Giovedì, 18 Aprile 2024


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Resoconto stenografico concernente disposizioni in materia di #ecoreati

 

 

 

 

 

Aula, seduta n° 421.  5 maggio 2015.


La camera ha approvato il testo unificato delle proposte di legge recanti di delitti contro l'ambiente (Approvate, in un testo unificato, dalla Camera e modificate dal Senato). Il provvedimento passa ora all'esame del Senato. (C. 342-957-1814-B).

PRESIDENTE. Parla l'onorevole Pagano: prego, onorevole Pagano, ne ha facoltà.

  ALESSANDRO PAGANO. Presidente, l'emendamento Piso 1.13 che abbiamo sostenuto fin dall'inizio ci conferma, dopo questo dibattito, che abbiamo fatto bene a presentarlo.

  Non era soltanto un buon emendamento legato alla comprovata positività scientifica in quanto tale e confermata a più livelli, ma anche perché, mi pare che il dibattito non abbia sortito un effetto tale da farci convincere che eravamo dalla parte del torto. Abbiamo ascoltato argomenti fra i più diversi che proverò a sintetizzare: cultura del sospetto, come se il Governo o chissà chi fosse interessato a qualcosa di «proprio», quando in verità si doveva parlare soltanto di interessi autenticamente nazionali, autenticamente legati al fatto occupazionale e di sviluppo.

  Abbiamo sentito anche argomenti dalla futilità più assoluta: «la legge non raggiungerà mai la sua approvazione definitiva e sarà insabbiata», è stato detto, quando mi pare di poter dire – saranno le dichiarazioni di voto finale a dichiararlo – che, invece, tutte le garanzie perché il provvedimento venga approvato ci sono, e ci sono affinché venga approvato in tempi rapidi.

  Questo è un provvedimento che tutti dicono di aspettare da anni, da decenni, e non penso che quindici giorni di differenza possano segnarne negativamente l'iter.

  Infine, c’è un ultimo aspetto, che è di ordine culturale e sociale, e per il quale mi rendo conto che probabilmente potrò aizzare elementi interiori, visto che questo aspetto è fortemente presente in quest'Aula. C’è da parte di molti la volontà di tornare all'età della pietra. È evidente, non ci sono altre spiegazioni ! Se si entra nel merito, basti pensare quante cose di uso comune, anche sanitarie potenzialmente facciano male e tuttavia vengono utilizzate con le opportune tecniche (per esempio raggi x, ma potremmo fare centinaia di esempi di questo genere). È evidente che occorre una capacità di saper ben tenere, sotto un profilo tecnico e scientifico, questi rischi e produrli a vantaggio dell'uomo stesso. Di fatto, realizzare un vantaggio antropologico da quello che in potenza o in origine poteva essere un rischio.

  Tutto questo si traduce con una parola sola: si chiama sviluppo, si chiama ricchezza, si chiama sana economia, si chiama sviluppo sostenibile, esso consente all'uomo di poter realizzare una crescita, che consente all'uomo di potere avere dei vantaggi economici e avere quindi, proprio per questo motivo, un vantaggio complessivo nei confronti della comunità. Per cui, oggi, grazie alla ricchezza economica c’è la possibilità di studiare, c’è la possibilità di accrescere le proprie convinzioni, di poter avere anche la convinzione dei propri diritti, perché la coscienza dei diritti deriva proprio dalla ricchezza economica. Solo che se c’è ricchezza si ha questa consapevolezza. Se c’è povertà, c’è anche povertà culturale, c’è anche la non consapevolezza dei propri diritti e quindi, proprio per questo motivo, si ha una involuzione della società. La grande differenza – e concludo, lo sguardo è eloquente –, la chiave di lettura di questo emendamento sta nel fatto che poi, alla fine, ci sono Paesi che qui vengono citati regolarmente come modelli di sviluppo (Gran Bretagna, Giappone, eccetera) che hanno non solo l’air gun ma anche le centrali nucleari, e, dall'altra parte, ci sono quei Paesi come il nostro che, in nome di un ipotetico contenimento di tutto questo, producono stallo e decrescita. Paese che si avvia alla decrescita felice, è quello che taluni in quest'Aula vogliono sostenere e a cui noi ci opporremo per sempre (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

