“Le dismissioni degli stabilimenti Fiat in provincia di Avellino e a Termini Imerese sono il sintomo evidente di una profonda crisi del sistema produttivo italiano che sta rischiando di divenire ‘strutturale’ soprattutto a causa della rigidità delle posizioni delle parti sociali, nonché a causa della mancanza di una visione strategica di lungo periodo”.

Così, in una nota, Alessandro Pagano del Pdl, membro della Commissione finanze della Camera.

“Benché la situazione appaia in fase di stallo – prosegue l’esponente del Pdl – tali vertenze, se affrontate sul piano istituzionale e imprenditoriale in maniera razionale e concorde, potrebbero essere il giusto stimolo in grado di sollecitare la ripresa e l’uscita dalla crisi del comparto-auto”.

 “Tuttavia l’intenzione del gruppo Fiat di attivare la procedura di mobilità nei confronti dei lavoratori dello stabilimento Irisbus in provincia di Avellino – aggiunge Pagano – sembra andare nella direzione esattamente contraria, specie se si considera, in base alle notizie finora trapelate, l’intenzione dei colossi cinesi AMSIA Motors e DMF di acquisire lo stabilimento Irisbus, con disponibilità ad esaminare la possibilità di estendere l’acquisizione anche a Termini Imerese”.

“La strategia del Lingotto di evitare scomodi concorrenti interni, - precisa – ponendo un freno alle iniziative di investimento intraprese da grandi gruppi esteri, rischierà di bloccare una produzione annua di ben 10.000 veicoli. Cifre che, se confrontate  con la produzione di Irisbus nel 2010 di sole 6.519 unità, dimostrano le potenzialità dei nuovi acquirenti”.

“Per scongiurare il pericolo che il patrimonio industriale e il ‘know how’ che hanno permesso al nostro Paese di far parte del G8 vengano irrimediabilmente e definitivamente vanificati – conclude – occorre mettere da parte ogni interesse particolare, vagliando ogni offerta o proposta in maniera imparziale e attenta e vigilando costantemente affinché non vengano condotte astute delocalizzazioni all’estero che danneggino le maestranze e, attraverso la cassa integrazione, le finanze statali”.