Giovedì, 28 Marzo 2024


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Modifica all’articolo 104 sulla composizione del #consigliosuperioredellamagistratura

 

 

 

 

Pubblicazione"Delle Riforme" a cura di Ivan Rizzi, IASSPC.


 

Modifica all’articolo 104, comma 4 della Costituzione sulla composizione del Consiglio superiore della Magistratura (CSM)

La modifica alla composizione del CSM è la più rapida ed efficace riforma della giustizia da fare. Diversamente da ora, dove due terzi dell’organo sono eletti dai magistrati di tutte le categorie e un terzo è eletto dal Parlamento, il CSM che vorremmo riformare, dovrà essere composto metà da magistrati sorteggiati, in un procedimento nel quale il Presidente della Repubblica, che già presiede anche il CSM, rivestirà la funzione di “notaio” e “garante” e per metà da professori universitari e avvocati cassazionisti eletti dal Parlamento.

La proposta consiste quindi nella sostituzione del quarto comma dell'articolo 104 della Costituzione, con il seguente:

“Il quarto comma dell’articolo 104 della Costituzione è sostituito dal seguente: “Gli altri componenti sono nominati per metà tramite sorteggio, alla presenza del Presidente, tra tutti i magistrati ordinari tra gli appartenenti alle varie categorie, per metà dal Parlamento in seduta comune, suddivisi tra gli avvocati con almeno quindici anni di esercizio e tra i professori ordinari di università di materie giuridiche.”.

La critica al “potere” giudiziario

L’idea di modificare la Costituzione nel senso che nell’organo di autogoverno e soprattutto nei giudizi di disciplina i magistrati fossero proporzionalmente ridotti è tutt’altro che nuova. Tuttavia non è mai stata dominante, sempre oscurata da un dibattito politico concentrato soprattutto sulla separazione delle carriere, come elemento indispensabile per evitare la “politicizzazione” della Magistratura e la sua costituzione come “potere” dello Stato.

Parliamo di quest’aspetto tramite la voce autorevole e informata dell’ex Presidente del Consiglio e della Repubblica, Francesco Cossiga, il quale nella relazione al proprio disegno di legge sulla riforma della giustizia mise nero su bianco che “…il regime di "democrazia bloccata", … ha portato parte della magistratura, con gravi pericoli per l'indipendenza della funzione giurisdizionale e per l'autonomia e imparzialità dei magistrati, a costituirsi come contro-potere politico rispetto alle forze politiche …, teorizzando anche una "giurisdizione dei valori", superiore o di pari dignità rispetto alla "giurisdizione delle leggi" e una funzione politico-costituzionale della giustizia”.

Sulla crisi della politica si “…é innestata la pseudo-cultura della "giurisdizione politica", della magistratura come "potere" e non come “ordine”, l'emergere - proprio di ogni periodo di crisi della rappresentanza democratica e popolare - dell'"elitarismo" burocratico, collegato alla struttura tecnocratico-funzionale della nostra magistratura,….. priva di collegamenti istituzionali o sociali con la comunità, salvo quelli "auto-assunti" in nome di fumose ideologie. Manifestazione di una subcultura (subcultura non in quanto inferiore ma in quanto parte di una cultura elitaria, corporativo-burocraticistica …) che sembra diventata ufficiale di una parte del ceto dirigente dell'associazionismo in magistratura oltre che di parte dei membri togati del Consiglio superiore della magistratura…. Questa subcultura é penetrata …. in settori di partiti che per le loro tradizioni ideali, per la loro matrice culturale, per la loro origine storica, per esser radicati in una storia di lotte sociali …. dovrebbero ….. esser schierati sul fronte della riunificazione dello stato di diritto, respingendo ogni maligna suggestione di "via giudiziaria al potere", di uso politico della giurisdizione, di "partito dei giudici", di supplenza tecnocratica…”…. il vero pericolo per l'indipendenza e soprattutto per il prestigio della magistratura deriva dalla sua politicizzazione…”.

Cossiga quindi stigmatizzata …” l'atteggiarsi dell'attuale dirigenza dell'Associazione nazionale dei magistrati a "sovrano reale" dell'ordine giudiziario e insieme a "partito" o lobby della magistratura associata, con un linguaggio al limite della intimidazione verso le rappresentanze politiche.”.

