Audizione in Commissione Finanze dell'Avv Agostino D'Antuoni e osservazioni dell'On. Alessandro Pagano in Commissione Finanza della Camera dei deputati in materia di:Indagine conoscitiva sul credito al consumo

Audizione Avv. Agostino D'Antuoni

Audizione VI Commissione Finanze della Camera dei Deputati
Signor Presidente. signori Deputati. Vi ringrazio per l’invito a testimoniare e a portare il mio contributo ai lavori dì questa Commissione.
Come ben sapete il tema del credito al consumo è di stretta attualità e molto ampio perchè questa accezione vengono indicate diverse forme di concessione di credito.

Per credito al consumo (art. 121 TUB) si intende la concessione nell’esercizio di un’attività commerciale o professionale di credito sotto forma di dilazione di pagamento o di finanziamento o dì altra analoga facilitazione finanziaria a favore di un consumatore ovvero una persona fisica che agisce per scopi estranei all’attività imprenditoriale o professionale eventualmente svolta. Il consumatore si obbliga A) nel caso di dilazione di pagamento, a corrispondere le somme al venditore di beni o servizi alle date convenute b) nel caso di concessione di un prestito a restituire l’importo concesso (capitale erogato) e a pagare gli interessi calcolati sulla base di un parametro finanziario (tasso di interesse). La dilazione di pagamento è concessa da soggetti autorizzati alla vendita dì beni o servizi mentre il finanziamento è concesso dalle banche e dagli intermediari finanziari. Nel IUB sono contemplate ipotesi relative al costo totale del credito (art. 122) ed al tasso annuo effettivo globale TAEG espresso in percentuale annua del credito che comprende tutti gli interessi e gli oneri. Esiste una normativa comunitaria (direttiva 2008/48/CE) che prevede una uniforme normativa per gli Stati Membri in corso di recepimento dalla maggior parte degli stessi.
Affronterò in questa mina esposizione un’analisi di ciò che è accaduto negli ultimi anni fino ad oggi per suggerire un cammino che potrebbe essere opportuno.

Prestiti finalizzati all’acquisto delle unità immobiliari.

Affido l’introduzione alle parole del Presidente Gorge W. Bush pronunciate al Congresso il 18 giugno 2002 "diventare proprietari della casa è un modo di realizza il sogno americano. Voglio estendere il sogno a tutti. La gente spesso vorrebbe comprare ma non ha soldi e a questo c’è rimedio. Faremo si che venga semplificata la documentazione richiesta. Abbiamo bisogno per gli acquirenti a basso reddito. Fanniemac e Freddiemac faranno la loro parte. "Sappiamo tutti com’e andata a finire anche in Italia. Sono stati concessi prestiti per l’acquisto di unità immobiliari a chiunque, anche a cittadini extracomunitari senza reddito appena arrivati nel nostro Paese. Le percentuali d’intervento sono arrivate al 140% del prezzo di acquisto dell’ immobile.
Mediante il prestito immobiliare le persone comprano casa, pagavano le provvigioni all’agente immobiliare, gli onorari e le imposte al notaio, i compensi di mediazione creditizia, sostenevano le spese di trasloco e di arredamento e qualche volta saldavano anche i prestiti personali che avevano in essere. Spesso avanzava anche del denaro sul conto per le spese correnti. Venivano prelevate quantità di denaro contante allo sportello bancario il giorno della stipula dell’atto notarile cambiando assegni circolari tratti dal mutuo per accontentare i professionisti coinvolti nell’affare. Periti, agenti immobiliari, agenti di mediazione creditizia, notai. Come si poteva costruire tutto questo? Falsificazione sistematica delle dichiarazioni dei redditi, perizie che sovrastimavano i valori degli immobili (spesso redatte per convenzione bancaria dagli stessi agenti immobiliari) direttori di banca compiacenti stimolati dai loro direttori commerciali che chiedevano pratiche in quantità.
Si è violata ogni regola più elementare di equilibrio economico. Siamo arrivati a concedere prestiti al 53% del reddito disponibile nel rapporto rata/reddito. Quando poi il reddito era contraffatto i rapporto arrivava anche al 100%. Guadagno 1.000 euro, posso avere una rata di 530 euro al mese. Addirittura superiore se ho falsificato la dichiarazione dei redditi.
I mutui sono stati concessi principalmente nella forma del prestito indicizzato al costo del denaro o suoi derivati (ad es. Euribor) Il rapporto rata/reddito era poco sostenibile anche con i mutui indicizzati ad un costo del denaro all’ 1.5i%. Quando il costo del denaro è salito di quattro punti percentuali il meccanismo si è rotto.
Cosa sta accadendo ora? Alcune banche italiane hanno costituito società immobiliari che stanno rivendendo gli immobili finanziati, riacquistati in asta pubblica, con propri mutui concessi ben oltre i valori del mercato. Verranno privati della casa gli stessi mutuatari a cui qualcuno ha venduto denaro senza regole. Tutto questo sta accadendo senza che vi siano responsabilità da accertarsi e tutele per chi sta perdendo la casa. Anzi è cominciata la corsa agli affari immobiliari prima che qualcuno si accorga che qualcosa non ha funzionato.
Chi controlla i banchieri che hanno premuto sulle reti vendita perché vendesse mutui i a qualsiasi costo e a chiunque? E lecito chiedersi se sia legittima la partecipazione al capitale sociale degli istituti di credito per le stesse società di mediazione creditizia e di mediazione immobiliare.

