Giovedì, 28 Marzo 2024


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Una generazione di laici cristiani impegnati nel lavoro, nell'economia e nella politica.

 

 

Una riflessione sull'Italia alla vigilia dell'elezione di Angelino Alfano a segretario del Popolo della Libertà.

Ne hanno parlato tutti di questo  convegno tenuto a Caltanissetta nei giorni scorsi.


Maurizio Lupi, Matteo Colaninno e Salvatore Martinez, preceduti dalla testimonianza tanto umile quanto commovente del sindaco di Caltanissetta Michele Campisi, hanno scelto davvero una piazza inusuale per raccontare al Paese che l'Italia può ripartire solo se i fondamenti della nostra civiltà saranno non soltanto rispettati, ma soprattutto rivitalizzati.

C'è una stanchezza della nostra gente nel percepire che i nostri Valori, i valori che hanno reso grande il nostro Paese, sono ormai privi di significato. La gente chiede che finisca l'ambiguità e il generalismo e che si parli chiaro per infiammare i cuori !

Alla base di questa premessa sociale c'è infatti una questione antropologica. Per difendere e costruire una società, una economia, una politica, bisogna ripartire dall'Uomo e dalle sue cose naturali.

Non possono infatti essere svenduti, nè contrapposti ad altro, alcuni valori: la dignità della vita umana dal concepimento alla morte naturale, la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna,  la libertà di educazione.

"Valori non negoziabili ", li definisce Benedetto XVI, perchè sono i pilastri su cui viene costruita una società. Perchè, tanto per fare una metafora, si può ragionare e trovare equilibrio su tutto in un edificio: sullo stile, sul tipo di tetto, sul colore, sul numero dei piani, ma mai e poi mai si può discutere o negoziare sulle fondamenta di una casa; esse devono essere robuste e profonde.

E sempre Martinez ci ha spiegato cosa devono fare gli operai (cioè i politici) che si vogliono occupare di questa casa, che poi è la nostra società. 

Riprendendo Benedetto XVI (Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio dei Laici del 15.1.2008) ci vogliono 5 condizioni:

1) “Coerenza con la fede professata ”, quindi non con le proprie idee o con quelle che si conformano all'opinione generale.

2) “Rigore morale”, perché la crisi antropologica è tale, da non poter più minimizzare la gravità della “questione morale”.

3) “Discernimento culturale”, cioè bisogna saper giudicare la storia, distinguendo con chiarezza il bene dal male.

4) “Competenza professionale”, perché l’arte di amare e di dare la vita per il bene comune non si inventa. Non si può dare ciò che non si ha, non si dà un dono che non si possiede, non ci si improvvisa, specie quando non si possiede neanche un’attitudine o un’esperienza tecnica specifica.

5) “Spirito di servizio”, perchè non ha senso inseguire la gratificazione di pochi, ma bisogna lavorare per servire tutti senza riserve.

Di conseguenza, se la politica è la "più alta forma di carità ", i cristiani si devono impegnare nella Formazione. Ma non formazione politica nel senso classico del termine, ma formazione evangelica. Poi la si può chiamare come si vuole purchè si ritorni al Vangelo.  È il Vangelo che da duemila anni è la fonte di giovinezza del mondo, quindi anche della politica.

I cristiani si devono esercitare alla Responsabilità, ci ha ricordato Maurizio Lupi. "Il contributo dei cristiani è decisivo solo se l'intelligenza della fede diventa l'intelligenza della realtà ", quella realtà che è rappresentata proprio dai principi non negoziabili.

I cristiani impegnati in politica infine dovranno manifestarsi con Coraggio. Scriveva Pier Paolo Pasolini in  Glicine, "chi non parla viene dimenticato ! ". Bisogna ripetere all'inverosimile le cose per farle diventare cultura e prassi. Senza questa costanza non succede nulla, come affermò San Pio X  "è difficile fare il bene conosciuto, ma è impossibile fare quello che nessuno conosce".

E tutto questo, aldilà delle argomentazioni, assume una valenza straordinaria  proprio in questi giorni, alla vigilia del Congresso Nazionale del Popolo della Libertà, che sulla elezione dell'On. Angelino Alfano quale suo Segretario, cercherà una leadership e una identità.

Forse quel convegno e questa riflessione vogliono rappresentare anche una speranza ! 

Alessandro Pagano

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