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Porto a conoscenza di quanti ci leggono, la lettera, piena di preoccupanti dolcezze, che Romano Prodi ha scritto ai presidenti dell'ArciLesbica e dell'ArciGay

(Tratto da: "Il Picchio" n.21 – Marzo-Aprile 2006) - Vorrei cominciare dal portare a conoscenza di quanti ci leggono, la lettera, piena di preoccupanti dolcezze, che Romano Prodi ha scritto ai presidenti dell'ArciLesbica e dell'ArciGay:

"Cara Polo, Caro Lo Giudice,

prendo atto con estrema considerazione e serietà della vostra insoddisfazione circa il compromesso raggiunto in sede di redazione del programma su una materia cara a voi, ma vi assicuro non solo a Voi, come quella del riconoscimento giuridico di diritti, prerogative o facoltà alle persone che fanno parte delle unioni di fatto.

Quello che Vi chiedo di riconoscere è comunque la determinazione, mia e di ogni componente della coalizione, la presa di impegno a voler percorrere insieme con Voi e non senza di Voi, il cammino in grado di portare a un riconoscimento pieno ed effettivo di questi diritti.

Quello che Vi chiedo è dunque di essere consapevoli che un argomento simile, per essere discusso, per essere sviluppato, approfondito, non ha bisogno di chiasso, non ha bisogno di polemiche, ma del dialogo piano e ponderato, pacato e non urlato, tra persone che hanno a cuore, veramente, il bene dell'Italia.

Io so che Voi questo avete a cuore, lo so che Voi avete a cuore la nostra vittoria, costruiamo dunque insieme in queste settimane che ci separano dal voto, le condizioni migliori per vincere, che risiedono essenzialmente nella coesione e nella compattezza della coalizione.

Confidando nella Vostra lungimiranza. Con stima e gratitudine.

Con molta amicizia Romano Prodi

Roma, 1 marzo 2006"

*******

Provo adesso a sintetizzare invece, solo in alcuni punti salienti, l'elenco delle priorità che si trovano nel documento "Nota dottrinale circa alcune questioni riguardanti l'impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica" della Congregazione per la Dottrina della Fede, del 24 novembre 2002, a firma dell'allora cardinale Joseph Ratzinger, oggi Papa Benedetto XVI, dove sono richiamate le «esigenze etiche fondamentali e irrinunciabili», esigenze impegnative per i cattolici ma di diritto naturale, di buon senso e quindi per tutti gli uomini di buona volontà. Ed è il seguente:

1. lotta all'aborto

2. lotta all'eutanasia

3. tutela dei diritti dell'embrione umano

4. tutela del matrimonio monogamico tra persone di sesso diverso

5. tutela della famiglia protetta nella sua unità e stabilità

6. lotta a forme di convivenza diverse dalle famiglie e al loro riconoscimento legale

7. tutela della libertà di educazione (scuole libere dall'ingerenza statale)

8. tutela sociale dei minori e liberazione dalle moderne forme di schiavitù (droghe, ecc.)

9. tutela alle libertà religiosa

10. attenzione al tema della pace e a secolarizzarne il valore

11. rifiuto radicale e assoluto delle violenze del terrorismo.

Infine guardo i comportamenti, le dichiarazioni e i programmi della sinistra che aspirerebbero a governare l'Italia.

Circa i primi tre punti, è sotto gli occhi di tutti, come la sola volontà dell'attuale governo di sottoporre a verifica le modalità applicative della legge 194 che ha legalizzato l'omicidio-aborto ha scatenato il pandemonio politico e la volontà di opporsi all'abortiva pillola RU486 è stata semplicemente dagli stessi criminalizzata. E’ stata dichiarata la volontà di rivedere la legge sulla procreazione assistita, non solo contro la morale ma anche contro la democratica volontà di oltre il 75% degli italiani che si sono espressi lo scorso anno rifiutando il referendum. Nel programma dell'Unione, a proposito di eutanasia, si pongono le premesse quando si parla di "autodeterminazione del paziente" e si dichiara "strumento più efficace" la dichiarazione anticipata di volontà (o testamento biologico).

Circa i tre punti riguardanti la famiglia, ho citato l'amorevole lettera di Prodi all'Arcilesbiche e Arcigay ma sulla volontà di introdurre i Pacs da parte della sinistra ritengo nessuno abbia più motivo di dubbio. Salvo a non voler vedere e sentire.

L'odio per le scuole non statali, specie se cattoliche, è stato dichiarato, mille volte, ed in ultimo in TV dall'onorevole Diliberto che pubblicamente ha attaccato quelle tanto qualificate dei "Legionari di Cristo".

Per quanto concerne il punto 8, le reazioni della sinistra sono sotto gli occhi di tutti. Ha decretato, quando è stata al potere, la fine della possibilità che dei minori in difficoltà si occupasse personale religioso e quando ora il governo con una giusta legge ha sottolineato il male rappresentato dalle droghe di ogni genere, si è strappata i capelli.

La libertà religiosa? Se la Chiesa afferma qualcosa sul tema della guerra, che la sinistra può, travisando i termini e secolarizzando il valore della pace recuperare, allora va bene. Ma se la stessa Chiesa offre indicazioni in materia di morale familiare, sulla vita e sulla morte, allora va messa a tacere perché si tratta di "oltranzismo clericale".

Infine, con Berlusconi ricordo che la violenza e il terrorismo fanno parte del DNA di una certa sinistra. Milioni e milioni di morti nei paesi dove il comunismo ha governato sono un fatto per lungo tempo taciuto. Si dirà "è acqua passata". Meno male. Ma non è passata ancora a Cuba, in Corea del Nord e in altre nazioni. Ma in Italia, quando il governo di sinistra ha governato prima dell'attuale ci si è permessi di prendere per mano e portare da noi il terrorista Ocalan, mentre nei giorni scorsi i no global che hanno messo a ferro e fuoco Milano, non voteranno sicuramente Casa delle Libertà ...

Ci sono ragioni di preoccupazione per la nostra Patria, per le nostre famiglie per il futuro dei nostri figli.

La sinistra, se vogliamo, ha parlato chiaro. Si, talvolta occorre avere l'attenzione di leggere tra le righe del vecchio politichese il problema è: consegnare i nostri figli a Vladimir Luxuria, a Caruso dei no global, ai protettori dei centri sociali o no.

Qualcuno dirà: ma qui il candidato è Romano Prodi.

Rispondo: anche quando vinse era Romano Prodi. Ma abbiamo visto come ad un certo momento, molto presto, questi fu preso per un orecchio, fatto scendere dal treno, perchè il posto era del "lider Maximo" D'Alema, e lui solo forse, non l'aveva capito o l'aveva capito bene...

Pensiamoci e facciamo qualcosa.

Alessandro Pagano

Assessore regionale ai Beni Culturali, Ambientali

e alla Pubblica Istruzione

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