Per questo la valutazione del merito creditizio è stata affidata allo stesso soggetto che intermediava i finanziamenti e le vendite immobiliari. La Banca d’Italia perché omette di controllare come sono stati concessi i mutui in sofferenza presso gli uffici legali delle banche? Perchè in quei fascicoli troveremmo nell’ordine: perizie false, dichiarazioni dei redditi contraffatte, atti notarili con dichiarati negli atti di vendita ben inferiori ai mutui di scopo concessi con tanto di assegni circolari consegnati davanti al notaio, assegni che coprivano ben oltre il prezzo dell’immobile. In palese contrasto con il T.U.B. (che consente dì finanziare fino all’80% del valore dell’immobile) e con le normative antiriciclaggio. Perché le procure della Repubblica non vengono attivate per indagare su quello che tutti sanno? Le prove sono meramente documentali in ogni fascicolo di banca..
E’ legittimo chiedersi se sia lecito che le banche stiano ricollocando sul mercato gli stessi beni magari affidandone la vendita alle stesse società di mediazione che partecipano al proprio capitale e che hanno venduto i mutui che ora sono in sofferenza. Dall’ esame dei bilanci dei principali istituti di credito che hanno concesso quei mutui ancora non emergono i numeri di tutte le sofferenze. Perché questo esporrebbe gli stessi a possibili controlli, forse, visto che il controllato possiede tutte le quote azionarie del controllore e che il vero guadagno segue la concessione del prestito.
La finanza creativa ha illuminato ed inquinato il mondo con le cartolarizzazioni di questi prestiti. Cartolarizzazioni che stanno ripartendo in questi mesi. Nel mese di agosto ad esempio Mps ne ha emessi per 4.1 miliardi di euro. Nell’ultimo anno e fino ad oggi le banche italiane hanno cartolarizzato poco meno di 100 miliardi di euro. Novantasette miliardi e 36 milioni per la precisione. Solo il gruppo Unicredit 27 miliardi ed Intesa San Paolo 24, 5 miliardi. Seguono tutti gli altri istituti italiani. Nessuno escluso.
Consentire la cartolarizzazione di un debito viziato nelle regole della concessione vuol dire infettare il mercato di titoli inconsistenti, cosa più grave nella consapevolezza dell’operato. Perché le valutazioni del rischio su questi prestiti sono e vengono viziate quanto le perizie degli immobili e le dichiarazioni dei redditi dei mutuatari contraffatti che ne sono alla base. Nella fase precedente il fallimento Lehman Brothers i titoli emessi venivano venduti ad investitori istituzionali che li rimpacchettavano e lì rivendevano in altre forme all’infinito, adesso è la banca stessa che li riacquista per darli in garanzia alla BCE a fronte di nuova liquidità. Nell’emissione del 12 agosto la sopra citata Mps ha emesso titoli di mutui residenziali s che sono stati riacquistati da una società partecipata dalla banca stessa. Questi titoli saranno venduti a qualche investitore i e istituzionale che li rivenderà a sua volta al mercato. Tutto questo per creare più volte liquidità non supportata da depositi reali.

Prestiti finalizzati e carte revolving.

