Venerdì, 19 Aprile 2024


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Esaminato dalla VI Commissione Finanze lo Schema di Decisione di finanza pubblica per gli anni 2011-2013 (Doc. LVII, n. 3)

 






PROPOSTA DI PARERE DEL RELATORE ON. ALESSANDRO PAGANO

 


La VI Commissione,
esaminato lo Schema di Decisione di finanza pubblica per gli anni 2011-2013 (Doc. LVII, n. 3);
rilevato come la Decisione di finanza pubblica per gli anni 2011-2013 costituisca il nuovo documento di programmazione economica e finanziaria delineato dalla legge n. 196 del 2009, di riforma della contabilità pubblica, sostituendo il Documento di programmazione economico-finanziaria (DPEF) previsto dalla precedente disciplina contabile;
evidenziato come la stessa Decisione di finanza pubblica sia peraltro destinata ad essere superata, quale documento di programmazione economica e finanziaria, alla luce della ormai prossima riforma della politica economica europea, che si sta sviluppando e discutendo in questi giorni, in vista dell’approvazione di una nuova versione del Patto di stabilità e crescita;
rilevato, a quest’ultimo proposito, come la discussione in sede UE sulla proposte legislative recentemente presentate dalla Commissione europea per la riforma del patto di stabilità e il rafforzamento della governance economica dell’Unione debba essere affrontata dal Governo, nonché da tutte le componenti politiche ed istituzionali del Paese, con la massima attenzione e consapevolezza, trattandosi di un passaggio cruciale che condizionerà le prospettive, economiche e politiche, della stessa Unione ed inciderà sulle opzioni di politica economica di lungo periodo degli Stati membri;
sottolineato come lo Schema di DFP recepisca gli effetti del decreto – legge n. 78 del 2010, con il quale il Governo ha anticipato la manovra triennale di finanza pubblica 2011-2013, e confermi nella sostanza gli obiettivi programmatici già esposti nella Relazione unificata sull’economia e la finanza pubblica (RUEF) per il 2010;
evidenziato come la DFP segnali la ripresa economica che ha caratterizzato l’economia mondiale nei primi due trimestri del 2010, nonché il miglioramento dello scenario macroeconomico dell’economia italiana, le cui stime per il 2010 sono migliorate rispetto alle previsioni contenute nella RUEF, passando da un tasso di crescita del PIL dell’1% ad un tasso dell’1,2%;
rilevato, peraltro, come, alla luce dei segnali di rallentamento emersi nel terzo trimestre di quest’anno, le prospettive di crescita non risultino ancora stabili, come segnalato dalla DFP, la quale rivede infatti dall’1,5% all’1,3% il tasso di incremento del PIL nel 2011;
sottolineata positivamente la scelta prudenziale del Governo di anticipare la manovra di aggiustamento dei conti per gli anni 2011-2013 con il decreto - legge n. 78 del 2010, per mantenere gli impegni assunti in sede europea ai fini del rispetto delle norme del Patto di stabilità;
evidenziato come la politica di rigore seguita dal Governo abbia consentito ai conti pubblici italiani di sopportare meglio di quanto avvenuto in molti altri Stati europei gli effetti negativi determinati dalla crisi mondiale, salvaguardando la stabilità finanziaria del Paese nonostante il grave vincolo costituito da un ammontare di debito pubblico particolarmente ingente;
rilevato come tale impostazione di politica economica continui a riscuotere l’apprezzamento dell’Unione europea;
sottolineato, in particolare, come le previsioni della DFP indichino, nel periodo 2010-2013, una progressiva riduzione dell’indebitamento netto, che dovrebbe scendere al di sotto del livello del 3% a partire dal 2012, per raggiungere un valore del 2,2% nel 2013;
rilevato come l’azione di contenimento del livello dell’indebitamento sia stato prevalentemente realizzato attraverso un significativo ridimensionamento delle uscite complessive pari a circa 26 miliardi nel periodo 2011-2013, conseguente alle rigorose politiche di riqualificazione della spesa pubblica e di riduzione delle spese improduttive perseguite dal Governo durante tutto l’arco della legislatura;
evidenziato come la DFP indichi un lieve incremento del rapporto debito pubblico/PIL, dovuto alle revisioni statistiche apportate dall’ISTAT sul risultato raggiunto nel 2009 ed alle maggiori emissioni di titoli necessarie per finanziarie i contributi italiani alla Grecia nel quadro dell’operazione di sostegno a livello europeo in favore di tale Paese;
rilevato come la DFP preveda, nel periodo considerato, una lieve riduzione, in rapporto al PIL, delle entrate tributarie rispetto al 2009, ed una diminuzione del livello della pressione fiscale, il cui rapporto con il PIL dovrebbe ridursi dal 43,2 % nel 2009 al 42,4 % nel 2013;
sottolineati gli effetti positivi determinati dall’azione di contrasto all’evasione fiscale e contributiva perseguita dal Governo, ulteriormente rafforzata dalle misure da ultimo adottate con il decreto – legge n. 78 del 2010, relative all’accertamento sintetico dei redditi, all’introduzione dell’obbligo della fattura telematica, all’introduzione dell’obbligo di ritenuta d’acconto sui lavori di ristrutturazione edilizia che beneficiano delle agevolazioni fiscali, all’eliminazione del regime fiscale agevolato per i Fondi immobiliari a ristretta base partecipativa, all’introduzione della tracciabilità dei movimenti in contanti anche per importi inferiori a 12.500 euro, la quale dovrebbe determinare effetti di maggiori entrate stimate dalla DFP in circa lo 0,5 % in rapporto al PIL; 
evidenziato, come, nonostante gli effetti negativi determinati anche sotto questo profilo dalla recessione economica, le entrate tributarie mostrino una sostanziale tenuta lungo l’arco temporale considerato dalla DFP, in quanto la tendenziale riduzione del gettito delle imposte dirette dovrebbe essere bilanciata dal miglioramento nell’andamento delle imposte indirette;
rilevato, a tale proposito, come la manovra finanziaria adottata dal Governo contenga anche, sia pure nei limiti imposti dalle esigenze di stabilizzazione  della finanza pubblica, interventi di alleggerimento fiscale per circa 6 miliardi nel triennio 2011-2013, derivanti essenzialmente: dalla riduzione dell’acconto IRPEF per gli anni 2011 e 2012; dall’applicazione di un regime IRPEF sostitutivo sulla quota di retribuzione correlata agli aumenti di produttività; dalla proroga degli incentivi fiscali in favore dei ricercatori e dei docenti italiani residenti all’estero che rientrano in Italia; dall’introduzione di un meccanismo di opzione per le imprese dei Paesi dell’Unione europea che avviano un’attività produttiva in Italia; dall’introduzione di un regime di fiscalità di vantaggio nelle aree deboli del Paese attivabile dalle singole regioni;
sottolineato come le scelte di politica fiscale dovranno sempre più tenere conto dell’elemento evolutivo rappresentato dal progressivo completamento del processo di attuazione del federalismo fiscale, il quale vedrà, da un lato, una maggiore responsabilizzazione delle regioni e degli enti locali rispetto alle proprie decisioni di allocazione delle risorse, e, dall’altro, attribuirà a tali livelli di governo maggiore autonomia nella gestione degli strumenti di prelievo tributario;
esprime  

