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Resoconto stenografico dell'interrogazione dell'On. Alessandro Pagano n. 3-00031, concernente iniziative per tutelare la libertà religiosa e la sicurezza dei cristiani in Turchia Seduta n. 111. 5 novembre 2013

 

 

 

 

PRESIDENTE.  Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Pagano n. 3-00031, concernente iniziative per tutelare la libertà religiosa e la sicurezza dei cristiani in Turchia


Il Viceministro degli affari esteri, Lapo Pistelli, ha facoltà di rispondere.

  LAPO PISTELLI, Viceministro degli affari esteri. Signor Presidente, innanzitutto desidero scusarmi con l'onorevole Pagano perché questa risposta viene con un qualche ritardo – come purtroppo capita tante volte agli strumenti di sindacato ispettivo –, anche se il passaggio del tempo non è stato inutile, nel senso che questo ci permette di fare stato dell'evoluzione che si è verificata sull'argomento oggetto dell'interrogazione, che ha come fuoco la libertà di culto, la sicurezza dei cristiani in Turchia, ma prende le mosse da alcuni episodi specifici che accaddero alla fine del mese di aprile di quest'anno e prende spunto da alcune informazioni riportate dai siti turchi relative ad alcune intenzioni annunciate dal Governo turco sulla trasformazione di alcuni luoghi di culto cristiani in luoghi di culto islamici. Questo permette, dunque, di aggiornare su entrambe le questioni.

L'attacco ai danni della chiesa di Astasehir Yeni Umut Kilisesi di Istanbul, che è accaduto il 27 aprile 2013, è stato indubbiamente – come riportato dall'interrogazione – un atto deprecabile. Diciamo da parte nostra che le autorità turche si sono immediatamente attivate, investendo prontamente del caso gli organi di polizia locali.

In termini generali, negli ultimi dieci anni, la Turchia ha compiuto grandi passi in avanti sul tema della tolleranza delle minoranze religiose e della libertà di culto, così come riconosciuto, da ultimo proprio poche settimane fa, dai progress report annuali che vengono stilati dalla Commissione europea. Una conferma importante di questo atteggiamento proviene invece dalla riapertura di importanti centri religiosi che erano chiusi in passato; cito, uno per tutti, la Chiesa armeno-ortodossa di Akdamar, nella città di Van, chiesa millenaria e di riferimento per quel culto.

Il Governo turco, inoltre, ha recentemente approvato una legge che consente ai minori appartenenti alle minoranze armena, greca ed ebraica in Turchia di frequentare le proprie scuole.

Un'ulteriore riprova – anche se questo non viene citato esplicitamente dall'interrogante – dei progressi compiuti nel campo della libertà di religione deriva da un'altra recente normativa che consente il recupero della proprietà privata da parte di istituzioni religiose che in passato invece avevano ricevuto provvedimenti di nazionalizzazione e di confisca. Cito anche in questo caso un esempio: è l'esempio della positiva conclusione della vicenda di un altro monastero, quello cristiano-siriaco di Mor Gabriele con la decisione del Governo di restituire il terreno confiscato.

Per la prima volta, nel 2012 i rappresentanti delle minoranze religiose sono stati invitati in Parlamento a esprimere le proprie opinioni sul processo aperto di riforma costituzionale e devo dire che lo stesso Patriarca greco-ortodosso di Istanbul, Bartolomeo I, ha avuto modo di esprimere un giudizio di miglioramento nell'arco degli ultimi dieci anni del dialogo che egli intrattiene con le autorità turche.

Ovviamente, come abbiamo visto nelle vicende di questo ultimo anno, questo tipo di percorso non è un percorso lineare, è un percorso che ha degli alti e dei bassi, ha delle accelerazioni e dei passi indietro. Ci sono, dunque, ancora criticità legate ad alcuni esempi che sono stati citati dall'onorevole Pagano e, quindi, la tendenza a convertire al culto islamico alcuni luoghi di culto in precedenza dedicati ad altre religioni. C’è sicuramente l'esempio citato, quello della ex Chiesa greco-ortodossa di Hagia Sofia a Trabzon, che è stata aperta al culto islamico il luglio scorso, ma devo anche dire rispetto alle preoccupazioni dell'onorevole Pagano che la decisione ultima delle autorità turche è stata quella di mantenere il complesso aperto come museo, fuori dagli orari di preghiera, mantenendo la vocazione precedente a questa decisione. Cosa che io trovo più importante, per quanto riguarda la storica basilica di Hagia Sofia di Istanbul, che costituiva larga parte dell'interrogazione, il Primo Ministro Erdogan ha invece chiarito che il complesso non sarà trasformato in luogo di culto islamico.

Alla luce di questi fatti, in generale noi continuiamo a seguire non soltanto il tema generale della libertà di culto e, in particolar modo, della libertà dei cristiani in quel Paese, ma in molti altri Paesi dove le situazioni, come l'onorevole Pagano sa, sono veramente complicate – e mi riferisco ad alcuni Paesi soprattutto dell'Africa sahariana e subsahariana – ma continuiamo a seguire anche quanto questo tema della libertà più complessiva abbia pure inciso sulle dinamiche di contestazione avvenute in Turchia nell'ultimo anno. Su questo, il Ministro Bonino si è più volte espressa in quest'Aula e nelle audizioni nelle Commissioni esteri e difesa.

