


#mozione#mezzogiorno:resoconto stenografico seduta n. 408. 14 Aprile 2015
Martedì 14 Aprile 2015 01:00
L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni concernenti interventi a favore del Mezzogiorno
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pagano. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO PAGANO. Grazie, Presidente, ne approfitto e ringrazio per la presenza il Viceministro De Vincenti, che certamente sarà attento alle dinamiche di quanto oggi si sta dibattendo.
Io esordirei in questa dichiarazione di voto facendo leva su un fatto assolutamente incontrovertibile: la ritrovata centralità da un punto di vista geopolitico, dell'Italia e in particolare del Mezzogiorno, che è sempre stato una piattaforma nel Mediterraneo. Oggi però con i nuovi equilibri internazionali dovuti ai successi economici dei Paesi dell'Estremo Oriente, la centralità del Mezzogiorno nel mondo è un fatto incontrovertibile. Il sottosegretario Delrio, quando ci fu il dibattito iniziale, ebbe modo di apprezzare un passaggio del mio intervento e che oggi richiamo nuovamente e cioè che la fine del Regno delle Due Sicilie nel 1860 fu dovuta al fatto che l'Inghilterra di Palmerston aiutò il Regno di Piemonte Sardegna, nella conquista del Regno del Due Sicilie.
Il motivo principale di quella guerra derivò dal fatto che:
- il Canale di Suez, aperto nel 1859, metteva in vantaggio competitivo la flotta mercantile del Regno delle Due Sicilie, che allora era la più importante al mondo dopo quella della Gran Bretagna. Questo fatto rischiava di essere una minaccia autentica per la potenza inglese. A distanza di 160 anni si stanno, oggi ripresentando esattamente le stesse condizioni di allora. Il Canale di Suez sta per essere dragato e raddoppiato nei volumi e così le supernavi mercantili e petrolifere non avranno più l'esigenza di aggirare l'Africa per arrivare nei porti del nord e in particolare ad Amburgo. Oggi le supernavi hanno l'esigenza di attraccare in una base logistica mediterranea e da lì, attraverso il «ferro e la gomma», arrivare nei mercati del Nord. Quindi, caro sottosegretario, oggi ci stiamo giocando una grande partita geopolitica ed è chiaro che
- l'Italia deve vincere questa partita soprattutto in due ambiti; primo: la valorizzazione logistica dei porti; secondo: la nuova sfida infrastrutturale. Per i motivi elencati in premessa, quei motivi che segnarono la fine del Regno delle Due Sicilie, per gli stessi motivi, i nuovi potentati del nord Europa di fatto anche oggi non vogliono lo sviluppo del sud d'Italia.
PRESIDENTE. Liberare i banchi del Governo, per favore.
ALESSANDRO PAGANO.
- Io penso che ancora oggi il più grande nemico che abbiamo da combattere circa la logistica dei porti e delle infrastrutture è proprio il nord Europa. Da qui parte una grande sfida politica per far comprendere che se non parte una stagione di sviluppo per il Mezzogiorno non ci potrà mai essere uno sviluppo neanche per il nord Italia e se non parte una stagione di sviluppo per l'Italia non ci potrà essere nemmeno una stagione di sviluppo per l'Unione europea.
- A questo devono seguire chiare strategie logistico-portuali, in particolare togliendo i tappi dell'accessibilità nautica mediante innovazione tecnologica dei porti off-shore on-shore dei bassi fondali portuali e togliendo i tappi dei pochi spazi operativi. E non mi riferisco soltanto ai porti del sud – Taranto, Salerno, Gioia Tauro, Augusta e tutta la Sicilia in generale – ma mi riferisco anche ai porti del centro-nord, segnatamente quelli di Ravenna, di Venezia e di Livorno, oltre che Trieste, Genova e La Spezia. Urge un collegamento, una nuova strategia che deve vedere in tutta l'Italia una nuova base logistica. Urge una soluzione ad un problema che deve essere affrontato con la capacità di saper vedere oltre il breve periodo.
- A proposito di infrastrutture, non possiamo tacere il fatto di quello che è accaduto in questi giorni, cioè il crollo dell'autostrada A19 in Sicilia, dove passa niente poco di meno che il 60 per cento del PIL siciliano. Questo disastro è accaduto perché le infrastrutture trascurate e i gestori non sono sicuramente all'altezza. È evidente quindi che ci vuole, signor sottosegretario, una nuova politica.
