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Intervento dell’On. Pagano per dichiarazione di voto sulle mozioni concernenti “Iniziative volte alla tutela della libertà religiosa, con particolare riferimento ai cristiani e alle minoranze perseguitate”

 

 

 

Resoconto stenografico dell'Assemblea Seduta n. 255 di mercoledì 2 luglio 2014


ALESSANDRO PAGANO. Signor Presidente, il tema della libertà religiosa quale primo diritto fondamentale dell'uomo è un tema fortemente messo in discussione negli ultimi anni. Il motivo per cui è sempre stata considerata la libertà per eccellenza da tutelare è legato al fatto che la libertà dell'uomo parte dall'intimo, dal rapporto che egli ha con l’«Invisibile» che poi si trasforma in visibile.

Per cui tutelare questo aspetto, che è intimo, ma che è anche esteriore, visto che ha anche una refluenza di ordine morale, culturale e sociale, è necessario ed indispensabile. Faccio questa premessa per far comprendere in maniera chiara che, se quest'epoca si sta caratterizzando per una distruzione, per una forma continua di calpestio nei confronti della libertà religiosa, quest'epoca evidentemente è un'epoca che si sta avvicinando alla barbarie. È un'epoca che ha smarrito completamente la rotta del vivere civile, così tutti dicono, perché ormai tutto passa attraverso forme di distruzione dell'elemento più importante dell'uomo stesso. E allora si comprenderà che, se viene meno la libertà religiosa, a cascata verrà meno tutto il resto, a cascata verrà meno tutto quello che evidentemente caratterizza la dignità di ogni persona. Ecco perché nel mondo tanti fatti che stanno minando la libertà religiosa hanno raggiunto livelli ormai inverosimili. La libertà religiosa, quindi, va tutelata a prescindere, ma negli ultimi tempi voci autorevolissime stanno confermando tutto ciò.

Papa Francesco, che ormai è riconosciuto da tutti come la massima autorità morale a livello mondiale, ha sottolineato, proprio nell'incontro con il Presidente Obama di qualche mese fa, l'importanza della libertà religiosa quale valore essenziale al conseguimento della pace nel mondo. Papa Francesco ha denunciato coraggiosamente questa mancanza di libertà religiosa di cui soffre l'umanità intera, e in particolare – e qui dobbiamo bandire ogni forma di ipocrisia – verso i cristiani. È evidente, infatti, che i cristiani sono in questo momento perseguitati, ma i numeri delle persecuzioni sono incredibili. Siamo ad un livello ben superiore rispetto a quello che è accaduto in epoche remote della storia, al tempo degli antichi Romani. È dimostrato che 160 mila persone vengono uccise ogni anno in ragione della loro fede cristiana, una cifra spaventosa che dovrebbe fare indignare chiunque e qualunque persona e che invece è ormai considerata alla stregua di un mero fatto di cronaca. Nessuno si indigna più, nessuno ne parla più e addirittura abbiamo sentito in quest'Aula interventi che quasi quasi sono stati a favore di altri contesti religiosi, che noi ovviamente rispettiamo, ma che non possono essere messi in parallelo rispetto a chi, i cristiani appunto, è perseguitato in maniera così mostruosa come ho appena ricordato. Si parla ormai di vera e propria pulizia etnica in Medio Oriente, in Africa e in Asia e il silenzio dell'Occidente, il silenzio dell'ONU, è non più imbarazzante, è preoccupante. Perché noi dobbiamo entrare nella logica, con questi numeri che fanno veramente venire i brividi, di provare a immaginare che cosa potrebbe accadere un giorno a casa nostra. Sì, a casa nostra, perché è chiaro che c’è anche in Europa una forma crescente di intolleranza. Lo specifico osservatorio non governativo con sede in Austria, seguito anche dall'ONU, dice in maniera molto chiara che ormai il 74 per cento degli interpellati nel Regno Unito afferma che c’è una discriminazione negativa dei cristiani, l'84 per cento del vandalismo in Francia ormai – attenzione a questo dato – è diretto verso luoghi di culto e in Scozia il 95 per cento delle violenze a sfondo religioso ha come obiettivo i cristiani. Se a tutto questo si aggiunge che assistiamo ormai quotidianamente a pubblicità esplicitamente a favore dell'ateismo militante, mentre nessuno invece osa difendere qualsiasi forma culturale di cristianità, è evidente che siamo di fronte all'anticamera della prossima persecuzione, che sarà qui in Europa. Ed ecco perché è indispensabile che queste cose vengano dette. Dobbiamo scandalizzarci, dobbiamo preoccuparci e dobbiamo lottare perché questo non accada nel resto del mondo, ma nello stesso tempo, se abbiamo un minimo di sensibilità, dobbiamo capire che tutto questo ovviamente è dietro le porte anche di casa nostra. E tutto questo, lo voglio ribadire, per far sì che questo Governo prenda delle misure e delle decisioni forti, signor sottosegretario, perché, sa, alla fine se l'onorevole Binetti, che è la prima firmataria dell'ottima mozione su cui oggi stiamo tutti intervenendo e che abbiamo fortemente condiviso, ha detto sì alla riformulazione, è chiaro che anche il Nuovo Centrodestra non mancherà di dire sì.

