I beni culturali e le nuove tecnologie
Giovedì 30 Giugno 2005 11:27
I beni culturali e le nuove tecnologie
Organizzato da: Assessorato Regionale ai Beni Culturali, Ambientali e alla Pubblica Istruzione)
Fra gli Intervenuti: Ing. Joel Myers (CEO, ArtResearch Srl Roma); Dott. Edoardo Lampis (Direttore Sviluppo e Promozione della FILAS SpA Roma); Ing. Richard Cashmore (Direttore Europeo, Fakespace System USA); Prof. Berbard Frischer (Direttore del IATH, Università della Virginia e docente presso UCLA Usa); Altri.
Relazione dell’On.le Alessandro Pagano – Assessore Regionale ai Beni Culturali e Ambientali e alla Pubblica Istruzione
Basta con la mummificazione del patrimonio culturale. Educare e divertire = questa la mission dei Beni Culturali. Il patrimonio artistico deve essere valorizzato. La tecnologia è utile ma per gradi altrimenti si ha un approccio tecnocratico.
- Le mosse fin qui realizzate vanno nel rispetto del patrimonio immateriale, ossia ideale e intellettuale che si trova a monte.
- Senza la ricchezza e la varietà culturale siciliana, nazionale ed europea (VALORI) non ci sarebbero state le cattedrali, i castelli, i quadri, i monumenti, le opere musicali che vengono conservati gelosamente.
- In questo, il patrimonio siciliano non può essere ridotto a patrimonio puramente museale.
- La Sicilia come l’Italia è ben di più di una grande collezione di civiltà passata.
I nostri beni vivono nelle strade, nelle città. Vi è un continum tra opere d’arte e tessuto connettivo delle città che rimandano alla memoria storica.
Non esistono solo paesaggi tutelati dall’UNESCO. Vi sono luoghi meno tutelati ma altrettanto carichi di memoria, di arte e capaci di dare senso al futuro.
Letteratura e nuovi MEDIA
- Dalla metà del 20° secolo le tecnologie informative e comunicative intervengono efficacemente in tutti i processi (produzione, riproduzione, distribuzione, consumo).
- Bisognava però utilizzare bene tali tecnologie per evitare la "radicalizzazione" mediante cancellazione di appartenenza e la costruzione di un "uomo nuovo", da qualcuno definito nomade psichico". "Il nomadismo psichico" viene inteso come abbandono delle appartenenze familiari, nazionali, geografiche, religiose.
- Oggi la globalizzazione intesa nella sua dimensione utopica vuole cancellare spazi, vuole detenitonalizzare, cancellare memoria, disgregare realtà.
- La memoria invece ha bisogno di "spazi" ovvero di luoghi e di oggetti attorno a cui organizzare il ricordo, perché, come osserva ancora halbwachs, non è memoria collettiva che non si dispieghi in un quadro spaziale.
- Prima esistevano cultura di base, nozioni linguistiche, basi religiose.In una vecchia chiesa o nel chiostro di un convento, così come in antichi beni monumentali tutto era meditazione. Oggi davanti ad una scritta latina o a un quadro del ‘500, ad antiche vestigne greche si guarda senza capire.
- Il problema dei nuovi media va risolto positivamente puntando sulla identità culturale. Se da un lato i media sembrano poter erodere il ruolo delle tradizioni e della memoria, dall’altro possono riattivare percorsi di identità e appartenenza.
- I mezzi di comunicazione digitale vengono a trasmettere sapere senza limite o barriera ed è opportunità.
- Chi non ha memoria storica , ovvero chi cancella la memoria degli atti che hanno costituito la sua civiltà, è costretto a vivere nel presente e ad accettarlo come definitivo e irreversibile anche se "insensato". Cancellare la storia significa rifiutare di guidare l’esperienza del passato, dimenticare i propri errori e non considerali tali, perché non esistono verità o beni che trascendono il divenire strorico giudicandolo.
"Chi ha il senso della memoria storica riposa sulle spalle di un gigante" (antica saggezza medievale)
E’ evidente infatti che è avvantaggiato chi parte da esperienze precedenti. Douglass North dice che la memoria storica è in gran parte costituito da codici morali, norme di comportamento e convenzioni.Da qui la definizione di cultura definita come "la trasmissione da una generazione all’altra, attraverso l’insegnamento ed altri processi di imitazione, di conoscenze, valori ed altri fattori che influiscono sui comportamenti".
L’uomo, ha bisogno, per svilupparsi, di una memoria strorica che conservi e tramandi quanto l’uomo ha già prodotto nella storia.