di un Museo di antichità ebraiche in Egitto.

Le sue posizioni negazioniste della Shoah ne hanno fatto il paladino di Roger Garaudy, che Hosny ha invitato in Egitto e fatto conoscere nel mondo arabo, dopo che questi era stato condannato in Francia per la sua propaganda negazionista. Hosny ha inoltre promosso la vendita nelle librerie egiziane de "I protocolli dei Savi di Sion", uno dei più letali veicoli di propaganda antisemita nella storia dei gli ultimi due secoli e ha dichiarato che gli ebrei non hanno mai fatto altro che appropriarsi delle idee di tutto il mondo.

E' impensabile che l’UNESCO possa essere guidata da un personaggio che ha fatto della cultura dell'odio nei confronti di Israele la propria bandiera politica.

Vogliamo qui denunciare che purtroppo non si tratta di un caso isolato: non mancano personaggi complici o partecipi della politica di incitamento all'odio nei confronti di Israele che occupano importanti ruoli all'interno delle istituzioni internazionali. Un altro caso notevole è l’attuale presidente dell'Assemblea Generale dell'Onu, Miguel d'Escoto Brockmann, che dall'alto del suo incarico istituzionale ha accusato Israele di genocidio e abbracciato il presidente iraniano Ahmadinejad, dopo che questi, in un suo discorso pronunciato all'Assemblea Generale lo scorso settembre, aveva di nuovo minacciato Israele di morte.

Il rischio è che non solo le Nazioni Unite ospitino manifestazioni di propaganda antisemita – come purtroppo molto spesso è avvenuto – ma che la stessa attività degli organi dell’Onu risponda ad una strategia che mira all’isolamento e alla delegittimazione di Israele e al discredito e al vilipendio della cultura ebraica.

Considerato inoltre il ruolo positivo dell'Egitto nella promozione di un atteggiamento di pace da parte del mondo arabo e l’irrinunciabile posizione di mediazione nel processo di pace tra Israeliani e Palestinesi, ci sembrerebbe particolarmente preoccupante se proprio un personaggio come Farouk Hosny dovesse annebbiarne l'immagine sulla scena internazionale.

Auspichiamo che l’Italia e gli altri 57 Stati che siedono nel Consiglio Esecutivo dell’UNESCO si adoperino per evitare che la cultura mondiale subisca questo affronto".

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