Parole, non solo pienamente condivisibili, ma purtroppo anche attuali!

Una breve storia

Ripercorrendo la seconda metà degli anni ’90, durante i quali fu messo in piedi il più apprezzabile e largamente condiviso tentativo di riformare la Costituzione del dopoguerra (la Commissione per le riforme costituzionali, guidata da Massimo D’Alema), l’istanza di riforma della magistratura più diffusa consistette nella separazione delle carriere tra magistratura giudicante e requirente, con la conseguente separazione in due del Consiglio superiore della Magistratura.

A tale ipotesi accede anche Cossiga (A.S. 1934 del 14 gennaio 1997), che prevede addirittura 4 organi: un Consiglio superiore del pubblico ministero, un Consiglio superiore della magistratura ordinaria, un Consiglio generale della magistratura amministrativa, per i giudici del Consiglio di Stato e dei Tribunali amministrativi regionali e il Consiglio generale della magistratura della Corte dei conti.

L’autonomia della Magistratura è rafforzata prevedendo che i membri dei Consigli siano “tutti eletti esclusivamente dalle rispettive magistrature, con voto diretto, libero e segreto, in collegi uninominali e con il metodo maggioritario” e che i Consigli “non possono interferire in alcun caso e in alcun modo con l'esercizio della funzione giurisdizionale da parte dei giudici”.

Tuttavia “I magistrati ordinari ed amministrativi (non i pubblici ministeri)  “..possono esser destituiti per cattiva condotta o dimessi per gravi motivi di salute soltanto dal Presidente della Repubblica, su richiesta delle due Camere, approvata da ciascuna di esse con il voto favorevole almeno della maggioranza dei due terzi dei propri componenti, e su proposta di almeno un sesto di essi.”.

Contemporaneamente al progetto Cossiga , furono presentati diversi testi.

il progetto di Forza Italia (Schifani, La Loggia S.2059 XIII Leg.), che separa le carriere e prevede le elezioni con le attuali modalità, ma con le proporzioni invertite: (nuovi artt. 104 e 105-bis): “gli altri componenti sono eletti, secondo le modalità stabilite con legge rinforzata, per un terzo tra i magistrati (giudicanti o requirenti) secondo criteri di rappresentanza territoriale, due terzi dalla Camera, di cui la metà tra gli avvocati con almeno 15 anni di servizio, su indicazione del Consiglio nazionale forense, l’altra metà tra i professori ordinari di università in materie giuridiche…”.

l progetto di Marcello Pera, filosofo e politico italiano, Presidente del Senato tra il 2001 e il 2006, senatore per Forza Italia e Popolo della Libertà dal 1996 al 2013 (S.2027 XIII). Anche Pera distingue tra Magistratura giudicante e requirente tuttavia il suo nuovo articolo 104 prevede che i membri del Consiglio superiore della magistratura giudicante siano eletti “in collegi uninominali con sistema elettorale maggioritaria, per un terzo da tutti i giudici che esercitano le diverse funzioni, per due terzi dal Parlamento di cui metà tra gli avvocati con almeno quindici anni di esercizio su indicazione dell'Ordine nazionale forense e per metà tra professori ordinari di università di materie giuridiche.”

Lo stesso dicasi per il Consiglio superiore della magistratura requirente (nuovo art. 105-bis.) i cui membri sono eletti secondo modalità identiche a quelle previste per il Consiglio superiore della magistratura giudicante.

Gioverà ricordare che anche l’ex Magistrato di Mani pulite e della Procura milanese, Tiziana Parenti, presentò un progetto simile (C.3032, XIII Leg.), almeno per questa parte, a quello di Pera.