 

PARERE FAVOREVOLE

con le seguenti osservazioni:

a) si richiama l’esigenza che il Governo e l’intero sistema istituzionale del Paese siano in grado di incidere concretamente sul processo di riforma, che si è appena aperto, relativo alla disciplina del patto di stabilità ed al rafforzamento della governance economica dell’Unione, evitando in particolare il rischio che il condivisibile obiettivo di garantire la qualità e la stabilità di lungo periodo delle politiche di bilancio degli Stati membri dell’Unione europea, ed in particolare dell’area dell’Euro, finisca per privare i governi nazionali degli strumenti di politica economica indispensabili per sostenere la crescita, rilanciare gli investimenti e la ricerca, migliorare il livello di competitività delle economie europee, frapponendo in tal modo un ostacolo insuperabile alla definizione di linee di politica economica comuni all’Unione europea nel suo complesso, al fine di raggiungere gli obiettivi competitività e di crescita stabiliti dalla Strategia 2020; 

b) in tale contesto, si evidenzia la necessità di proseguire, a livello nazionale, in un’impostazione di politica economica che coniughi l’esigenza di garantire la sostenibilità di lungo periodo degli equilibri di bilancio con quella di liberare il più possibile risorse da destinare al sostegno della domanda e ad interventi infrastrutturali; 

c) in questo senso appare fondamentale proseguire nell’azione di contrasto all’evasione ed all’elusione fiscale, incentivando una sempre maggiore partecipazione degli enti locali, in specie dei comuni, a tale azione, non solo per incrementare il gettito erariale, ma soprattutto per realizzare una più equa ripartizione dell’imposizione tributaria e reperire risorse aggiuntive senza incrementare la pressione fiscale dei contribuenti onesti; 

d) nella medesima prospettiva, si rileva inoltre la necessità di avviare un processo di revisione e semplificazione del sistema tributario, che consenta di perseguire l’obiettivo programmatico della progressiva riduzione della pressione fiscale, in un quadro di piena responsabilità di bilancio, introducendo più concrete forme di sostegno alle famiglie, riequilibrando il carico tributario a favore del lavoro e dei fattori produttivi dell’economia reale e favorendo una maggiore capitalizzazione delle imprese; 

e) a tale proposito si segnala altresì l’esigenza di evitare che l’attuazione del nuovo Accordo di Basilea 3, volto a rafforzare i meccanismi per garantire l’adeguatezza patrimoniale delle banche a fronte dei finanziamenti da loro erogati, non determini effetti negativi sull’effettiva disponibilità di credito per il sistema produttivo, in particolare per le piccole e medie imprese, le quali costituiscono l’elemento caratterizzante del tessuto produttivo italiano, e risultano già gravemente provate dalla recessione e dalla concorrenza dei Paesi emergenti; 

f) si sottolinea come il completamento della riforma in senso federalista del sistema tributario debba ispirarsi ai medesimi principi di responsabilità di bilancio e di orientamento alla crescita dello strumento tributario, assicurando un maggiore coinvolgimento di tutti i livelli di governo nelle scelte fondamentali di politica economica e nel raggiungimento degli obiettivi fissati; 

g) sotto un profilo specifico, si segnala l’esigenza di apportare correttivi alla normativa sui rimborsi IVA, al fine di venire incontro alle esigenze delle numerose imprese italiane che, alla luce delle modifiche recentemente intervenute nella disciplina IVA relativa alla territorialità delle operazioni imponibili a seguito del recepimento nell’ordinamento italiano della direttiva 2008/8/CE operato dal decreto legislativo n. 18 del 2010, hanno visto ridursi significativamente la possibilità di compensare l’imposta assolta sugli acquisti, e sono ora costrette a recuperare tali crediti d’imposta attraverso il più lungo e complesso meccanismo dei rimborsi, con conseguenti, gravosi oneri finanziari a loro carico.

 

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