- Ci vogliono gare internazionali per affidare la gestione delle autostrade a chi evidentemente è in grado di saper fare questo con mestiere e con competenza. Altro elemento su cui noi ci sentiamo di scommettere e su cui ragioniamo in lungo e largo: non ci può essere un'aspirazione di uno Stato moderno se si continua ad insistere sulla sovrabbondante infrastrutturazione giuridica:
- abbiamo un eccesso di giuristi nei quadri della nostra pubblica amministrazione, e invece mancano ingegneri, informatici ed economisti, si continua a investire sulle strutture giuridiche e così ogni volta che c’è un problema si modifica l'architettura dello Stato, si creano superfetazioni giuridiche e nessun problema viene realmente affrontato. Noi sappiamo che questo è uno dei problemi più seri che ha l'Italia, non solo il Sud e cioè una pessima pubblica amministrazione incapace di risolvere i problemi, che non sa assumersi responsabilità.
- Altro tema: bisogna investire sulla «mobilità» dei nostri giovani; è indispensabile che si proceda a una nuova stagione che faccia studiare i nostri ragazzi fuori dai confini nazionali, una nuova stagione di «Erasmus» – sul tipo Erasmus naturalmente – una nuova stagione di exchange student, dove i nostri ragazzi uscendo fuori, aprano gli occhi e capiscano cosa fare, per poi tornare ricchi di esperienze nel Mezzogiorno d'Italia. Questo è un ragionamento che penso debba appartenere a tutti.
- Voglio citare una fonte scientifica di grande successo: La Nuova Geografia del Lavoro, l'ultima fatica di Enrico Moretti, professore alla Berkeley. Egli dice in maniera chiara che bisogna investire sulle risorse intellettuali e, quindi, se è il caso – e lo dimostra con studi econometrici inconfutabili – bisogna investire pagando anche di più, le risorse allocate in zone sottosviluppate. Ciò perchè questi cervelli, questi manager sono capaci di attrarre opportunità economiche. Noi in Sicilia abbiamo una esperienza vincente di questa filosofia del professor Moretti. L'Ismett, il centro trapianti, di Palermo è oggi uno dei centri trapianti più importanti al mondo, è una joint-venture con l'università di Pittsburgh ed è riuscito a realizzare un grande modello di sviluppo internazionale.
- Ancora, abbiamo bisogno in Italia, ma a maggior ragione al Sud, di nuove politiche demografiche. In un Paese dove non nascono più bambini è evidente che c’è un'incapacità sulle politiche familiari. Quindi, non vi è nessun sostegno alla natalità, nessun sostegno alla genitorialità e così la piramide demografica si è rovesciata, per cui oggi pochi giovani devono sostenere tanti anziani e sono così lievitate le spese del welfare, della sanità e delle pensioni. Tutto questo sta schiacciando il Paese, a maggior ragione il Sud, per forza che poi mancano le risorse per gli investimenti. Bisogna invertire la tendenza: non più un welfare di sostegno alla disoccupazione, perché poi si alimentano cattive abitudini, quali il rifiuto dei contratti a lungo periodo, per potere poi godere delle indennità di disoccupazione. Questo accade non soltanto al Sud ma anche al Nord. Occorre una nuova politica di welfare che veda il sostegno alla famiglia come elemento di valorizzazione del bambino che miri all'aumento demografico.
- Concludo citando il dato dell'aeroporto di Catania, simbolo di una logistica in questo caso aeroportuale, che non funziona. Catania è il terzo aeroporto d'Italia per flussi di traffico. È inconcepibile che esso non sia un hub aeroportuale internazionale, con aperture all'Africa e al Medio Oriente, che si apra agli investitori internazionali, che possono finalmente investire e portare nuove logiche di sviluppo e nuove logiche imprenditoriali. Questo è il modello che noi chiediamo. Non chiediamo un modello di tipo rivendicazionista, «piagnone», come per tanti anni è successo in passato.
- Chiediamo un modello imprenditoriale che, però, sia degno di questo terzo millennio e che guardi a un progetto di sviluppo che veda il Sud, e quindi automaticamente l'Italia finalmente vincenti...
PRESIDENTE. Deve concludere, collega !
ALESSANDRO PAGANO. ... e mai più assistiti (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC).
@alepaganotwit