Giovedì, 25 Aprile 2024


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La legalità come progetto educativo

(Tratto da: Il Domenicale) – Un anno nel segno della legalità. Una scelta forte, indirizzata alle scuole siciliane, che sottolinea l'impegno sul tema dell'educazione alla legalità dell'assessorato regionale alla Pubblica Istruzione, il quale ha intitolato l'anno scolastico in corso alla memoria del giudice Rosario Livatino e dell'imprenditore Libero Grassi. L'obiettivo del protocollo d'intesa, firmato con Massimo Russo, presidente della Fondazione "Progetto Legalità in memoria di Paolo Borsellino e di tutte le altre vittime della mafia", è quello d'incoraggiare la diffusione in tutte le scuole siciliane della cultura della legalità attraverso la collaborazione tra l'assessorato regionale alla Pubblica Istruzione, la stessa Fondazione, l'Ufficio Scolastico Regionale, il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria e il movimento delle associazioni antiracket e antiusura.

«L'avvio del progetto "Legalità è Futuro" ha detto l'assessore Pagano risale al 21 settembre dello scorso anno e non a caso abbiamo voluto che partisse da Agrigento, nel giorno della commemorazione del giudice Livatino, e in coincidenza con l'apertura dell'anno scolastico».

Oltre mille ragazzi provenienti da tutta la Sicilia sono stati protagonisti di una manifestazione che è stata solo il preludio di una serie di numerose iniziative sviluppatesi nel corso dell'anno e che hanno coinvolto, oltre all'assessorato regionale alla Pubblica Istruzione, anche l'Associazione Nazionale Magistrati, la Commissione Nazionale Antimafia, le associazioni di categoria di imprenditori, commercianti e sindacali, le associazioni antiracket e antiusura del territorio, il sistema delle banche e dei Consorzi Fidi, delle Forse dell'Ordine e dell'Associazione Italiana Genitori.

Un progetto al quale hanno preso parte testimoni d'eccezione: dal presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, Roberto Centaro; al sostituto procuratore della ODA di Palermo e presidente della Fondazione Progetto Legalità, Massimo Russo; dal direttore generale del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, Sebastiano Ardita agli esponenti della società civile, ai familiari delle vittime della mafia, ai giornalisti e agli uomini dello spettacolo e dello sport.

A discutere di mafia, di legalità, di valori e rispetto delle regole si sono dati il cambio Pina Malsano Grassi; Manfredi Borsellino; Massimo Costa; Mario Caniglia, delegato siciliano del movimento associazioni antiracket; Gaetano Savatteri, firma del TG 5; Catena Fiorello, conduttrice televisiva e sorella di Rosario Fiorello; Vincenza Cali, campionessa italiana di atletica leggera; e i comici Salvo Ficarra e Valentino Picone.

Con il progetto si è voluto insomma dare - dicono gli organizzatori - una coraggiosa e precisa impronta all'azione delle istituzioni regionali nel campo dell'istruzione e per questo motivo si è dedicato l'intero anno scolastico corrente al sacrificio del giudice Livatino, di cui ricorre il quindicesimo anniversario dell'omicidio, e a Libero Grassi, il cui gesto di ribellione alla mafia è considerato a buon diritto un esempio fondamentale per la crescita morale e civile della collettività isolana. «Se "Identità è Futuro" è il nostro denominatore comune nei Beni Culturali dice Pagano, "Legalità è Futuro" è stato il leit-motiv del 2005-2006 attraverso anche la creazione di un marchio che ci ha accompagnato in ogni nostra iniziativa».

«Dobbiamo essere presenti -prosegue l'assessore - per spiegare ai nostri giovani che i valori espressi dal sacrificio e la memoria di uomini come Borsellino, Falcone e Livatino e dei tanti eroi scomparsi per mano mafiosa devono costituire un riferimento importante anche per la nostra quotidianità».

All'interno della scuola siciliana sono del resto presenti, e dovranno essere al meglio valorizzate, tutte le potenzialità utili a educare le nuove generazioni alla cultura della legalità e della trasparenza. In questo senso l'educazione alla legalità nelle scuole rappresenta la tappa iniziale di un percorso che porterà le istituzioni regionali a guidare gli studenti siciliani alla riscoperta del valore delle leggi e a farsi essi stessi protagonisti del rinnovamento.

La scuola nel suo insieme è infatti legalità: e va intesa non come "un momento", seppure importante della vita di ognuno di noi, ma come il luogo in cui per la prima voltaci si confronta con altri, dove bisogna rispettare alcune norme e osservare condotte precise. La scuola è cioè la prima grande istituzione da rispettare e da rafforzare, ed è nella scuola che avviene il passaggio di consegne tra le generazioni.

Per questo "l'istituzione scuola" può svolgere un ruolo di primo piano nella diffusione della cultura della legalità e della democrazia, mirando a costruire una migliore convivenza tra diversi, nel rispetto delle regole, e quindi una società più giusta. Rosario Livatino è e resta, a questo proposito, un esempio imprescindibile.

La scuola de ve infatti assumersi l'oneroso compito soprattutto in un luogo "caldo" qual è la Sicilia per quanto riguarda il fronte della lotta alla criminalità organizzata d'insegnare agli adolescenti e ai giovani i valori autentici della vita, di stimolarne la capacità critica e di offrire loro certezze morali. Tutto questo allo scopo di creare una futura classe dirigente che sia ispirata a quei principi civili e culturali, sociali e religiosi che rappresentano la certezza che i valori tradizionali garantiscono, oggi e domani, alla vita sociale della terra siciliana. »

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