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"There Be Dragons” (Encontraras dragones), il film che racconta la storia di san Josemaría Escrivá (1902-1975), il fondatore dell’Opus Dei canonizzato da Giovanni Paolo II nel 2002.

 

 

Escrivá meglio di Totò.  Le ragioni del successo del film trasmesso su Rai Tre nel mezzo del ponte di Ferragosto, che racconta la storia del fondatore dell’Opus Dei


“There Be Dragons” (Encontraras dragones), il film che racconta la storia di san Josemaría Escrivá (1902-1975), il fondatore dell’Opus Dei canonizzato da Giovanni Paolo II nel 2002, durante gli anni giovanili della guerra civile spagnola (1931-39), è andato in onda in prima serata sabato scorso 16 agosto, su RaiTre. E’ la prima volta che la pellicola girata da Roland Joffé, il regista già premio Oscar per Mission, è stata proposta al pubblico italiano, perché dal 2010, dall’anno cioè in cui è uscita ed ha registrato incassi record nelle sale statunitensi, spagnole e di molti paesi dell’America del sud, There Be Dragons non è mai entrato nei nostri cinema, chissà perché? E, del resto, anche in questo caso, il film è stato proposto nel giorno più improbo, cioè un sabato che si piazza nel bel mezzo del ponte di Ferragosto, proprio il giorno dopo la festa dell’Assunta e quello primo della Domenica!

I MIRACOLI DI ESCRIVA’

Come riportato sul sito dell’ufficio stampa Rai, il film che, nella sua versione italiana è intitolato “There Be Dragons – Un santo nella tempesta“, è stato «visto da 739 mila telespettatori per lo share del 4.55%». Niente male davvero, non solo se consideriamo l’infelice collocazione temporale di cui detto sopra ma, anche, se paragoniamo gli ascolti dell’opera di Joffé con quelli del film proposto immediatamente dopo, sempre nella stessa serie de “Il Grande cinema di Rai Tre”. Infatti, il film trasmesso ieri dalla medesima emittente pubblica nazionale, cioè un lunedì 18 agosto, giorno ritornato lavorativo per molti e nel quale l’uscita serale di molti diventa meno probabile, è stato “I soliti ignoti” dell’indimenticabile Antonio De Curtis (1898-1967) che, secondo le stime riportate sempre dal sito della RAI «ha raggiunto 853 mila spettatori e il 4.36 di share». Quindi, in termini di “indice di ascolto televisivo”, share, appunto, quindi rapporto percentuale tra gli spettatori di un determinato canale televisivo ed il totale degli spettatori che hanno avuto il televisore acceso in un determinato momento. Escrivá è andato meglio di Totò! Ma, da questo punto di vista, come insegnano i napoletani, il fondatore dell’Opus Dei “è santo che fa’ miracoli”…

NON SOLO TRASH

Non volendo minimamente qualificare i film di Totò (forse tranne qualcuno) come cinema-spazzatura, la “lezione” degli ascolti registrati da There Be Dragons sta a dimostrazione ulteriore che, se gli attori, le sceneggiature e gli adattamenti sono intelligenti e ben fatti, anche il cinema “impegnato”, o quello storico o religioso se vogliamo (il film di Joffé è tutt’e tre insieme le cose), può essere con successo proposto al grande pubblico.

LA TRAMA

Come riportato anche nel comunicato pubblicato in proposito dal sito dell’Opus Dei, il film racconta gli anni giovanili del fondatore dell’Opera, che è molto bene impersonato da Charlie Cox, e il suo atteggiamento di fronte alla guerra ed alla dura persecuzione religiosa della Spagna della seconda Repubblica. Altro protagonista d’eccezione è l’attore Dougray Scott, che è Robert, un giornalista che, indagando sulla figura di Escrivá alla vigilia della sua canonizzazione per scrivere un reportage, scopre che suo padre, Manolo (Wes Bentley), con cui non ha relazioni da otto anni, è stato amico del futuro santo durante la sua infanzia. Il fatto è che “Manolo”, dopo essere stato in seminario con San Josemaria, si schiera (come spia) dalla parte dei Rojos, essendo spettatore ed artefice degli orrendi crimini di cui su macchiano i combattenti su entrambi i fronti, quello anarchico-insurrezionalista, comunista e franchisti.

L’Episcopato spagnolo, fin dall’inizio della seconda Repubblica (1931), pur non approvando la linea politica  dei governati del “Fronte Popolare”, rimase in un atteggiamento “attendista”, sperando in tal modo di riuscire ad equilibrare e frenare la montante ideologia anti-religiosa. Purtroppo, non essendoci riuscita minimamente, la Chiesa spagnola appoggiò l’intervento del generale Francisco Franco Bahamonde (1892-1975), che intendeva porre fine a quella tremenda persecuzione che ha dato luogo, e non solo a partire dall’inizio della “guerra civile” ma anche prima, una vera e propria carneficina di cristiani.

19 Agosto  2014 . Giuseppe Brienza


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