Venerdì, 29 Marzo 2024


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Dopo crisi/Inizia l’aiuto alle famiglie

"Lo scopo non è quello di salvare le banche, ma di tutelare i risparmiatori e garantire la continuità dei finanziamenti alle imprese". Sta in queste parole di Giulio Tremonti la filosofia degli interventi messi a punto dal governo. Concetti che vanno sottolineati e spiegati perché mai come ora appare fondamentale l’esigenza che il governo comunichi correttamente il senso dei due decreti anticrisi, che nei titoli dei giornali vengono liquidati come "provvedimenti salva-banche".

Una dizione frutto di esigenze di sintesi giornalistica, che presta il fianco alla strumentalizzazione di quanti, facendo leva sulla paura, sulla impreparazione e sul disorientamento dei piccoli risparmiatori, puntano a far passare questi interventi come operazioni a spese dei cittadini e non a favore dei cittadini.

Nelle trasmissioni televisive e radiofoniche di questi giorni è possibile ascoltare interventi di politici del "tanto meglio, tanto peggio" che parlano di provvedimenti "Robin Hood alla rovescia", ma anche di semplici ascoltatori che manifestano lo stesso dubbio: banche e speculatori si salvano, noi paghiamo. Da qui l’esigenza di informare meglio e di spiegare come e perché i decreti del governo abbiano la finalità non di salvare le banche facendo pagare ai cittadini, ma di mettere in sicurezza il sistema bancario come presupposto per salvare il risparmio degli italiani e rimettere in moto l’economia.

1. Con il decreto dell’8 ottobre il governo aveva istituito una garanzia statale a favore dei depositanti, in aggiunta ai sistemi di garanzia già previsti dal fondo interbancario fino a 103mila euro. Una "corazza" in più, a garanzia statale, a difesa dei conti correnti.

2. Nessuna banca italiana rischia il fallimento e quella più esposta, Unicredit, ha risolto i propri problemi con un aumento di capitale privato. La scelta di ipotizzare interventi del Tesoro con la sottoscrizione di azioni privilegiate e, all’estremo, un commissariamento è stato un provvedimento puramente prudenziale, necessario per tranquillizzare ulteriormente i mercati e quei risparmiatori che fossero tentati da una corsa agli sportelli per ritirare i depositi.

3. Nessun "Robin Hood alla rovescia". Gli interventi di sostegno alla liquidità e di garanzia sulle operazioni di finanziamento non hanno alcun impatto sui conti pubblici. Potrebbero addirittura essere un affare per lo Stato grazie all’incasso delle commissioni sulle garanzie. Anche l’eventuale sottoscrizione delle azioni, visti i corsi di Borsa, potrebbero consentire al Tesoro di guadagnare.

4. Si rimette in moto il circolo virtuoso della fiducia e della circolazione di liquidità tra le banche, con un doppio effetto: una discesa dei mutui, che sono agganciati al tasso interbancario (Euribor), oggi superiore al 5% ("Ora ci aspettiamo che scenda", ha detto Draghi); la riapertura di linee di credito verso le aziende, soprattutto quelle piccole e medie, che rischiavano l’asfissia finanziaria.

Tutto questo dimostra che i provvedimenti messi a punto dl governo in pieno accordo con Bankitalia salvano, prima delle banche, il risparmio degli italiani e avviano una correzione di rotta a favore dell’economia reale, a sostegno delle famiglie (mutui) e delle imprese (credito).

Europee/L’Udc va allo scontro: 300 emendamenti in commissione

L'opposizione attacca divisa sulla riforma della legge elettorale in discussione in commissione Affari Costituzionali alla Camera. Oggi alle 12, allo scadere del termine per gli emendamenti al testo base presentato la settimana scorsa dal relatore Peppino Calderisi, infatti, i centristi dell'Udc hanno scelto la linea dell'ostruzionismo depositando oltre trecento proposte di modifica, mentre le correzioni chieste da Pd e Idv sono decisamente di meno: tra le 40 e le 50 dai democratici e 6 dal partito di Di Pietro. Se a questi si aggiungono i tre della Lega, il risultato e' un fardello di circa 380 emendamenti al testo che saranno votati a partire da domani.

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