Venerdì, 19 Aprile 2024


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Lettera aperta dell' On. Pagano su caduta del muro di berlino

"Molti credono che il comunismo sia morto. Ed invece no, è vivo e vegeto, solo che è più nascosto. Cina, Cuba, Bolivia, Brasile, il Nicaragua del neo presidente Daniel Ortega, capo del movimento sandinista le cui violenze sono ancora oggi tristemente ricordate; il ricchissimo Venezuela di Chavez che è il primo importatore di armi al mondo e finanzia tutti i partiti comunisti rivoluzionari del pianeta sono solo alcuni esempi di paesi che vivono sotto l’imposizione del peggiore dei tiranni.

Bertinotti, addirittura, ha proposto a Prodi di prendere esempio dai governi di Lula e Chavez, dimenticando che il Partito dei Lavoratori guidato dall’ex sindacalista Lula, è risultato uno dei più corrotti della storia mondiale mentre quello di Chavez, oltre a tenere sotto la soglia di povertà il 70% della popolazione, è in stretti rapporti con i più pericolosi terroristi internazionali.

Forse è anche per questa ragnatela di rapporti che, regolarmente ogni anno, con l’avvicinarsi del 9 novembre – l’anniversario della caduta del Muro di Berlino nel 1989 – molti esponenti del centrosinistra, alcuni dei quali vivono proprio in provincia di Caltanissetta, vengono colpiti dalla sindrome di "Goodbye Lenin", cioè quella di chi, come nell’omonimo film, fa finta che il Muro di Berlino, e con esso il comunismo, non sia mai caduto.

E’ invece l’occasione giusta per dimostrare di essere guariti del tutto da questa malattia vivendo questo giorno come la festa della libertà che, grazie al Governo Berlusconi, è diventata una celebrazione ufficiale della nostra nazione. La festa di Berlino, che 15 anni fa si liberava dal muro, simbolo dell’oppressione del regime comunista, che l’aveva divisa per 28 anni, e quella dell’Europa che, affrancata dal giogo della dittatura sovietica, ha potuto portare a compimento il suo processo di integrazione.

In questa fase storica in cui tanto si dibatte sulle radici e sull’identità, il 9 novembre del 1989 è rinata la speranza di un’Europa, unita, libera, protagonista sulla scena internazionale che riconosce e rispetta tutti i popoli. Con la caduta e il fallimento storico del regime comunista si è rafforzata la certezza che l’ideologia totalitaria è nemica della fede, della natura della persona umana, della giustizia, della libertà nel nome della solidarietà.

Le generazioni future non dovranno dimenticare la tirannia comunista perché il comunismo è stato davvero "L’Impero del male" così come lo ha chiamato uno dei due grandi artefici della caduta del muro, il Presidente americano Ronald Reagan, che quando coniò quella definizione, il pacifismo cieco da un occhio lo accusò di essere un manicheo, intollerante, guerrafondario, un cowboy pericoloso per la pace mondiale.

Ma quel grande presidente non sarebbe riuscito a disintegrare l’Urss, a liberare l’Europa dell’Est, a far crollare il muro di Berlino e a consentire ai tedeschi di riunificarsi, se non avesse goduto di quello che amo definire l’intervento della Divina Provvidenza. Nel 1978 fu eletto Papa un certo, sconosciuto Karol Wojtyla, Arcivescovo di Cracovia. Fu lui ad appoggiare la rivoluziomne bianca di Lech Walesa e a determinare lo scardinamento dell’anello debole della catena, la Polonia appunto. Reagan poi dissanguò l’Unione Sovietica, costringendola a un programma di riarmo che non poteva sostenere (dallo scudo spaziale alla flotta, ai missili in risposta a quelli sovietici), come risulta anche dalle memorie del cardinale Casaroli. E ne decretò la fine senza sparare un colpo. Questa è la storia. E capisco bene che a veterocomunisti, postcomunisti, paracomunisti, filocomunisti, comunisti travestiti da socialdemocratici non sia piaciuta. E continui a non piacere. Ma se oggi il nostro Paese non è finito dalla parte sbagliata del muro, se ha goduto della libertà nei cinquant’anni che sono seguiti alla fine della seconda guerra mondiale, lo deve all’impegno ed alla battaglia delle nostre forze cattoliche e liberali.

