Venerdì, 19 Aprile 2024


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Lettera di S.E. Mons. Paolo Romeo al Card. Salvatore De Giorgi

Cara Eminenza,

nel giorno, in cui si rende pubblica la decisione del Santo Padre Benedetto XVI di confidarmi il governo pastorale dell’Arcidiocesi di Palermo, rivolgo il primo saluto a Lei che nell’ultima decade mi ha preceduto nella stessa sede, lasciando una bella testimonianza di zelo pastorale e di sollecitudine apostolica.

Insieme a Lei, Eminenza, saluto calorosamente i Vescovi della Sicilia, con i quali avrò la grazia di fare concreta esperienza di collegialità episcopale nell’amicizia e nella comune sollecitudine per la costruzione del Regno di Dio in mezzo alle donne ed agli uomini dell’Isola. Lo stesso sentimento nutro per tutti i Vescovi italiani al cui servizio il Successore di Pietro ha voluto che dedicassi il mio ministero negli ultimi anni e con i quali, da ora, partecipo alla stessa premura pastorale, entrando a far parte della Conferenza Episcopale Italiana.

Rivolgo un rispettoso saluto alle pubbliche Autorità, verso le quali la dottrina sociale della Chiesa mi indirizza ad essere interlocutore cordiale, operoso ed attento in vista del bene comune. Nel pieno e convinto riconoscimento delle reciproche competenze e autonomie, ci unisca e ci sproni la forte passione per la vita, per la sua promozione ed il miglioramento delle sue condizioni in ogni fase, avendo sempre presente la centralità della persona ed operando a favore specialmente delle famiglie, dei giovani, dei più deboli e poveri, dei senza lavoro e degli immigrati. La dignità dell’uomo, infatti, è la magna charta scritta fin nelle radici della nostra civiltà.

Abbraccio con un pensiero affettuoso e con la preghiera tutti i componenti della comunità diocesana della quale da oggi vengo a far parte integrante: i Sacerdoti, con i quali sono chiamato a vivere una speciale comunione ministeriale, i Diaconi, le persone di vita consacrata, i laici, le famiglie, i giovani, gli anziani, tutto il popolo di Dio che è a Palermo. Con particolare affetto saluto i malati, i poveri, i carcerati, gli orfani, le famiglie in difficoltà e tutti coloro che sperimentano qualsiasi genere di sofferenza.

Per un disegno imperscrutabile della divina Provvidenza faremo insieme un tratto di strada in questo nuovo millennio che proprio la fiducia in Essa, ci incoraggia a sentire come ricco di speranza. Insieme, attraverso l’amore reciproco e l’amore verso tutti, testimonieremo che Cristo è vivo e presente tra noi. Personalmente sono davvero persuaso che il ministero del Vescovo si colloca all’interno di una fraternità; come pure sono intimamente convinto che una forte identità cristiana non innalza barriere, ma le abbatte: più si è fedeli al Vangelo e all’insegnamento della Chiesa e più si è capaci di valorizzare gli altri, di dialogare e di collaborare, per crescere tutti nella verità e nel bene.

Il Successore di Pietro mi manda a servire un popolo, quello di Palermo, ricco di tanti talenti e attitudini, protagonista di una lunga e straordinaria storia di umanità, di cultura e di arte, anche se travagliato da gravi e complesse problematiche. Il Signore mi manda in una grande Chiesa che, con la sua fede intensa e operosa, con i suoi luminosi e autentici testimoni – Vescovi, Sacerdoti, Religiosi e Laici – ha saputo largamente ispirare e irrobustire quella tradizione di civiltà che la distingue. Non nascondo, però, l’acuta consapevolezza dei miei limiti e si fa strada anche un sentimento di soggezione, soprattutto pensando al confronto con figure di pastori della Chiesa palermitana che mi hanno preceduto; e il mio pensiero va in questo momento all’indimenticabile ed amatissimo Cardinale Salvatore Pappalardo di cui, nel telegramma di cordoglio indirizzato a Vostra Eminenza, Sua Santità Benedetto XVI ha ricordato "con ammirazione la sua feconda e molteplice attività apostolica animata dal desiderio di annunciare Cristo e di accompagnare con il suo illuminato magistero il cammino di crescita morale e culturale della società palermitana". Con grande commozione gli abbiamo reso l’ultimo saluto nei giorni scorsi ed ora le sue spoglie riposano nella cappella di S. Cristina, all’interno della splendida Cattedrale di Gualtiero, dedicata all’Assunta e che sorge davvero su un "Camposanto di Santi". Pur nel timore, la mia fiducia rimane ferma, perché il Signore, così come mi manda, mi accompagna e mi sostiene.