 

Intervento in aula  sulla dichiarazione finale di voto. 5 Maggio 2015

 PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pagano. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO PAGANO. Grazie Presidente. Voteremo favorevolmente questo provvedimento noi del Nuovo Centrodestra Area Popolare, però un minimo di riflessione fuori dalle righe e diverso rispetto agli stereotipati discorsi che abbiamo ascoltato, desideriamo farlo. Oggi abbiamo sentito ragionamenti che taluni hanno autodefinito «progressisti». I progressisti sono invece coloro che desiderano ritornare all'età della pietra – hanno anche ironizzato su di me – e che adorano gli animali, ma non rispettano l'uomo.

  Io ricordo che il Presidente degli Stati Uniti che, per definizione, fu il più democratico e progressista della storia, Jimmy Carter, che divenne Presidente proprio con la logica di «meno viaggi spaziali» e «più fondi per l'assistenza sociale», oggi è ricordato come il peggior Presidente nella storia degli Stati Uniti d'America. Al contrario, immagino cosa sarebbe successo se Colombo oppure Marco Polo fossero stati verdi e se non avessero avuto dentro di loro la fiamma del vero progresso e dello sviluppo autentico.

  Le risorse naturali per taluni, anche in questo Parlamento, sono un'ossessione per cui prima o dopo pensano si debbano esaurire. Stando così le cose, questo ecologismo che come tutte le parole che finiscono in «ismo», sono assolutamente negative nella loro accezione più completa, continua a ripetere che le risorse finiranno e che l'uomo va educato e punito. Oggi noi abbiamo contribuito a migliorare il testo sia al Senato che qui alla Camera, ma che da un certo punto di vista lo intendiamo quasi come una norma «a tempo», nel senso che da qui a un periodo ben definito intendiamo verificare concretamente gli effetti positivi e capire se realmente essa è stata una norma a vantaggio dell'uomo e della comunità, oppure l'esatto contrario. Per ritornare all'età della pietra, da cui lo sfottò, l'uomo non è che la pietra l'abbia abbandonata perché erano finite, ma perché l'uomo aveva scoperto i metalli. È andata così nella storia dell'umanità.

  Soltanto trent'anni fa sarebbe stato impensabile pensare che dagli «scarti» e in generale dai rifiuti si potesse generare energia, oggi invece tutto questo è normalità. Soltanto qualche secolo fa il petrolio era considerato un problema, oggi invece è una necessità.

  Per cui la vera risorsa, a tutto tondo, non è che una e una soltanto, cioè l'uomo. Egli realizza attraverso i suoi percorsi virtuosi un processo autenticamente vincente. È la tesi esattamente contraria a quelle che dicono che le risorse prima o dopo debbono finire e che quindi, siccome sono limitate, ragionano solo in termini di punizione nei confronti delle imprese che utilizzano le stesse.

  La logica è diversa, perché la logica è, appunto, come dicevamo, di tipo antropologico. Noi siamo convintissimi di tutto questo e tutto quello che è legato all'uomo è per noi fattore positivo. Anche l’air gun è stato oggetto di tante critiche: siamo stati tre ore bloccati da querelle inutili, se era cioè che il Governo avesse cambiato opinione ma cambiare opinione quando ci sono argomenti validi, come quelli che sono stati spiegati nella sua dichiarazione dal Ministro dell'ambiente, non mi pare sia cosa disdicevole, anzi, è esattamente il contrario. E poi ancora a volere enfatizzare nuove fattispecie di reato. Ma nel momento stesso in cui si complica la vita all'uomo, e quindi all'impresa, si produce danno.