Da parte nostra – ultimo punto – noi riteniamo, però, anche se questo non è un tema che è sotteso nell'interrogazione dell'onorevole Pagano, ma che ci tengo a ribadire in questa sede, che il processo di avvicinamento graduale della Turchia all'Unione europea resta lo strumento più importante che noi abbiamo per poter positivamente, diciamo così, condizionare e dialogare con le autorità turche perché è uno strumento che ci permette di incoraggiare le autorità turche da una posizione appunto ufficiale bilaterale e multilaterale ad adottare i cambiamenti necessari per adeguare le loro istituzioni e la loro normativa al quadro nazionale degli standard europei, ivi compresa la Carta dei diritti fondamentali, evidentemente cornice entro la quale anche la libertà di culto e di religione troverebbe un suo naturale completamento.

Da questo punto di vista, dunque, abbiamo auspicato invece nei recenti incontri del Consiglio affari esteri europeo che al più presto si possa aprire il negoziato con la Turchia sui capitoli 23 e 24 che sono quelli relativi ai diritti fondamentali e alla giustizia perché è questo il modo che noi abbiamo, non soltanto da italiani, ma da europei, per operare un confronto quotidiano e concreto con le autorità turche su questi temi.

  PRESIDENTE. Il deputato Pagano ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione. Ha 5 minuti, deputato.

  ALESSANDRO PAGANO. Signor Presidente, grazie e grazie soprattutto al Viceministro perché stiamo apprezzando il Governo per la sensibilità mostrata e per il modo con cui, ovviamente, anche se in ritardo, è venuto a porgere questa importante risposta. Mi consentirà, però, Viceministro, di dire che il tema è da affrontare in maniera diversa. Sentire da parte del Governo che la Turchia abbia fatto dei passi in avanti nell'ambito della tolleranza religiosa mi lascia, mi consenta, un po’ perplesso.

Noi siamo amici della Turchia, lo consideriamo veramente un Paese che vive costruttivamente le dinamiche economiche e sociali in sinergia con il nostro, però non mi pare di avere colto negli ultimi anni questo indirizzo di crescita nelle tolleranze religiose, cosa che, invece, il Governo sembrerebbe avere accettato. E lo dico non in maniera polemica.

Il fatto che il Governo turco abbia restituito qualche bene confiscato alle comunità cristiane non ci deve fare gioire più di tanto in considerazione del fatto che la Turchia ha una politica aggressiva nei confronti delle realtà cristiane. Le posso citare due dati che sono assolutamente certi e con fonti assolutamente incontrovertibili. AsiaNews io penso che oggi sia il massimo della informazione a livello mondiale a proposito della cristianofobia, cioè delle persecuzioni che i cristiani ricevono nel mondo. E all'interno di queste dinamiche e di queste informazioni, perché il giornale elettronico è assolutamente informato, ci sono poi anche degli aspetti che attengono alla geopolitica e che sono propedeutici rispetto alle persecuzioni. Guardi, il dato che mi sento di citare è con riferimento all'isola di Cipro. Lei sa che nel nord dell'isola è avvenuta una vera e propria colonizzazione da parte di 300 mila coloni dell'Anatolia che hanno sostituito i 200 mila ciprioti, tutti cristiani costretti alla fuga in un brutto clima di minacce. I turchi dell'Anatolia invece sono tutti musulmani. Come dicevo la fonte è assolutamente fuori da ogni ragionamento.

Il Ministro degli esteri turco, Ahmet Davutoglu, ammette che Cipro è fondamentale nei progetti geopolitici del Mediterraneo da parte della Turchia. E che l'operazione sia non soltanto di geopolitica ma anche di tipo cristianofobico lo conferma il fatto che lì sono state costruite moschee, trasformate chiese cattoliche in moschee. Si è trattato di un processo di islamizzazione, un processo che non è soltanto religioso ma è anche culturale.

Stessa identica operazione sta avvenendo anche in Albania. Il fatto poi che non ci si debba dimenticare di martiri che sono stati trucidati in Turchia negli ultimi anni – l'ultimo riferimento è a monsignor Santoro – non deve farci sottovalutare la vicenda e non farci vedere il tutto in termini benevoli. Noi abbiamo il dovere di essere molto attenti. Proprio l'altro giorno Il Corriere della Sera faceva presente che l'attenzione nei confronti di un Paese deriva solo ed esclusivamente dal fatto che i mass media siano attenti a quelle realtà. Per cui, per esempio, tutti parlano di Gaza, ma nessuno, ad esempio, parla di quello che succede in Siria. Proprio l'altro giorno il 21 ottobre...

  PRESIDENTE. Onorevole Pagano, concluda.

  ALESSANDRO PAGANO. ...un ultimo minuto. Signor Presidente, il 21 ottobre, dopo che l'esercito regolare ha riconquistato una zona di quel territorio, sono state trovate trenta persone uccise dalle milizie siriane (una logica che conosciamo bene perché le lotte religiose, dalla Spagna del ’36 per arrivare ai giorni d'oggi, hanno sempre visto nel cristiano una forma di rivalsa politica e religiosa). I funerali sono stati celebrati nell'occasione dal vescovo di quella città. Questo per dire cosa ? Per dire che anche in quell'area la Turchia non è immune da responsabilità in quanto sta appoggiando le milizie siriane. Per dire che il fenomeno della cristianofobia in Turchia non può esser sottovalutato.

Nella scorsa legislatura abbiamo approvato una mozione all'unanimità sulla cristianofobia, lei lo ricorderà perché è stato attento partecipe anche di quel dibattito. Abbiamo il dovere di stare attenti !

La Turchia non è un Paese qualsiasi. Il fenomeno di radicalizzazione dei processi di odio nei confronti dei cristiani si sta concretamente manifestando. Ritengo che il Governo debba mettere in moto e in atto tutte quelle iniziative che mostrino sensibilità, attenzione e partecipazione al fenomeno.

 

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