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Intervento dell'On.le Antonio Palmieri in materia di Quoziente Familiare

Di seguito viene pubblicato l'intervento del mio caro e stimato collega On.le Antonio Palmieri fatto alla Camera dei Deputati oggi 16/7/2008 in materia di quoziente familiare. Intervento di cui si condivide pienamente il contenuto.

On.le Alessandro Pagano

ANTONIO PALMIERI. Signor Presidente, è comprensibile che il «turbo-avvio» del Governo abbia potuto confondere i colleghi dell'opposizione. Tanti provvedimenti importanti in poche settimane possono effettivamente dare l'impressione che il Governo Berlusconi sia in carica da ormai cinque anni.

Se così fosse le critiche che avete rivolto a noi ed al Governo sarebbero almeno in parte motivate, ma non è così. Ricordo a voi e a tutti noi, compresi i promotori della petizione e le centinaia di migliaia di cittadini che l'hanno firmata (molti dei quali siedono nei banchi del PDL) che il Governo Berlusconi in realtà è al lavoro da meno di due mesi, cioè solamente dal 21 maggio di quest'anno. È dunque del tutto sbagliato, ingiusto e controproducente valutare la politica familiare del Governo come se fossimo nel maggio del 2013, anziché a metà luglio del 2008, sopratutto se, come molti di voi hanno detto, avete davvero a cuore il bene della famiglia.
Ciò premesso signor Presidente, credo che chi ha cuore la famiglia deve in primo luogo avere a cuore la verità, e la verità e la realtà ci dicono che molti dei provvedimenti di questo «turbo-avvio» del Governo sono stati provvedimenti volti a proteggere la famiglia, a cercare di metterla al riparo per quanto possibile dalla crisi che sta colpendo l'Italia e l'intero Occidente. L'abolizione totale dell'ICI, il blocco delle imposte addizionali degli enti locali, l'accordo con le banche per la rinegoziazione dei mutui, il piano casa: questi sono provvedimenti concreti concepiti proprio per tutelare la famiglia in questo tempo di emergenza. Lo stesso dicasi per la social card finanziata con la Robin Hood tax, per l'assenza di nuovi ticket sulla sanità nel cosiddetto decreto economico, per la detassazione degli straordinari e dei premi di produzione, e anche per il cosiddetto decreto sicurezza che abbiamo appena approvato. Sono tutti provvedimenti che puntano a tutelare la famiglia in una situazione di grande e immediata difficoltà.
Abbiamo cercato di dare una prima risposta alle maggiori tasse e alle maggiori spese che le famiglie hanno dovuto affrontare in questi ultimi due anni, per colpa certamente della congiuntura economica avversa, ma sicuramente anche per colpa delle scelte sbagliate del Governo Prodi, prima fra tutte l'abolizione del sistema delle deduzioni in vigore dal 2005 per tornare al sistema delle detrazioni familiari.
Detto questo per amore di verità, signor Presidente e colleghi, noi abbiamo il dovere di dare risposta alla petizione a favore di un fisco a misura di famiglia, e questa risposta la daremo. Il Governo si è impegnato a farlo nell'arco della legislatura e manterrà l'impegno. Lo vincola adesso il patto elettorale, lo vincola la risoluzione del DPEF approvata la scorsa settimana che impegna a destinare alla famiglia le risorse che emergeranno dalla nostra politica economica. In proposito voglio sottolineare che il DPEF, colleghi dell'opposizione, non esaurisce la politica del Governo; esso e la manovra economica collegata sono le precondizioni non solo per rispettare gli impegni con l'Europa, ma anche per riorganizzare la spesa pubblica recuperando risorse da investire per lo sviluppo del Paese e della famiglia. Il DPEF è dunque un primo tempo necessario per affrontare la congiuntura sfavorevole, rimediare ai guasti del Governo Prodi, approntare le condizioni per far ripartire l'Italia e in primo luogo la famiglia.
Inoltre, conferma tutto ciò il fatto che la maggioranza e il Governo hanno approvato in quest'Aula due settimane fa un ordine del giorno presentato al decreto-legge sull'ICI e sulla detassazione degli straordinari che impegna il Governo a rimodulare nel 2009 la detassazione in base al numero dei componenti la famiglia. Si tratta di un impegno passato inosservato, ma che testimonia due cose: in primo luogo la volontà di mantenere l'impegno di arrivare al quoziente familiare, in secondo luogo un'impostazione culturale di metodo tale per cui si affrontano i singoli provvedimenti nell'ottica del quoziente familiare. Credo che questa impostazione culturale sia importante da sottolineare.

Concludo, signor Presidente, con un'ultima riflessione: la nostra politica, la politica fatta dal Governo Berlusconi dal 2001 al 2006, con il raddoppio delle detrazioni per i figli nel 2002, con il bonus bebè nel 2004, 2005 e 2006, con l'introduzione del sistema delle deduzioni familiari dal 2005 e con i primi provvedimenti di questa legislatura, che ho pocanzi ricordato, è costituita da fatti che parlano di più e meglio delle parole.
Invito, per questo motivo, i promotori della petizione e i firmatari a ricordare, invece, quanto hanno dovuto patire durante il Governo Prodi, al punto tale che hanno sentito l'urgenza e la necessità, un anno fa, di convocare una manifestazione di piazza proprio per difendere la famiglia dagli attacchi di quel Governo.
La realtà e la memoria, signor Presidente, come lei sa bene, battono la propaganda, sempre.
Per tutti questi motivi, confermo l'impegno del Popolo della Libertà e dell'intera maggioranza a lavorare per la famiglia; lo faremo con chiunque vorrà farlo insieme a noi in quest'Aula e fuori di essa.
Concludo confermando il voto favorevole del Popolo della Libertà sulla mozione Taglialatela ed altri n. 1-00028 (e ringrazio il collega Taglialatela per averla presentata), sulla mozione Lussana ed altri n. 1-00025, sulla mozione Vietti ed altri n. 1-00011 (Nuova formulazione) e, ovviamente, il nostro voto contrario sulle due mozioni delle altre componenti della minoranza (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

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