Riporto fedelmente le parole del direttore del Servizio Studi di struttura economica e finanziaria della banca d’Italia dottor Giorgio Gobbi chiamato in audizione l’11 Marzo del corrente anno dalla Commissione Prezzi del Senato della quale sono consulente per nomina autorizzata dalla Presidenza del Senato. " Dobbiamo sempre tener presente che le banche sono imprese e che quindi non hanno l’obbiettivo di segnalare qual è il prodotto meno conveniente per loro e più conveniente per il cliente. Credo che non riusciremo mai ha mettere a punto una normativa che si spinga a tanto". Queste parole nella loro semplicità mi hanno colpito perché portatrici della sincera verità da parte di chi dovrebbe vigilare sullo svolgimento del rapporto credito bancario – cliente e si trova nell’imbarazzo quotidiano del conflitto di interessi portato dalla composizione del proprio capitale azionario.
Le carte revolving mettono a disposizione dell’utente una vera e propria riserva di denaro sulla quale contare per effettuare acquisti o prelievi di contante. Il cliente si impegna a restituire gli importi utilizzati e gli interessi matura rispettando l’importo della rata minima mensile stabilita in contralto. Ad ogni utilizzo la disponibilità della carta diminuisce allo stesso tempo mal mano che il titolare rimborsa le spese con rate mensili la disponibilità sulla carta si ripristina. Gli interessi delle carte revolving dovrebbero essere calcolate in base ai parametri tan (tasso annuo nominale) e taeg (tasso effettivo globale, tenendo conto di tutte le spese). - In altre parole questa carta offre la possibilità di spendere del denaro indipendentemente dai fondi disponibili sul conto corrente e di pagare ratealmente il proprio debito.
Nel 2008 l’utilizzo delle revolving è aumentato dell’ 11%rispetto al 2006. Nel 2009 si stima un aumento dei 25% sul 2008. Stando alle rilevazioni dell’Abi le carte di credito di questo tipo circolanti in Italia aumenterebbero a 4.3 milioni.
L’autorità garante della concorrenza e dei mercato ha avviato un istruttoria nei confronti di Mastercard e di otto banche e società finanziarie per possibili interessi restrittivi della concorrenza e poca chiarezza espositiva dei propri prodotti nel settore delle carte di pagamento. Le società sono Mastercard, Banca Monte Paschi dì Siena, Banca Nazionale del Lavoro. Banca Sella holding, e Barclays, Deutsche Bank,, Intesa San Paolo, Unicredit. Risulterebbero oltremodo responsabili per aver trasferito costi elevati sugli esercenti e sui consumatori.
Secondo dati del Ministero dell’Economia nel 2008 il valore delle operazioni di credilo al consumo è cresciuto in Italia del 1,4 % rispetto all’ anno precedente toccando i 60 miliardi di euro. Nel primo semestre 2009 rileva una forte contrazione del credito al consumo per i acquisti a rate di circa il 20%. Si stima una riduzione di acquisti dì beni durevoli, legata alla contrazione sui consumi per 20 miliardi di curo ( 2.5 %).
La crisi è diventata meno lontana, la si può toccare con il calo delle vendite, dei consumi, della produzione e con la perdita di occupazione. Aumentano i prestiti personali per affrontare la quotidianità mediante cessione del quinto e carte revolving.
Le previsioni per tutto il 2009 indicano una riduzione di quattro miliardi di euro per prestiti finalizzati ed un aumento di circa un miliardo di euro per carte revolving e cessione del quinto delle stipendio. I tassi di interesse di questi ultimi prestiti partono dal 16% ( a cui vanno aggiunti i costi di istruttoria pratica e mediazione che oscillano al 10/20 % del prestito richiesto) a fronte di un costo del denaro attorno all’l %. Si stima che tra rimborso di capitali, interessi, mascherate commissioni di istruttoria e mediazione tali prestiti arrivano al 30% del capitale preso a prestito.
L’Autorità Garante della concorrenza del mercato è chiamata frequentemente ad agire per procedimenti istruttori nei confronti di operatori del settore del credito al consumo anche in riferimento ai messaggi pubblicitari diffusi a mezzo stampa per la non veridicità degli stessi o la difficoltà di individuare le condizioni di erogazione dei finanziamenti e l’incidenza delle voci che contribuiscono alla determinazione dei costi complessivi.
I costi che escono dalla porta con minori tassi di interesse stanno rientrando dalla finestra con più alte commissioni.
E’ di questi giorni la notizia che i vertici dell’American Express Italia sono indagati dalla Procura della Repubblica di Trani con l’accusa di truffa e usura aggravata in relazione ai tassi d’interesse applicati alle carte di credito del tipo revolving. In una denuncia si è rilevato che a fronte di un prestito di 2600 euro e di un mancato addebito di una rata di 200 euro American Express aveva chiesto dopo due mesi 686,4 euro. Era stato applicato un tasso di interesse del 54,21% notevolmente superiore alla soglia di usura del 25,3%. Esaminando altre casistiche sono emersi tassi annui effettivi pari al 46,32%, al 251% al 108,99%.