Il comunismo è la negazione stessa delle basi della nostra civiltà. Occorre rifiutare fermamente l’idea, che ancora oggi circola in Italia e in Europa, che il comunismo sia stato un modello in se stesso buono, che però ha trovato una cattiva applicazione. No, il comunismo era ed è intrinsecamente sbagliato perché nega la natura umana ed è stato, con il nazismo, l’impresa più disumana e criminale della storia dell’umanità. Il crollo del muro di Berlino ha segnato la fine dei regimi comunisti nell’Europa centrale ed orientale ma purtroppo non ha significato la fine di tutti i regimi comunisti nel mondo. Centinaia di milioni di persone vivono ancora sotto questi regimi, che negano le libertà fondamentali, come in Cina, nella Corea del Nord e a Cuba
Prima dell’11 settembre del 2001 i Paesi occidentali vivevano nella certezza che nulla avrebbe potuto interferire con la propria vita civile e democratica. Gli attentati alle Torri Gemelle e tutti gli altri che li hanno seguiti, hanno dimostrato che le democrazie occidentali oggi devono difendere nuovamente la nostra civiltà. La realtà è che il mondo islamico potrebbe imporsi in Europa entro pochi anni. Un Islam moderato, tollerante, aperto al confronto, avrebbe dovuto accogliere il discorso di Ratisbona di Papa Benedetto XVI come un invito alla riflessione, non come un’invettiva contro Allah. Invece abbiamo avuto l’ennesima dimostrazione del fatto che c’è la strana convinzione che il dialogo con i musulmani è possibile solo se preceduto da una sottomissione, da un assoggettamento alla loro volontà. Non è possibile un dialogo franco e razionale che si basa sull’espressione delle proprie ragioni, prevale l’ideologia, l’odio, la violenza e l’irragionevolezza. Proprio come accade nei regimi di stampo comunista. Se facciamo finta di niente, siamo degli irresponsabili, per nulla preoccupati della società che consegneremo alla nuova generazione. Già fatichiamo a integrare qualche milione di immigrati, a inserirli nei nostri schemi culturali eppure apriamo le porte dell’Europa alla Turchia che con i suoi 67 milioni di musulmani, stravolgerebbe l’identità del nostro continente. E se qualcuno avesse ancora dei dubbi, la Turchia ha chiaramente espresso la propria posizione con il premier turco Erdogan che ha annunciato che non incontrerà il Papa nella sua prossima visita ufficiale e un uomo, identificato poi come fondamentalista, ha sparato contro il consolato italiano ad Istanbul minacciando di uccidere il Pontefice.

Un difficile equilibrio tra Occidente ed Islam che, con le sue tesi, nella loro crudezza, ha saputo interpretare anche Oriana Fallaci mettendo a nudo i pericoli che corre la nostra civiltà e gli errori che abbiamo commesso ma, allo stesso tempo, ci ha fatto riscoprire l’orgoglio della nostra identità.

Per garantire un futuro all’Occidente è necessario continuare a lottare per le radici della nostra civiltà, per quei valori condivisi che sono l’affermazione della nostra religione, della democrazia, della libertà, della dignità e della solidarietà. Gli unici valori spirituali e morali che possono evitare che il comunismo, così come le influenze dell’Islam, possano diventare una ideologia vincente.

E’ necessario, dunque, ricordare per non rimuovere gli orrori. Non è retorica affermare che la storia è maestra di vita e deve servire per capire il perché delle cause di tanto odio, della violenza tra gli uomini, tra fratelli, tra popoli. Ricorrenze come la caduta del muro di Berlino e del comunismo nell’ex Unione Sovietica sono importanti anche per far crescere i nostri ragazzi a scuola come nella vita. Il nostro compito, come genitori prima e come uomini delle Istituzioni poi, è anche questo: istruire i futuri cittadini del mondo alla cultura della pace, investendo maggior risorse nella cultura, intesa come crescita interiore dell’uomo.

On. Alessandro Pagano

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