Mercoledì, 24 Aprile 2024


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Sul quotidiano La Sicilia, ampio approfondimento alla presentazione del libro “Giustizia in contumacia” di Concetta Cimino e all’intervento dell’On. Alessandro Pagano.

 

 

Diario dei 12 anni in attesa dell'assoluzione

Non un atto d'accusa, bensì una "catarsi letteraria", in cui è espressa una "riappacificazione con l'ingiustizia": è il senso di "Giustizia in contumacia",


il libro scritto dalla dott.ssa Concetta Cimino, primo premio nella sezione narrativa alla XIX edizione del Premio letterario "Elio Vittorini 2010", presentato domenica nella sala "Borsellino" del Comune di San Cataldo, alla presenza di un nutrito pubblico. L'appuntamento è stato organizzato dal Centro Europeo Culturale "Salvatore Scifo", in collaborazione con il Circolo "Iustitia" di Caltanissetta e con il patrocinio di Comune, Bcc del Nisseno, Bcc "G. Toniolo" di San Cataldo, Bcc "San Michele" di Caltanissetta, Bcc "San Giuseppe" di Mussomeli.

Un'aula di tribunale vuota, sovrastata comunque dal Crocifisso: è questa la copertina di "Giustizia in contumacia", opera di circa 120 pagine in cui sono raccolte date delle udienze in tribunale, pensieri, meditazioni in uno stile che ripercorre insieme il romanzo, il diario e la poesia. Concetta Cimino, originaria di Caltanissetta, ma attualmente impegnata a Palermo dove riveste il ruolo di dirigente del Dipartimento Istruzione e Formazione professionale della Regione, racconta la sua vicenda iniziata il 14 ottobre 1996, giorno del suo ingresso in carcere. "All'epoca dei fatti - ha spiegato la stessa autrice - ero consulente tecnico della Procura di Palermo. Un giorno, un pentito affermò di avermi dato dei soldi per velocizzare i pagamenti di alcuni mandati. In realtà, io nell'ufficio preposto non ci sono mai entrata, eppure ho dovuto trascorrere in carcere 91 giorni, sino al 15 gennaio 1997". Per la cronaca, la dott.ssa Cimino ha poi rifiutato il patteggiamento, pretendendo una sentenza, giunta 12 anni dopo, che ha decretato l'assoluzione in quanto i fatti non sussistevano.

I lavori sono stati aperti dal prof. Atanasio Giuseppe Elia, presidente del Centro "Scifo", mentre il presidente onorario rag. Aldo Tullio Scifo ha fatto da moderatore ed ha presentato gli ospiti. La prima a prendere la parola è stata l'avv. Giuseppa Naro, presidente e fondatrice nel 2009 del Circolo "Iustitia": «In questo libro si parla di una vicenda dolorosa, una sofferenza iniziata nel 1996 e durata 12 anni. Se, però, la sofferenza serve ad aprirci gli occhi, allora potremo dire che non è stata inutile». Sono seguiti i saluti del sindaco Giuseppe Di Forti, accompagnato dall'assessore all'Istruzione, Roberto Riggi: "Giustizia in contumacia" è un libro avvincente - ha detto Di Forti - e che fa molto riflettere. Credo che nella vita non si possa rinunciare ad un paio di cose, tra cui un servizio sanitario efficiente e, appunto, la giustizia”.

Ha proseguito con emozionante trasporto l'avv. Manuela Cigna, vice procuratore onorario della Procura di Enna: "Del libro mi ha colpito la personalità di una grande donna, riuscita a trasformare la devastazione in un'occasione in più per riflettere e per trovare la forza di andare avanti per sé e la sua famiglia. Nel libro vi è la ricerca della verità e di qualcosa di positivo che bisogna trovare anche nell'ingiustizia. Concetta Cimino ha saputo trasformare il dolore in riappacificazione".

A tratti commossa, la dott.ssa Cimino, che in questi anni è stata autrice di una dozzina di pubblicazioni, ha affermato: "Scrivere un libro rappresenta sempre una scommessa con se stessi. Oggi ho la gioia di aver denudato la mia anima agli occhi del pubblico ed intendo ringraziare chi mi ha seguito, anche psicologicamente, durante questi anni, tra cui l'on. Alessandro Pagano. Certamente, non è un risarcimento che ripaga del male ricevuto, per fortuna c'è qualcosa sopra di noi. La Sicilia, mediante un progetto finanziato con fondi europei di cui, casualmente, sono la responsabile, è la prima regione in Italia ad aver certificato un ufficio giudiziario: ecco la giustizia divina".

Proprio l'on. Pagano, intervenuto tra gli ospiti, ha parlato di giustizia associata a fatti concreti, senza tralasciare anche riferimenti a recenti fatti di cronaca che lo hanno visto protagonista: “Nel 1996 ero assessore regionale alla Sanità. Posso raccontare le pressioni che subii riguardo la vicenda della dott.ssa Cimino, in quanto c'era qualcuno che affermava che non prendevo iniziative perché eravamo concittadini. E' questo, un meccanismo culturale che definisco mafioso. Vivere in Sicilia significa affrontare una pista da sci irta di ostacoli da superare in slalom. Ebbene, Concetta Cimino ha superato questo slalom speciale. L'ingiustizia, comunque, è un fatto antico e pochi sono coloro che ottengono giustizia entro poco tempo. In tal senso, la riforma della giustizia di cui si parla non è un optional, ma un atto concreto, nel rispetto della dignità della persona”.

Infine, l'on. Raimondo Torregrossa: “Il giusto riconoscimento alla dott.ssa Cimino è dato dalla lettura del suo libro, dai premi della critica, ma anche dal fatto che, tramite la certificazione dell'ufficio giudiziario è adesso lei a dare le carte ai magistrati che siedono al suo tavolo”.

Claudio Costanzo 

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