Sicilia, Pagano (Pdl): Lombardo responsabile declino Regione

 

 

“Nonostante la sigla dell’accordo tra Eni e Regione siciliana, ci vediamo costretti a denunciare, ancora una volta, le inadempienze del governo Lombardo in tema di piano di sviluppo complessivo del nostro territorio.”


Ad affermarlo è l’On. Alessandro Pagano, componente della Commissione finanze della Camera.  

“Come giustamente osservato dal ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, gli impegni sottoscritti da Eni per il risanamento del territorio isolano sono ancora del tutto insufficienti. Inoltre, benché la Regione si sia impegnata a rinnovare ad Eni la concessione per la ricerca degli idrocarburi per altri 20 anni,” prosegue l’esponente del Pdl “gli investimenti ambientali assicurati dalla società, come ribadito dallo stesso ministro, sono di modesta entità.”  

“Stiamo assistendo, purtroppo,” aggiunge Pagano “ad una ennesima prova, da parte di questo governo regionale, di accentramento di potere e del più pericoloso e deleterio clientelismo che contribuirà ulteriormente a peggiorare il declino economico subito da Gela nell’ultimo decennio proprio a causa del ridimensionamento del petrolchimico Eni. Se a ciò si aggiunge che l’accordo è stato reso pubblico molti mesi fa e che viene nuovamente riproposto per meri scopi propagandistici, allo scopo di nascondere le inadempienze di Lombardo grazie alla complicità del presidente della Provincia di Caltanissetta, l’On. Pino Federico, che millanta di essere un grande statista, si comprende bene tutta la debolezza dell’intera operazione.”  

“Come se non bastasse, oltre a questo ‘accordo-farsa’, buono solo ad illudere i cittadini siciliani che ingenuamente confidano ancora nel loro governatore, Lombardo continua ad avere un atteggiamento ambiguo nei confronti della compagnia Erg, che da ben due anni attende delle risposte da parte della giunta regionale per investire oltre un miliardo per il rilancio dell’intera area industriale siracusana.”  

“Il modo di condurre gli accordi da parte di Lombardo” conclude “non farà che allontanare le imprese disposte ad investire nel nostro territorio, causando così il declino e l’impoverimento della Sicilia. Prima che sia troppo tardi, occorre una rapida e decisa inversione di rotta di questa cattiva gestione del potere.”