(Tratto da "Giornale di Sicilia") - Meno commenti politici, più disponibilità: Pagano striglia i sovrintendenti siciliani. Una nota dell’assessore ridimensiona il ruolo dei superburocrati

PALERMO - Pagano «striglia» i sovrintendenti. L'assessore ai Beni Culturali ha scritto una sorta di decalogo che ha messo sul tavolo dell'incontrò con i primi responsabili del patrimonio artistico, culturale e ambientale nelle nove province siciliane. Ed è un documento che limita il ruolo dei sovrintendenti, destinato sicuramente a far discutere.

Pagano ricorda che «il soprintendente è chiamato a coordinare gli apporti tecnici dei vari servizi e non deve sostituirsi alle valutazioni tecniche dei servizi stessi e meno che mai deve impedire ai dirigenti di esprimere la loro attività».
E ancora: «Il soprintendente e i servizi - afferma Pagano - sono tenuti a rispettare i programmi fissati dall' assessore e non sono autorizzati a esprimere un apprezzamento in termini politici della realtà territoriale con cui interagiscono».
Pagano interviene anche sugli aspetti della comunicazione pubblica: «Nei confronti dei cittadini vanno incrementati decisamente, in termini quantitativi e qualitativi, la disponibilità a collaborare e a fornire chiarimenti e precisazioni utili alla definizione dei provvedimenti».
L'assessore annuncia anche la ricostituzione delle Commissioni provinciali bellezze naturali e panoramiche: «Si ritiene che, per ovvi criteri di democrazia e partecipazione, i componenti di queste commissioni non debbono essere designati dai Soprintendenti, che già presiedono tali organi. Si intende affidare alle Commis¬sioni il compito non solo di indicare le zone da sottoporre a tutela, ma anche di indicare le norme d'uso del territorio da vincolare. Una simile attività sarebbe priva di significato se non si riferisse anche alle aree che sono state già sottoposte in passato a tutela paesistica».