Però, edulcorare e indorare le pillole non serve a nulla, perché è chiaro che siamo di fronte ad un clima straordinariamente e storicamente difficile e lei deve provare a immaginare, signor sottosegretario, che cosa significa per centinaia di migliaia di persone essere costrette a immigrare in massa, abbandonando le loro case per paura di essere uccise. Noi dobbiamo pensare a questi fenomeni, perché spesso li guardiamo da un punto di vista teorico.

L'esperienza ci dice che l'eccesso di diplomazia e l'assenza di fermezza producono l'effetto che abbiamo visto. Quello, cioè, che oggi stiamo verificando, che stiamo testando, che stiamo monitorando, ormai da anni, perché queste statistiche dei 160 mila morti all'anno sono ormai monitorate dall'anno 2000, quindi il dato è impressionante, è la conferma che questa politica del «volemose bene», di essere diplomatici all'eccesso, non produce effetti positivi.

Ecco perché ritengo che, era necessario un cambio di strategia, visto che qui c'era un Parlamento che attorno a questa mozione si stava ritrovando in maniera compiuta e completa. Voglio aggiungere un particolare: ho fatto una ricerca riferita alla passata legislatura, dove, ovviamente, c'ero anche io. Stiamo parlando di una mozione della Camera del 10 novembre 2008: non è successo nulla; naturalmente, era stata votata all'unanimità, con il parere favorevole del Governo. Mozione n. 1-00052 dei deputati Bertolini e Cicchitto: non è successo nulla. Mozione del 4 dicembre 2008, votata all'unanimità: non è successo nulla. Mozione al Senato del 9 dicembre 2009 sulle violenze in Africa e così via: nulla.

Ma, insomma, stiamo scherzando ? È   una vita che qui ci sono mozioni, che, ormai, assumono il valore dell'inutilità. Per cui, era indispensabile un cambio di rotta, era necessario un cambio di marcia. Ecco perché oggi chiedevamo impegni forti. Occorrono strumenti di maggiore pressione, sia a livello bilaterale che multilaterale: noi, questo, lo chiediamo con forza. A questo punto, lo facciamo in maniera «diplomatica» ? Bene, ma che almeno vi siano risultati concreti che siano oggetto anche di rendiconto statistico e parlamentare.

Occorre un'azione politica coordinata e concertata con la Santa Sede, ma non perché siamo filopapalini – chi dice questo è veramente fuori dal mondo –, ma perché la Santa Sede si occupa di questo «H24» per 365 giorni all'anno. È la loro mission, e quindi è uno Stato che, da questo punto di vista, è un benchmark per chi, evidentemente, su questi argomenti è sensibile.

Occorre richiedere nelle sedi internazionali anche l'uso della forza, nel senso che le aree di «cuscinetto» non devono essere un'invenzione astratta, così come anche le regole di ingaggio.

Se qualcuno attacca perché vuole uccidere, ci deve essere una forza di pace, caschi blu ad esempio, pronti ad intervenire per difendere chi viene sottoposto a violenze e massacri. E, nonostante la recrudescenza e l'intensificarsi delle violenze, ammettiamo, però, che questa è la prima volta in cui le Camere affrontano un atto di indirizzo oggettivamente diverso rispetto al passato. Ecco perché siamo convinti che, tutto sommato, il gioco vale la candela.

Concludo velocemente con alcuni passaggi che, a questo punto, mi limiterò ad enunciare quasi a livello di titolo. E precisamente, nonostante le persecuzioni, il numero dei cristiani nel mondo è in aumento, è in aumento di quasi mezzo punto percentuale, il che significa che sul sangue dei martiri possono nascere e vivificarsi «effetti» positivi, ma a dimostrazione anche che i cristiani sono portatori non soltanto di una fede, ma anche di una cultura, che diventa anche capacità di trasformazione di popoli, come è stato dimostrato ampiamente, al contrario di altre religioni, che, invece, della violenza fanno un vero e proprio motivo di vanto e che sono diplomatiche solo nelle situazioni in cui sono deboli. Nel momento stesso in cui sono deboli, accettano qualsiasi forma di dialogo – concludo, Presidente –, poi, nel momento in cui diventano forti, le stesse religioni diventano intolleranti. Questo, è evidente, non è più accettabile, e concludo veramente, dicendo che i cristiani e la Chiesa, dove sono nelle condizioni di poter incidere, in Asia e Africa, sono coloro che, unici, difendono i diritti delle donne e degli omosessuali. È una riflessione che lascio a quest'Aula

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