A mettere in allerta circa i rischi di insolvenza relativi alle carte di credilo e un rapporto di luglio del Fondo monetario Internazionale il quale prevede che in Europa verrà bruciato il 7% di circa 1730 miliardi di Euro del credito al consumo. Recessione e aumento della disoccupazione sicuramente rendono più difficile il regolare pagamento delle rate di mutuo e delle carte.
Il mancato corretto censimento delle erogazioni di questi prestiti personali non consente una corretta considerazione dell’ indebitamento privato complessivo che andrebbe ben oltre il 50% del reddito disponibile tanto sottolineato come vanto del sistema Italia.
I debiti finanziari delle famiglie stanno aumentando nei canali parabancari. Sono numerose le segnalazioni di sostanziale diniego di erogazioni di mutui e prestiti per famiglie ed imprese che stanno mettendo queste realtà nelle mani di finanziarie ed usurai. La cessione del quinto dello stipendio è una particolare tipologia di prestito personale da estinguersi con cessione di quote dello stipendio o salario fino al quinto dell’ammontare dell’emolumento valutato al netto delle ritenute. La durata massima consentita è di 120 mesi e la minima non è inferiore a i 36 mesi. Possono usufruire del finanziamento con cessione del quinto dello stipendio i dipendenti pubblici statali, dipendenti di aziende private che abbiano un contratto a tempo indeterminato ed i pensionati.
Il massimo importo che sì può richiedere dì finanziare con la formula della cessione viene calcolato in base alla liquidità maturata (TFR) lo stipendio netto o l’entità della pensione.
Perché questa formula di finanziamento è in continua crescita perché non c’è nessun rischio di insolvenza. Sia in caso di perdita del lavoro e o licenziamento e di decesso del debitore interviene una polizza assicurativa obbligatoria che copre il rischio dì insolvenza. Tali polizze costosissime gravano integralmente sul debitore – consumatore finale. Oggi è possibile ottenerlo anche da parte dei pensionati e la scadenza non può eccedere il 90% annuo. La particolarità è che il rimborso avviene con trattenuta della rata direttamente un busta paga o dalla pensione. Questa formula di finanziamento ha fatto registrare un aumento del 27 % rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Negli ultimi tre anni tale strumento di finanziamento è cresciuto nelle richieste esponenzialmente molti istituti lo praticano direttamente o con reti appositamente create Santande con Unifim credit Agricole con Agos, Intesa San Paolo con Neos, Unicredit con Fineco.

La rete distributiva di tali prodotti è organizzata dalle migliaia di mediatori creditizi che li utilizzano per concessione di banche e finanziare e che aumentano il costo di tale forme di prestito con le proprie competenze. Rimane nella soglia dell’usura il rimborso del solo prestito a cui però devono aggiungersi polizze obbligatorie e percentuali di mediazione creditizia. Complessivamente è stimato che tali prestiti arrivino a costare il 50% della somma richiesta. La ragione del successo di tali prestiti possiamo leggerla nelle stesse pubblicità delle banche e delle finanziarie meno protestate, falliti pensionati tutti finanziabili con la cessione del quinto. Questa crisi ha lasciato il segno su molte persone per i ritardi nelle scadenze dei pagamenti. Ecco trovato lo strumento per consentire che il denaro possa essere dato a costoro a qualsiasi costo fuori da ogni controllo. Attraverso le finanziarie (poco controllate dalle Autorità preposte) le banche stanno facendo quanto sarebbe loro precluso in quanto istituiti di credito. Quando non sono le finanziarie stesse ad essere strumento di riciclo di denaro della criminalità organizzata come evidenziato anche in recenti attività di indagine della magistratura .Le mafie del nostro paese stanno mettendo sul mercato quelle liquidità che i canali istituzionali stanno negando a famiglie e ad imprese.

Frodi creditizie.

La frode creditizia non é volta solo ad ottenere un credito o un bene con l’i intento di non rimborsare il finanziamento o quanto acquistato ma anche alla sottrazione e alla donazione della carie di credito. Possono avvenire anche furti d’identità con l’utilizzo dei dati personali . Nel 2007 sono stati rilevati dall’Osservatorio Crif 22.500 frodi per un valore di 112 milioni di euro. Nel 2008 sono state accertate 25.000 frodi per 140 milioni di euro. La Proposta di Legge approvata il 16 settembre 2009 (DDL 414 e 507) è un primo passo per affrontare il tema — delle frodi. In tale proposta andrebbe ampliata la potenzialità dell’utilizzo delle banche dati di riferimento per le analisi dei soggetti richiedenti il finanziamento. Gli archivi a cui il disegno di legge sì riferisce sono spesso lacunosi e privi del requisito di notizia proprio ad esempio delle banche dati delle Camere di Commercio o dell’Agenzia delle Entrate.
L’andamento tendenziale della economia italiana per i prossimi anni lascia prevedere una prospettiva dì crisi occupazionale gravissima per il prossimo anno ed una bassa crescita per i prossimi cinque anni. Le previsioni macroeconomiche dì quasi tutti gli istituti di ricerca più attendibili prevedono il valore reale del Pil tornare ai livelli del 2007 solo nel 2014 così come il tasso di occupazione. Secondo il centro studi di Confindustria stiamo attraversando la più lunga recessione del dopoguerra.

