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Interpellanza urgente 2-00443 presentata da Pagano Alessandro. 6 Marzo 2014, seduta n. 184

 

 

 

Interpellanza urgente dell'On. Pagano sulla diffusione nelle scuole di linee guida relative al contrasto delle discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere, redatte dall'Ufficio nazionale anti discriminazioni razziali (Unar) non a termini di legge, in maniera unidirezionale e prive di attendibilità scientifica


 

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere – premesso che:

con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 11 dicembre 2003 è stato costituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri l'UNAR (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) volto a garantire l'adozione di misure per la «parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza e l'origine etnica»; secondo il decreto tale ufficio avrebbe dovuto operare «in piena autonomia di giudizio e in condizioni di imparzialità»; nel 2012 l'attività dell'UNAR si è allargata, senza che nessuna norma lo prevedesse, a una materia non di sua competenza, e cioè l'adozione di misure volte a contrastare la discriminazione delle persone LGBT (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e transgender); tale operazione ad avviso degli interpellanti già impropria in termini di legge, è stata condotta secondo modalità di dubbia legittimità; infatti con decreto direttoriale del 20 novembre 2012, firmato dal direttore generale consigliere Marco De Giorgi, secondo gli interpellanti in lampante violazione degli obblighi di autonomia di giudizio e di imparzialità, è stato nominato un gruppo di lavoro destinato ad elaborare un documento contenente linee guida per la scuola, totalmente privo di una qualsiasi qualificazione scientifica, composto da 29 associazioni tutte regolarmente «gay friendly»; tali associazioni sono: comitato provinciale Arcigay «Chimera Arcobaleno» di Arezzo; Ireos - centro servizi autogestito comunità «Queer»; Arcigay; comitato provinciale Arcigay «Ottavio Mai» di Torino; A.GE.DO (nemmeno il beneficio della sigla completa); Parks - Liberi e uguali; Equality Italia rete trasversale per i diritti civili; Ala Milano onlus; Arci Gay–Lesbica Omphalos; Polis aperta; Di'gay project - DGP; circolo culturale omosessuale «Mario Mieli»; Gay center/Gay help line; Famiglie arcobaleno; Arcilesbica associazione nazionale; Rete genitori rainbow; Shake LGBTE; circolo culturale Maurice per la comunità GLBT; associazione Icaro onlus; circolo Pink; Cgil nuovi diritti; Movimento identità transessuale; associazione radicale Certi diritti; avvocatura per i diritti LGBTI Rete Lenford; Gay.NET; I Ken; Consultorio transgenere; Libellula; Gay LIB; al termine del procedimento, in data 29 aprile 2013, l'UNAR ha diffuso il documento denominato «Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere (2013-2015)» che costituirebbe l'applicazione dei princìpi contenuti nella raccomandazione CM/REC(2010)5 del Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa, volta a combattere la discriminazione fondata sull'orientamento sessuale o l'identità «di genere»;

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Insistendo nell'uso improprio di termini inglesi (friendly, empowerment, diversity, management, expertise), si richiede il «coinvolgimento degli Uffici scolastici regionali e provinciali sulla gestione delle diversità per i docenti»; la «predisposizione della modulistica scolastica amministrativa e didattica in chiave di inclusione sociale, rispettosa delle nuove realtà familiari, costituite anche da genitori omosessuali» (genitore 1 e genitore 2); l’«accreditamento delle associazioni LGBT, presso il MIUR, in qualità di enti di formazione»; l’«arricchimento delle offerte di formazione con la predisposizione di bibliografie sulle tematiche LGBT e sulle nuove realtà familiari, di laboratori di lettura e di un glossario dei termini LGBT che consenta un uso appropriato del linguaggio»; nel prevedere la «realizzazione di percorsi innovativi di formazione e di aggiornamento per dirigenti, docenti e alunni sul tema LGBT», nonché «lo sviluppo dell'identità sessuale

