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Zone Franche Urbane (ZFU)

Cosa sono e come si individuano

Le Zone Franche Urbane (ZFU) sono aree infra-comunali di dimensione minima prestabilita dove si concentrano programmi di defiscalizzazione per la creazione di piccole e micro imprese. Obiettivo prioritario delle ZFU è favorire lo sviluppo economico e sociale di quartieri ed aree urbane caratterizzate da disagio sociale, economico e occupazionale, e con potenzialità di sviluppo inespresse.
L’iniziativa nasce dall’esperienza francese delle Zones Franches Urbaines, lanciata nel 1996 e oggi attiva in più di 100 quartieri.

In questa prima fase pilota, l’istituzione di un numero limitato ZFU nelle città italiane prevede agevolazioni fiscali e previdenziali per rafforzare la crescita imprenditoriale e occupazionale nelle piccole imprese di nuova costituzione ivi localizzate. Tali agevolazioni consistono in:

  • esenzione dalle imposte sui redditi per 5 anni
  • esenzione dall’IRAP
  • esenzione dall’ICI
  • esonero dal versamento dei contributi previdenziali

In misura minore e circoscritta, è previsto anche il sostegno ad imprese già operanti nelle medesime aree.

Nel suo disegno definitivo, il dispositivo approvato estende l’ammissibilità ai benefici ad aree urbane, caratterizzate da significativi fenomeni di disagio sociale, localizzate in città sull’intero territorio nazionale.

Per l'individuazione delle aree si utilizzano indicatori oggettivi costruiti sulla base di dati infra-comunali del Censimento 2001.

Per il finanziamento del dispositivo, la legge finanziaria 2007 (L. 296/2006, art.1 comma 340 e successivi) istituisce un Fondo di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009. La legge finanziaria 2008(L. 244/2008, commi 561, 562 e 563) ha confermato tale stanziamento e definito in maggiore dettaglio le agevolazioni fiscali e previdenziali che, in ogni caso, troveranno la loro definizione particolareggiata in un decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze attualmente in preparazione. Al termine del processo di individuazione delle ZFU ammesse a finanziamento sarà necessario procedere alla notifica formale della DG Concorrenza della Commissione europea, includendo la lista e la descrizione delle caratteristiche sociodemografiche delle aree, nonché il dispositivo di dettaglio delle agevolazioni. L’autorizzazione comunitaria finale consente, dunque, l’effettiva entrata in vigore dei benefici previsti.

Istruttoria tecnica e proposte di individuazione ZFU - anno 2008

Il Gruppo Tecnico dipartimentale ha completato, il 30 settembre 2008, l'istruttoria delle proposte progettuali dei Comuni e delle Relazioni Tecniche delle Regioni.

L'analisi svolta dal GT si è concentrata sulla verifica della rispondenza dei progetti a quanto definito dalla normativa di riferimento e sull'analisi delle strategie di sviluppo articolate per raggiungere un miglioramento del disagio socio-economico di tali aree.

In particolare sono stati esaminati i seguenti aspetti:

  • Completezza e consistenza delle 11 Relazioni Tecniche regionali.
  • Ammissibilità delle 63 Amministrazioni Comunali proponenti.
  • Ammissibilità delle 64 ZFU indicate dalle proposte.
  • Controllo sulla contiguità territoriale delle aree proposte come ZFU.
  • Controllo sui valori e sulla misurazione dell’Indice di Disagio Socioeconomico (IDS) in tutte le proposte progettuali.
  • Analisi dei criteri e delle valutazioni alla base delle indicazioni di priorità contenute in Relazioni Tecniche regionali

Una Relazione Tecnica dipartimentale sintetizza il metodo e gli esiti del processo analitico e descrive proposta di individuazione che il MISE sottoporrà all'attenzione del CIPE.