  Accade che gli imprenditori si stancano e se ne vanno e il proliferare di reati che si stanno realizzando a tutti i livelli sono una prova concreta della loro stanchezza. E si stancano non solo gli imprenditori, ma anche gli investitori italiani.

  Ma vi siete mai interrogati perché in questo momento, con tutte le condizioni macroeconomiche favorevoli, con l'euro che è a livelli come mai è stato sin dall'inizio, con il petrolio più basso del 50 per cento, con lo spread mai così basso come in questo momento, l'occupazione non aumenta ? Non aumenta perché noi terrorizziamo le imprese con queste norme, e così manager,azionisti, investitori, imprenditori e lavoratori se ne vanno o, se non se ne possono andare, stanno fermi.

  Questo è il ragionamento controcorrente che mi permetto di offrire: lo sviluppo crea ricchezza, la ricchezza economica genera altra ricchezza, che si chiama ricchezza culturale e ricchezza sociale. Quando c’è ricchezza culturale e sociale poi c’è anche quella scientifica e quando c’è quella scientifica c’è anche la consapevolezza dei propri diritti che, quindi, ritorna ad essere sociale e poi, ancora una volta. È un circolo virtuoso !

  Non potete negare che in Italia c’è una sensibilità nettamente migliore rispetto a quella di cento anni fa. È evidente che la sensibilità di tipo ecologico, sociale, ambientale oggi c’è perché è nato un clima favorevole che ha fatto sviluppare una sensibilità. Ma in tempi di povertà questa sensibilità non esisteva. C'erano ben altri problemi !

  Un Paese che intende risollevarsi deve percorrere con risolutezza virtuosi sentieri di crescita, deve rimettere al centro di tutto la figura dell’«uomo», che è il vero grande protagonista della storia del creato. Colui che è stato smarrito in questi ultimi decenni; quell'uomo che diventa impresa – e, perché no ? – anche impresa sociale; che sa coniugare il proprio bene con il bene della società.

  La sfida, quindi, è culturale e antropologica. L'imprenditore italiano vive oggi una considerazione tra le più basse in assoluto, in quanto la sua reputazione e la considerazione nel ruolo sono giudicati a livello bassissimo. Egli è visto come un signorotto che sfrutta i dipendenti, che sfrutta l'ambiente, che non paga le tasse, che cerca il proprio tornaconto, e quindi lo si deve «mazzoliare» (lo dico tra virgolette e in maniera ironica). Lo si massacra con norme assurde e ideologiche.

  Mezzo secolo fa, invece, l'imprenditore era considerato un esempio positivo, di riuscita, veniva offerto all'imitazione dei giovani ed era oggetto di gratitudine perché dava lavoro a tanta gente. È questo, signori onorevoli, è quello che viene definito «lo spirito del sessantotto». Questo spirito del sessantotto ha creato, di fatto, un mutamento culturale che, ovviamente, noi non possiamo accettare. Tutto quello che è esagerazione deve essere condannato.

  Il desiderio e la consapevolezza di contribuire alla realizzazione del bene comune passa, anche e soprattutto, attraverso leggi. Leggi come quella di oggi, che noi stiamo votando perché abbiamo contributo – ripeto tra Senato e Camera – a migliorare. Ma siamo certi che, comunque, non è questa una soluzione ottimale, di lungo periodo. Siamo certi che, come la storia ci insegna, da qui a breve saremo chiamati a rivedere tutto quello che stiamo votando.

  Alla base di tutto continua ad esserci quella molecola di sviluppo fondamentale che sono l'uomo e l'impresa. Quando vengono criminalizzate la ricerca scientifica e le evoluzioni è evidente che c’è un pregiudizio, che è di ordine culturale e che ha un nome e un cognome: ideologia. Questa c’è anche in campo ambientale. Abbiamo il dovere di additarla e abbiamo il dovere di lasciarla come riflessione complessiva anche a questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC).

@alepaganotwit

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