nell'adolescente, l'educazione affettivo-sessuale, la conoscenza delle nuove realtà familiari», si è stabilito anche il riconoscimento di crediti formativi; in sede di stesura del documento, l'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali si è avvalso della collaborazione dell'istituto A.T. Beck che si occupa di terapia cognitivo-comportamentale diagnosi clinica, ricerca, formazione e la cui direttrice è la dottoressa Antonella Montano; nel sito dell'istituto A.T. Beck, nella parte che riguarda l'omofobia (http://www.istitutobeck.com) sono contenuti pesanti giudizi sulla religione cattolica e sul ruolo educativo della Chiesa cattolica ed il Vaticano nella società; successivamente a cura del citato istituto A.T. Beck, sono state pubblicate tre guide applicative «Educare alla diversità a scuola», redatte per ciascuno dei cicli scolastici: scuola elementare, scuola media e superiori; i pregiudizi dell'istituto, già sopra citati, sono stati inseriti nei 3 opuscoli con l'ennesima inaccettabile critica al ruolo educativo della famiglia, e della morale cristiana, confondendo la lotta all'omofobia con inaccettabili ed offensivi apprezzamenti negativi su tali questioni; un anticipo dell'adozione delle suddette «guide», secondo metodologie unilaterali e pervasive, si è realizzato a Settimo Torinese, dove i ragazzi della II B della scuola media Antonio Gramsci, all'inizio dell'anno scolastico in corso, sono stati indotti a mettere in scena uno spettacolo teatrale dove interpretano i parlamentari italiani impegnati a votare una legge che «riconosca giuridicamente le unioni civili fra persone dello stesso sesso».

 I parlamentari che votano contro vengono dipinti come incarnazioni della «paura, disprezzo, pregiudizio ed esclusione» e come personaggi indegni di uno «Stato civile»; si è andati anche più in là: al comando di una professoressa tutte le ragazzine gridano «Sonia può amarmi» e i ragazzini «Fabio può amarmi». E tutti i dodicenni finiscono cantando «A te povero egoista che vivi senza amore - auguro che il nostro sentire arrivi fino al cuore». A sollevare il caso è stato il sociologo Massimo Introvigne nella sua veste di coordinatore del comitato «Sì alla famiglia», promosso da dieci associazioni cattoliche del capoluogo piemontese; peraltro Introvigne è rappresentante dell'Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa), per la lotta al razzismo e alla xenofobia, oltre che alla discriminazione religiosa; peraltro se fosse già divenuto legge il noto decreto-legge omofobia, in atto in discussione al Senato della Repubblica, se un genitore in sala avesse osato protestare per quanto veniva fatto recitare a suo figlio, si sarebbe ritrovato con una imputazione penale di omofobia, mentre il figlio avrebbe rischiato qualche «credito formativo» in meno;

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Secondo fonti giornalistiche, vedi articolo a firma Carlotta De Leo pubblicato su Corriere.it del 15 febbraio 2014; il viceministro pro tempore Maria Cecilia Guerra ha sconfessato l'iniziativa e inviato una formale nota di demerito a Marco De Giorgi, il direttore dell'Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) che ha diffuso nelle scuole quei volumi. «L'educazione alla diversità è e resta cruciale ma quel materiale didattico è stato realizzato senza che io ne fossi informata e senza alcun accordo con il Miur», spiega Guerra; e questo, sottolinea Guerra, «senza che il direttore De Giorgi, me ne desse alcuna informazione, né che io fossi a conoscenza degli esiti della ricerca, di cui del resto ignoravo addirittura l'esistenza»; «non è inoltre accettabile – continua Guerra – che materiale didattico su questi argomenti sia diffuso fra gli insegnanti da un ufficio delle Pari Opportunità senza alcun accordo con il Miur»; è stata piccata anche la reazione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, tirato in ballo per la diffusione degli opuscoli agli insegnanti. «Il fatto che gli opuscoli sulla diversità siano stati redatti dall'Unar e diffusi nelle scuole senza l'approvazione del Dipartimento Pari Opportunità da cui dipende, e senza che il Ministero dell'istruzione ne sapesse niente, è una cosa grave; chi dirige Unar ne tragga le conseguenze» afferma Gabriele Toccafondi, Sottosegretario pro tempore per l'istruzione, l'università e la ricerca. «L'Unar – prosegue Toccafondi – sembra voler imporre un'impronta culturale a senso unico destando preoccupazione e confusione su tutto il sistema educativo»; come è evidente nel citato decreto dirigenziale 20 dicembre 2012, nessuna associazione familiare o associazione professionale dei docenti è stata coinvolta; paradossalmente il documento finale accusa sé stesso, laddove a pagina 16 ribadisce la necessità di un coinvolgimento di «tutti gli attori della comunità scolastica, in particolar modo le seguenti categorie: gli studenti, i docenti e le