In questo scenario previsto per i prossimi anni è importante prevedere, accompagnare l’accesso al credito di privati ed aziende di qualunque dimensione. Lo ha ricordato nei giorni scorsi il Ministro Tremonti: " Il compito specifico delle banche è ancora più difficile in fase di crisi che durante la normalità. Se continuano a fare soldi con la finanza stanno solo preparando la prossima crisi".
Mai come in questo periodo abbiamo capito che il rapporto cliente-banche non è affare privato. Mai come oggi non possiamo che riconoscere l’importanza sulla vigilanza dei prodotti finanziari concessi e sulla correttezza dei dati alla base di tali prestiti di denaro.
Immettere nel sistema bancario dati fasulli per concedere prestiti è riconosciuto ormai questione di ordine pubblico. Certo non attinente solo alla sfera dei rapporti personali tra banche e clienti .
Tutto questo ancora non è chiaro al sistema bancario italiano che considera violazioni, intromissioni nel privato le necessarie attività di controllo governativo.
Quando sta accedendo non è meno grave delle conseguenze economiche di una pandemia o di una guerra.
Passate le esondazioni spesso si rafforzano e si ridefiniscono gli argini dei fiumi. Come dei bambini sulla sabbia in riva al mare continuiamo ad occuparci dell’acqua sul castello senza immaginare un arretramento od una fortificazione di ciò che abbiamo costruito.
Si rincorre la crisi ma non la si ferma alla radice e non sì puniscono i colpevoli perché questo non possa più accadere. Perché questo significherebbe ammettere che qualcuno ha sbagliato, che le istituzioni che dovevano controllare sono superate o inadeguate o hanno omesso con dolo i dovuti controlli.
Esiste chi ha sbagliato anche nel nostro Paese perché si è operato fuori dalle regole esistenti Il Fatto che nessuno stia pagando nel mondo intero per ciò che ha innescato la crisi finanziaria risulta un’esistente per i colpevoli e terreno fertile perché tutto possa accadere nuovamente in tempi brevi sull’onda del vecchio adagio che tutti colpevoli fanno nessun colpevole.
Non è vero che il mercato tende all’equilibrio da solo. Per lo meno non sempre.
E non senza regole che ne accompagnino ogni evoluzione.

"La scelta del banchiere è di decidere chi finanziare, le banche devono compiere scelte imprenditoriali " nelle affermazioni ancora citate del dottor Gobbi è contenuto il disegno perseguito dalle banche che mai come oggi deve vedere lo Stato intervenire.
Così come non doveva essere lasciato libero di elargire prestiti in libertà negli anni precedenti. Il sistema bancario non può e non deve essere lasciato libero dì fare mera impresa omettendo valutazione di ordine sociale.

Avvocato Agostino D Antoni.

Sintesi dell'intervento dell'On. Alessandro Pagano in Commissione Finanze

"Quanto udito oggi in Commissione Finanze dall'associazione Avvocati per le riforme' assume un tono di preoccupazione e inquietudine. Il rapporto banche - clienti oramai non è più un'affare privato, poiché la crisi che sta contraddistinguendo i nostri tempi, ci autorizza a dire che questo rapporto deve risultare trasparente, cosa che in questo momento storico risulta assente. Ci eravamo interrogati del perché le banche avessero rifiutato gli aiuti di Stato (vedasi Tremonti Bond). Dopo questa relazione abbiamo capito i rischi fortissimi che il sistema economico italiano delle piccole imprese e delle famiglie sta attraversando a seguito di questi atteggiamenti bancari. Sono un milione e settecentomila le famiglie a rischio usura e un milione duecentomila le piccole imprese. A questo punto, dopo aver ascoltato la suddetta relazione, ho chiesto che la Commissione, tenuto conto dei poteri che gli derivano da regolamento, invii le risultanze di questa audizione alle Procure della Repubblica per verificare se esiste reato".