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La Regione a un passo dal crac Manovra da un miliardo di euro

(Tratto da "La Repubblica") - Pagano critica Cuffaro: "Scelte sbagliate sulla Sanità". Ultimatum dell'assessore al Bilancio: "Se non si provvede in tempi rapidi, la barca affonda". Scattano misure d'emergenza: bloccate bollette, missioni e convenzioni

È l'ultima corsa, se si vuole evitare il tracollo. La Regione scopre di avei perso del tutto il controllo sulla spesa e decide di chiudere i rubinetti degli assessorati e di correre ai ripari con una manovra urgente che rasenta il miliardo di euro. Da far approvare alla prima giunta utile, senza ulteriori tentennamenti. Perché,per dirla con l'assessore al Bilancio Alessandro Pagano che convoca una conferenza stampa per lanciare l'allarme, «se non si provvederà in tempi rapidi la barca affonda o, se preferite, la baracca crolla».

Pronuncia pure la parolina che fa tremare, il responsabile delle Finanze, "default": «Non ci siamo ancora, ma saremmo stati già sull'orlo della crisi se quest'anno non fossero cresciute del 21per cento le entrate che hanno garantito tre miliardi in più». All'indomani dei ballottaggi, ma soprattutto alla vigilia del giudizio di parifica della Corte dei conti sul bilancio 2003, dalla tolda di comando delle casse dell’amministrazione viene issata bandiera bianca. Tutta colpa della Sanità, dimostra, tabelle alla mano, l'assessore al Bilancio. Perché le spese l'anno scorso sono cresciute del 19,72 per cento (cioè di quasi tre miliardi di euro), ma la Sanità ha toccato la quota senza precedenti del 55,13 per cento sul totale degli Impegni regionali. Se non ci fosse stata, «le spese correnti sarebbero aumentate solo dello 0,98 per cento». Questo succede, afferma l'assessore, «perchè questo governo non riesce a tenere sotto controllo I conti della Sanità». Non è colpa dell'assessore Cittadini, premette Pagano: «Quel che è accaduto è il risultato delle scelte fatte dal governo nel suo complesso». Come dire, il presidente della Regione Cuffaro, che ha aperto in più di un'occasione i cordoni della borsa in favore dei medici convenzionati e dei centri privati, non è certo esente da colpe. Ecco allora le due misure d'emergenza. La prima, amministrativa. «Procederemo subito all'oscuramento dei capitoli di spesa, chiuderemo i rubinetti a tutti quei capitoli non obbligatori per legge — dice Pagano — e cioè spese telefoniche, Enel, pulizie, missioni del personale, convenzioni con l'esterno, per almeno 220 milioni di euro». Si salveranno stipendi e poco altro. La seconda richiede un passaggio in giunta già questa settimana: «Sottoporrò al governo un piano di ridimensionamento delle spese per 720 milioni, già individuate in tutte le amministrazioni», annuncia l'assessore. È il capitolo tagli, che approderà poi in aula, insomma, bisogna recuperare quattrini per 940 milioni di euro con una maxi manovra. A preoccupare è soprattutto il futuro. «Perché per il prossimo anno non avremo il 22 per cento di entrate in più che abbiamo registrato quest'anno», avverte l'assessore. Sotto accusa le Ausl. E nei giorni scorsi, dopo le sollecitazioni di Pagano, il direttore della Sanità Patrizia Bitetti ha inviato una lettera a tutti i manager delle Aziende invitandoli ad attenersi ai tetti di spesa. Ma la spesa farmaceutica ha già toccato il 19 percento del totale, rispetto al 13 fissato su scala nazionale. Il Bilancio punta l'indice, oltre che sul disavanzo 2003 della Sanità per 460 milioni e su quello di analogo importo che sta maturando nel 2004, anche sulle minori entrale: «Tra i soldi che sono venuti a mancare, il capitolo più consistente riguarda le privatizzazioni, per 175 milioni, i diritti di motorizzazione per 85 milioni e infine i mancati introiti dall'ingresso ai musei, per circa 58 milioni». L'assessore se la prende col collega Granata: «Per il secondo anno di seguito non ha fatto decollare i ticket di ingresso, facendoci incassare appena sette milioni su 65». Vecchie ruggini che ritornano, tra i due, come sulle assunzioni in ArteVita. «Non mi sembra che la cifra sia quella — gli replica gelido Granata — comunque il deficit, lo sanno anche i bambini, è da ricercare in altri settori: Sanità, Agricoltura, mancata riscossione dei tributi, precariato». A vacillare in questo marasma, dice Pagano, è pure il contratto dei regionali che «da solo richiederebbe un costo aggiuntivo di dieci milioni».

Carmelo Lopapa

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