  • Relazione e proposta di individuazione del Gruppo Tecnico dipartimentale.
  • Relazione e proposta di individuazione del Gruppo Tecnico dipartimentale. Allegati cartografici

    Relazioni tecniche trasmesse dalle Regioni entro il 5 agosto 2008:

    • Abruzzo
    • Basilicata
    • Calabria
    • Campania
    • Molise
    • Lazio
    • Liguria
    • Puglia
    • Sardegna
    • Sicilia
    • Toscana

    Aumentare il numero di ZFU in Sicilia

    Alcune considerazioni preliminari
    • Tutto l’impianto valutativo delle ZFU proposte dai comuni è stato gestito in modo puntuale e corretto da parte del MISE/DPS. Nel caso di alcune regioni (Sicilia ad esempio) il MISE/DPS si è basato su quanto già fatto dalle amministrazioni regionali avallandone le valutazioni;
    • In questi giorni si sono succeduti molti interventi, anche parlamentari, errati nel merito, poiché assegnano ad una volontà ministeriale o regionale l’esclusione a priori di alcuni comuni;
    • In realtà, il MISE/DPS e l’ANCI hanno abbondantemente diffuso, e nei tempi giusti, le informazioni necessarie ai comuni per presentare una progetto di ZFU, fornendo anche tutti gli strumenti tecnici utili per produrre la proposta nel giro di pochi giorni;
    • I comuni che non hanno presentato nulla non hanno ragioni valide cui appellarsi (vedi purtroppo Palermo);

    Il problema

    Chiarite le cose, e sgombrato il campo dagli equivoci, tuttavia la Sicilia rimane penalizzata dalle scelte del MISE/DPS per il numero di ZFU che le sono state assegnate. Questo è l’unico elemento critico che è possibile individuare nell’intero meccanismo di scelta utilizzato.

    Infatti, la distribuzione delle ZFU non è equilibrata, ponendo sullo stesso piano della Sicilia regioni come la Sardegna e la Calabria che offrono contesti notevolmente differenti:

    Distribuzione delle ZFU su proposta MISE/DPS per il CIPE (solo regioni del Mezzogiorno)

Regioni

Numero di ZFU*

Molise

1

Campania

3

Puglia

3

Calabria

3

Sicilia

3

Sardegna

3

Abruzzo

1 aggiuntiva (oltre quelle previste dalla Circolare)

Basilicata

1 aggiuntiva (oltre quelle previste dalla Circolare)

*A queste occorre aggiungere le due previste per il Lazio. Invece, quella della Basilicata e quella dell’Abruzzo sono previste in aggiunta a quanto già deliberato, insieme a una per la Liguria e una per la Toscana)

 

Una soluzione alternativa basata su criteri oggettivi

Questa scelta di assegnare lo stesso numero di ZFU a Calabria e Sardegna stride fortemente con la strategia fino adesso utilizzata di ripartire, ad esempio, le risorse disponibili sul territorio (FAS e comunitarie) basate sempre sul principio della proporzionalità nel rispetto del differente peso delle regioni. Non si capisce perché la Sicilia debba avere lo stesso numero di ZFU di Calabria e Sardegna quando, ad esempio, la Sicilia ha il doppio del territorio e il triplo della popolazione della Calabria e più territorio e quasi 4 volte la popolazione della Sardegna.

L’applicazione della chiave di riparto FAS, che è costruita sulla base di indici di dimensione e di disagio socio-economico che rispetterebbero dunque i criteri di base delle ZFU, conduce ai seguenti risultati basati su criteri inoppugnabili, equi ed oggettivi:

Regioni

Chiave di riparto FAS

Riparto ZFU equilibrato

Attuale proposta MISE/DPS

Abruzzo

4,73

1

1

Molise

2,64

0

1

Campania

22,72

4

3

Puglia

18,11

3

3

Basilicata

4,98

1

1

Calabria

10,34

2

3

Sicilia

23,87

4

3

Sardegna

12,61

2

3

La proposta

Il MISE/DPS stesso propone nella nota per il CIPE di ampliare il numero delle ZFU per includere anche Toscana e Liguria, in ossequio agli orientamenti comunitari, e stabilisce anche che tale ampliamento sarebbe sostenibile finanziariamente.

In questa "apertura" sarebbe opportuno inserire anche la richiesta di almeno una o due ZFU aggiuntive per la Sicilia finalizzata a maggiore equità e correttezza tecnica, perché in tal modo:

  1. Si rispetterebbero le forti differenze tra le varie regioni coinvolte;
  2. Si supporterebbero maggiormente gli orientamenti comunitari e il carattere sperimentale del dispositivo che, dovendo tenere conto dei differenti dei contesti di applicazione, trarrebbe indubbio giovamento da una ripartizione maggiormente rappresentativa della variabilità territoriale.

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