

Mafia - Pagano: In pochi condannano la mafia burocratica
Martedì 22 Settembre 2009 14:57
E’ fin troppo facile condannare il fenomeno mafioso nell’accezione classica del termine. Chi si dichiarerebbe contrario alla condanna degli efferati omicidi di mafia, ai condizionamenti degli affari o degli appalti, al pizzo ed al racket dell’ usura? Questi atti sono di una gravità assoluta! Pochi, invece, condannano la mafia burocratica, quella silenziosa, sotterranea, dai colletti bianchi, che detiene il potere, che blocca le iniziative imprenditoriali, creando problemi invece di risolverli al fine di maturare crediti da tradurre in un posto di lavoro per figli e/o parenti od in incarichi professionali.
Quella mafia che per portare a compimento un iter chiede all’imprenditore, al manager, all’operatore economico, documenti su documenti per asservire i soggetti interessati e renderli proni al loro cospetto, costringendoli a scendere a patti per continuare quel lavoro dovuto. Quella mafia che tutti temono, che i più non nominano e che qualcuno ha definito "una tassa degli imprenditori". In verità questa è molto peggio! E’ un cappio insopportabile che scoraggia impresari, cittadini in genere, che vogliono intraprendere un cammino per realizzare attività lavorative in assoluta legalità. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: lo scoraggiamento ad intraprender nuove imprese o investire. E se qualche imprenditore inizialmente noncurante della situazione trova il coraggio dopo un po’ è costretto a fuggire. Questi burocrati appartenenti al sistema pubblico sono cinici e non hanno a cuore il bene comune. La loro è una mentalità legata al tornaconto. Ciò che al nord si ottiene in pochissimo tempo, da noi assume dei livelli paranoici. Un grande economista sudamericano, Hernando De Soto, afferma che la burocrazia nei paesi del terzo mondo è una forma di controllo della popolazione e richiede proventi illeciti istituzionalizzati con la conseguenza dell’impoverimento della popolazione. In Sicilia accade la stessa cosa. Le leggi che servono allo snellimento degli iter burocratici esistono, ma alcuni funzionari non solo non seguono le norme le reinterpretano per i loro subdoli disegni. Altri, invece, usano delegare la "firma" ad altri per non assumersi le loro responsabilità e quindi allungano ugualmente i tempi. Anche questi bloccano e frenano lo sviluppo. Ecco che le nuove esigenze della popolazione: sopprimere la cultura della burocrazia mafiosa, quella che si rifiuta di portare avanti richieste legittime.
Ritengo che mai come oggi la nostra provincia soffra questo tipo di fenomeno. Il mio personale consiglio è che le Amministrazioni adottino regolamenti vincolanti per gli uffici tesi a fornire per iscritto agli utenti un elenco della documentazione necessaria per portare avanti una qualsiasi iniziativa. Perché uno dei vizi che hanno i burocrati mafiosi è quello di chiedere documenti su documenti. Ricevuto il primo allungano i tempi chiedendone altri allo scopo di asservire le persone.
Questi regolamenti porterebbero al rispetto delle regole e dei tempi. E’ questo il momento di cambiare rotta e di iniziare a lavorare nel nome della cultura della legalità.
Il cittadino, l’imprenditore, il manager, si dissoci da questo modus operandi e denunci queste modalità. C’è una nuova classe dirigente politica che non è disposta a continuare come nel passato. Personalmente ho ricevuto molteplici segnalazioni a dimostrazione dell’esistenza di questo costume barbaro. E’ arrivato il momento di dire basta ed operare con fermezza per cancellare questo triste e malefico fenomeno.