Giovedì, 18 Aprile 2024


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«Insostenibile il deficit sanitario». Regione, in arrivo la maxi-manovra

(Tratto da "Giornale di Sicilia") - Pagano: «Entro luglio un miliardo da recuperare». Bloccato anche il pagamento delle bollette per affrontare il debito delle Asl. E all'Ars una legge taglia-spese

PALERMO - Un grido d'allarme senza precedenti, che l'assessore al Bilancio Alessandro Pagano lancia all'indomani delle ultime elezioni e in anticipo di due giorni rispetto alla tradizionale relazione annuale della Corte dei Conti sulla situazione finanziaria della Regione. «Non siamo più in condizione di tamponare il deficit delta Sanità», dice l'assessore, annunciando una manovra da quasi un miliardo di euro già messa su carta, che penerà sul tavolo della prossima giunta. Manovra drastica che prevede un intervento amministrativo e un altro con legge, entrambi da attuare entro agosto.

Il primo, da 220 milioni di euro, è l'imminente chiusura del rubinetto delle spese correnti, fatta eccezione per le uscite obbligatorie. In sostanza, come spiega il capodipartimento del Bilancio Enzo Emanuele, «saranno salvati gli stipendi ma si andrà a colpire principalmente le cosiddette spese di funzionamento: canoni telefonici, cancelleria, pulizie, anche le missioni per il personale e le convenzioni con ditte esterne all’amministrazione». Non è solo così che si può tappare il «buco» in bilancio. E infatti Pagano porterà in giunta anche una proposta legislativa da 750 milioni di euro, che in pratica andrebbe a ridurre quasi tutti i capitoli di spesa attivati da leggi regionali. «Quali settori penalizzeremo maggiormente? Serve una decisione collegiale, io ho messo su carta un'ipotesi ma dev'essere sottoposta al vaglio del presidente Cuffaro e degli altri assessori». Pagano si è presentato davanti ai giornalisti con i numeri che riguardano entrate e spese della Regione nel 2003. «Le spese correnti - spiega - sono aumentate del 12,08%. Senza il maggior onere nel settore sanitario, le spese correnti sarebbero cresciute solo dello 0,98%». L'assessore spiega che si è riusciti a chiudere il bilancio 2003 solo grazie a un boom delle entrate: «C'è stata una crescita sia di quelle tributarie che delle extratributarie - aggiunge l'assessore - Se calcoliamo anche i ricavi ottenuti dalla vendita di beni e dal rimborso di crediti, oltre che le miniri uscite sui prestiti accesi dalla Regione, aggiungiamo a un totale delle entrate pari a oltre 3 miliardi di euro, il 21,29% in più rispetto al 2002. Provate a immaginare cosa sarebbe successo in Sicilia se non ci fossero stati questi tre miliardi in più... Ma attenzione, questo dato delle entrate non si ripeterà nel 2004, e se non porremo rimedio subito saranno guai. L'azione del Bilancio non basta più, non siamo in condizione di colmare lacune altrui». Pagano dice chiaramente che «l'assessore alla Sanità Cittadini non c'entra nulla con questa situazione, ma è giunta l'ora del rendez vous, di scelte forti collegiali per il risanamento». Qualche settimana fa, l'assessore alle Finanze aveva segnalato il rischio di un nuovo sfondamento dei tetti di spesa nella Sanità, riferendosi a un accordo fra il governo e la categoria della specialista convenzionata, che in Sicilia comprende oltre 1.500 strutture private. «Non so se quell'intesa sia andata avanti, io non ho firmato nulla», afferma Pagano che rivela però di aver avuto uno scambio di corrispondenza con il manager della Sanità, Patrizia Bitetti: «So che ha scritto una lettera a tutti i responsabili delle Asl, per invitarli a rispettare proprio i tetti di spesa». I parametri imposti dalla Regione sono quelli della delibera Cipe dell'anno scorso, e questo ha sollevato il malcontento dei manager di aziende e ospedali, che speravano di poter avere a disposizione, complessivamente, 200 milioni di euro in più: cifra contenuta in un accordo raggiunto recentemente da Stato e Regioni. Il comparto sanitario, nel complesso, l'anno scorso ha assunto impegni per 7 miliardi e mezzo di euro: in pratica la spesa sanitaria incide sul bilancio regionale per il 55,13% del totale. L'anno scorso l'amministrazione ha dovuto mettere fra le uscite ben 900 milioni di euro per coprire il disavanzo 2001 e 2002 della Sanità, di qui a dicembre invece bisognerà affrontare il deficit 2003 (480 milioni). Una falla, quella della Sanità, che non si riesce a turare, se è vero - come dice Emanuele - che alla fine del 2004 si andrà in rosso per almeno 460 milioni di euro. E la farmaceutica a determinare gran parte del debito: un filone che incide sul complesso della spesa sanitaria per circa il 20%, quando il limite fissato dallo Stato alle Regioni è del 13%. Ma Pagano punta il dito anche su altri settori: «Siamo stati danneggiati pure dalle minori entrate dei musei: per due anni consecutivi l'assessorato ai Beni Culturali ci ha fatto mettere in bilancio 65 milioni di euro come introito dei biglietti d'ingresso e dei ricavi dai servizi aggiuntivi. Sono entrati solo 7 milioni. Il problema è che il processo di privatizzazione dei servizi museali (biglietterie, coffee shops, vendita di depliant) previsto dalla legge Ronchey non è ancora decollato». In serata replica l'assessore ai Beni culturali Fabio Granata: «Siamo consapevoli che tanti servizi che la legge ci obbliga di affidare ai privati, non sono ancora a pieno regime, ma la differenza tra gli introiti e le previsioni non mi sembra quella indicata da Pagano. Il deficit del bilancio, lo sanno anche i bambini, è da ricercare in altri settori: comunque, fa bene l'assessore al Bilancio a richiamare tutti a un maggior senso di responsabilità».

Emanuele Lauria

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