Sul finire del 1997 la Commissione per le riforme costituzionali, rese noti i risultati di circa un anno di lavoro (C.3931, XIII Leg.). La parte giustizia, redatta dal deputato Boato, prevede:

.-una certa separazione delle carriere (art. 124, c. 2 e 3): Tutti i magistrati ordinari esercitano inizialmente funzioni giudicanti per un periodo di tre anni, al termine del quale il Consiglio superiore della magistratura ordinaria li assegna all’esercizio di funzioni giudicanti ovvero inquirenti, previa valutazione di idoneita`…”; -due Consigli superiori (magistratura ordinaria e magistratura amministrativa); -una quota di eletti parlamentari rafforzata (da un terzo a due quinti) -la previsione di un Procuratore generale per l’azione disciplinare nei riguardi dei magistrati, eletto dal Senato della Repubblica a maggioranza dei tre quinti dei suoi componenti tra coloro che hanno i requisiti per la nomina a giudice della Corte costituzionale…. L’azione disciplinare e` esercitata d’ufficio ovvero su richiesta del Ministro della giustizia, del procuratore generale della Corte di cassazione o dei Consigli superiori della magistratura ordinaria e amministrativa. (art. 123).

Fallita l’unica vera grande stagione delle riforme costituzionali, il centro sinistra approva la catastrofica riforma costituzionale del 2001, tutta concentrata sul Federalismo.(Titolo V Ordinamento federale della Repubblica, modifica gli artt. da 114 a 133)

Nella Legislatura successiva (XIV, 2001-2006) il Governo Berlusconi fa approvare la propria riforma della II parte della Costituzione, quella, per intenderci, con il Senato Federale, la funzione legislativa disgiunta e l’elezione diretta del Primo ministro.

Della composizione del CSM si parla solamente per dire che il terzo dei componenti eletti attualmente dal Parlamento in seduta comune, viene invece eletto separatamente dalle due Camere a ciascuna delle quali quindi spetta un sesto dei componenti da eleggere. La riforma viene bocciata dal referendum costituzionale confermativo del 2006.

Nella XVI Legislatura (2008-2013) il Governo Berlusconi presenta una proposta di Riforma del Titolo IV della Parte II della Costituzione (C.4275, 7 aprile 2011), nel quale, dopo aver mirabilmente riassunto il dibattito sulla questione giustizia nella Costituente e in dottrina, propone la separazione delle carriere e due CSM, nei quali i componenti sono eletti per metà dai magistrati di riferimento e per metà dal Parlamento.

La proposta inoltre prevede una Corte di disciplina della magistratura giudicante e requirente, cui spettano i provvedimenti disciplinari nei riguardi dei magistrati. La proposta si arena, dopo poche sedute, nella tragica estate del 2011, tra lo spread alle stelle e il complotto per sostituire Berlusconi alla guida del Governo Italiano.

Infine nella Legislatura in corso, la proposta Berlusconi viene ripresa dal Capogruppo del PdL-FI, Brunetta, (C.1844, pres. 25 novembre 2013) rimanendo ferma a tutt’oggi nei cassetti della commissione affari costituzionali.

Nulla in tema invece nella riforma costituzionale del Governo Renzi (quella della soppressione del senato, per intenderci) nella quale si salta a più pari tutta la parte della Costituzione relativa alla Magistratura.

Conclusioni

Questo non toglie che un dibattito già vivo presso la Costituente, centrale durante i Governi Berlusconi, non sia ancora attuale e importante.

Riteniamo che introdurre nel CSM un equilibrio tra Magistrati e i membri eletti dal Parlamento, sia questione di estremo rilievo, appunto perché le derive già paventate da Calamandrei nel dopoguerra, sono quanto mai attuali.

Nella nostra proposta il Parlamento non viene meno alle sue funzioni, nominando i membri di sua spettanza tra i professori di diritto e gli avvocati cassazionisti, attraverso i consueti  metodi di elezione democratica.

Ben diverse invece sono le modalità di scelta per i componenti selezionati tra i Magistrati. Le vicende degli ultimi decenni hanno mostrato evidenti distorsioni all’interno del CSM, manifestatesi sotto forma di lobbysmo o di correntismo tra le diverse “fazioni” di magistrati, con i generali riflessi negativi che ne sono seguiti.

Questo è il problema a cui occorre trovare soluzione. A nostro giudizio l’unico sistema che può evitare ulteriori derive, oltre alla riduzione della quota di componenti spettanti ai magistrati, è l’estrazione a sorte tra quelli che hanno i requisiti minimi.

Alessandro Pagano

* deputato Nuovo Centro Destra

@alepaganotwit

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