famiglie»; il documento e i testi destinati alle scuole che ne sono derivati, non tengono conto delle puntuali contestazioni formulate dal Forum nazionale genitori scuola, al Ministro dell'istruzione Carrozza con lettera del 12 novembre 2013; né si è tenuto conto di quanto asserito dalle linee di indirizzo sulla partecipazione dei genitori in materia di diritto dei genitori alla «corresponsabilità educativa», diramate dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca il 22 novembre 2012; la raccomandazione CM/REC(2010)5 del Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa, di cui il documento dell'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali è emanazione, espressamente invita gli Stati membri a «tenere conto del diritto dei genitori di curare l'educazione dei propri figli» nel «predisporre e attuare politiche scolastiche e piani d'azione per promuovere l'uguaglianza» (Allegato VI Istruzione, n. 31); i diversi documenti redatti si pongono secondo gli interpellanti in palese violazione dell'articolo 30 della Costituzione italiana che garantisce e tutela il diritto dei genitori ad educare i propri figli; si espropria la famiglia, ambito privilegiato e naturale di educazione, del compito di formazione in campo sessuale, disconoscendo il fatto che la stessa famiglia rappresenti l'ambiente più idoneo ad assolvere l'obbligo di assicurare una graduale educazione della vita sessuale, in maniera prudente, armonica e senza particolari traumi;

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I diversi documenti redatti infine si pongono ad avviso degli interpellanti in palese violazione di due diritti fondamentali riconosciuti, garantiti e tutelati dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo: l'articolo 18, il quale garantisce la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, sia in pubblico che in privato, i propri valori religiosi nell'educazione, e l'articolo 26 nella parte in cui attribuisce ai genitori il diritto di priorità nella scelta di educazione da impartire ai propri figli –:

se non si ritenga necessario assumere iniziative sul piano disciplinare nei confronti di quanti hanno predisposto la pubblicazione e la diffusione di questi opuscoli e segnatamente i dirigenti responsabili in assenza di decisioni politiche-amministrative; se non si ritenga opportuno interrompere la distribuzione delle «Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere» descritte in permessa e delle guide «Educare alla diversità a scuola», che da essa derivano, in quanto documento secondo gli interpellanti arbitrario, adottato da un Ufficio della Presidenza del Consiglio che non aveva alcuna delega a farlo e redatto in violazione delle condizioni di autonomia di giudizio e imparzialità; quale organo abbia stabilito che le associazioni LGTB elencate in premessa abbiano la qualificazione necessaria a redigere un documento che incide sulla educazione degli studenti italiani; se non si ritenga opportuno riesaminare i decreti di qualificazione dell'istituto A.T. Beck, in

considerazione della unilateralità delle proprie posizioni culturali. (2-00443).

FIRMATARI: Pagano, Tancredi, Laffranco, Scopelliti, Maietta, Roccella, Saltamartini, Squeri, Fucci, Marti, Chiarelli, Buttiglione, Minardo, Garofalo, Corsaro, Caruso, Distaso, Borghesi, Calabrò, Vella, Buonanno, Sberna, Cirielli, Alberto Giorgetti, Pizzolante, Attaguile, Prataviera, Fabrizio Di Stefano, Riccardo Gallo, Dambruoso, Balduzzi, Marguerettaz, Matteo Bragantini, Fedriga, Guidesi, Molteni, Alli, Petrenga, Binetti, Totaro, Piso, Sammarco, Cicu, Vignali, Bueno, Sottanelli.

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