Una parola e un pensiero tutto particolare vorrei riservare agli amatissimi Sacerdoti di Palermo, chiamati a dispensare i tesori della grazia dei Sacramenti. So quanto siete vicini alle vostre comunità, condividendone le gioie e i dolori, recependone i problemi e le attese. Vogliamo e dobbiamo essere, soprattutto, docili allo Spirito – nel senso originario della piena disponibilità ad essere da Lui istruiti – e dunque puntare decisamente sull’essenziale del nostro ministero, individuandone le priorità: predicazione, Eucaristia, sacramento della riconciliazione, educazione dei fedeli alla preghiera, accompagnamento spirituale e vocazionale, formazione degli operatori pastorali. Vorrei perciò che fin da subito i rapporti tra noi fossero veri, cordiali e fraterni.

Con uguale affetto ed apprezzamento ho presenti tutte le persone consacrate, componente preziosa della nostra comunità diocesana: coloro che sono chiamati alla vita contemplativa con i loro monasteri costituiscono una vera tenda del Signore nella città e con le loro mani alzate al Cielo impetrano incessantemente le grazie del Signore su tutti noi; coloro che, nelle loro attività apostoliche, svolte nel carisma proprio del loro istituto, sono il volto sollecito della Chiesa che rende concreto ed operante l’amore del Signore verso l’opera più grande delle sue mani: la creatura umana.

Mi sento vicino a tutti i fedeli laici, chiamati ad essere testimoni del Cristo Risorto nella quotidianità della vita e del lavoro. La loro fedeltà agli impegni battesimali costituisce un elemento di primaria importanza per l’Opera di Evangelizzazione confidata dal Signore alla sua Chiesa; in questo contesto, ho presente le aggregazioni laicali ed i movimenti che, in tutte le forme suscitate dallo Spirito e riconosciute dalla gerarchia, sono chiamati ad impegnarsi apostolicamente per far giungere l’annunzio del Vangelo al cuore degli uomini e creare comunità cristiane che con il loro pensare e il loro agire diano ragione della loro fede.

Pieno di commozione, consapevole della grande responsabilità affidatami, eppure sereno e abbandonato alla Volontà di Dio, mi affido al Signore Gesù che in questa vigilia natalizia ci conduce di nuovo a sé per tornare a scoprirlo presente in mezzo a noi. Lui stesso attiri ognuno di noi a sé con la grazia dolce e forte dello Spirito Santo; susciti in noi la stessa umiltà, capacità di ascolto e prontezza al dono totale di cui rifulse la Vergine Madre.

Per tutto questo e il molto ancora che mi preme nell’anima, avverto il bisogno di essere sostenuto e accompagnato in questo nuovo passo della mia vita. Particolarmente confido molto, Eminenza, nella Sua preghiera e in quella dei Sacerdoti e dei fedeli, specialmente delle persone di vita contemplativa. Mi affido, fin da ora, all’intercessione e al modello di Santa Rosalia, Patriae servatrici, che non ebbe altra regola se non quella delle Beatitudini evangeliche.

Nel pregarLa, Signor Cardinale, di farsi partecipe di questi sentimenti con la porzione del Popolo Santo di Dio che Lei ha guidato con generosa dedizione in questa ultima decade, invoco per l’intercessione di Maria, le più elette benedizioni del Signore su di Lei, Eminenza, sulla amata Chiesa ed il popolo tutto di Palermo.

A Sua Eminenza Reverendissima

Il Sig. Card. Salvatore De Giorgi

Arcivescovo di Palermo

 

 

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