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Resoconto stenografico in materia trascrizione dei matrimoni contratti all'estero tra persone dello stesso sesso. 10 Giugno 2015.

 

 

 

 

PRESIDENTE.


  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'Onorevole Pagano. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO PAGANO. Signor Presidente, desidero utilizzare il primo minuto per descrivere brevemente quello che è stato l'iter delle trascrizioni di matrimonio fra cittadini dello stesso sesso. Questa storia è paradossale, al punto di far scrivere a un giornale, laicissimo: «Il paradosso italiano, ciò che è illegittimo prevale sul diritto». Nell'ottobre 2014, il Ministro dell'interno con una circolare dice ai prefetti che in caso i sindaci diano esecuzione alle trascrizioni, devono essere invitati a ritirare tali disposizioni. La circolare è corretta perché fa riferimento alla legge e al codice civile italiano, alle sentenze della Corte di cassazione e della Corte costituzionale, e al diritto europeo, visto che viene richiamata la Carta di Nizza, che consente ai legislatori nazionali le scelte in ordine alle discipline del matrimonio.

  Il Governo successivamente chiarisce, ma questa è storia nota, che il sindaco, quando svolge queste funzioni, non svolge compiti amministrativi, ma è lì perché è un «ufficiale di Governo»: ci sono dei casi specifici previsti dalla legge per cui esso deve svolgere questo compito all'interno di una specificità che è proprio quella che ho appena detto. All'interno di queste documentazioni, il Ministero dell'interno chiedeva l'applicazione della legge. Proprio su questo elemento centrale oggi dovremmo chiudere ogni discussione e, invece, abbiamo sentito di tutto e di più.

  Anziché stare lì a dire come fare per rispettare la legge, che è quello che noi tutti i giorni cerchiamo di fare, anche da un punto di vista didattico e pedagogico, nei confronti dei nostri figli e degli alunni quando andiamo a fare le visite nelle scuole. Rispetto a tutto questo c’è oggi una fetta corposa del Parlamento, ammantata di ideologia, che invece dice «no». Per loro le leggi sono un accidente di percorso: c’è altro e bisogna fare altro. Cos’è questo «altro» ? È tutto quello che è legato ad una visione ideologica della storia e della vita, che è il tema vero su cui noi dovremmo confrontarci, per cui intelligenze vive di questo Parlamento non riescono a liberarsi da questo tipo di catene, non riescono a liberarsi da questi legacci, perché devono sostenere le loro storie fatte di utopie, cioè di scelte che non affondano per niente nella realtà e che non hanno nessun riscontro con la verità. È questa una storia antica e questa generazione è figlia di questo tempo. Sappiamo bene cosa ha prodotto, per esempio, la rivoluzione bolscevica a proposito di ideologie. Per decreto avevano stabilito che Dio era morto, anzi che non era mai esistito; per decreto avevano stabilito che i rapporti economici dovevano essere regolati dallo Stato perché esso è una entità superiore da un punto di vista etico. Per decreto avevano stabilito che i soggetti erano uguali e come tali dovevano essere trattati in uguale maniera, dimenticando che si è diversi per intelligenza, sensibilità e per tante altre cose. Poi quando non sono riusciti a far quadrare il cerchio per colpa delle ideologie, è intervenuta la forza. Solo così si spiegano, per esempio, i 130 milioni di morti che sono avvenuti con il comunismo, perché è evidente che quando poi non quadra il tutto, hai bisogno della forza bruta, del gulag, come dei campi di rieducazione, oppure – come diceva Solgenitsin – dei manicomi, perché sono pazzi, perché chi non capisce è pazzo e quindi deve essere curato e rieducato.

  È esattamente quello a cui oggi stiamo assistendo con le nuove forme di ideologia, che sono quelle dei gender, che ci stanno costringendo tutti ad osservare qualcosa che è fuori da ogni logica e ragionamento. Una legge deve essere rispettata o no ? Oppure deve prevalere l'ideologia che è superiore, ma che per definizione è portatrice di malesseri, di problematiche e di problemi di ordine sociale ed economico ?Questo è il grande tema su cui noi oggi tutti dobbiamo confrontarci. E all'interno di questo confronto andiamo a vedere concretamente che cosa sta accadendo. Abbiamo verificato che il Governo si è rimesso all'Aula. Almeno questo, solo questo ci convince. C’è un dibattito in corso in questo Parlamento e nel Paese. Nel Paese reale la si pensa in maniera diversa, basta stare in mezzo alla gente per capire come la pensano su certi argomenti. Eppure da questo punto di vista si vuole fare un uso, ancora una volta, della forza bruta dei numeri. Ecco perché ci vuole il confronto, ecco perché ci vuole il dibattito, ecco perché abbiamo bisogno di confrontarci e di portare avanti dei percorsi che devono essere nell'interesse del Paese, non nell'interesse di una utopia, di un'ideologia.

  Ma all'interno di questo percorso il nostro gruppo, sia al Senato che alla Camera, con il sottoscritto anche come primo firmatario, ha presentato delle proposte di legge, segno evidente che non siamo arroccati di fronte a ragionamenti antichi come qualcuno ci vuole dire. C’è un editoriale di oggi di una giornalista che dice che siamo omofobi, che siamo antichi, che siamo vecchi, che siamo legati a schemi, e che invece loro (si vada dalla parte opposta dell'emiciclo) hanno una superiorità intellettuale. Qual è la superiorità intellettuale ? Quella di voler forzare la legge ? Quella di volere per forza vincere nonostante tutto quello che evidentemente è contro ogni logica ? Far passare il cammello dalla cruna di un ago ? E allora ecco che per questo motivo noi siamo convintissimi che questo dibattito debba trovare una soluzione univoca e siamo dispiaciuti anche della mozione del PD.

  Io ricordo a tutti che il giorno 20 giugno a piazza San Giovanni l'associazionismo cattolico e non cattolico, trasversale, forze musulmane, evangeliche, laiche, ha organizzato una mega manifestazione – per farla a San Giovanni immaginiamo che ci saranno numeri di un certo tipo – per dimostrare concretamente quello che il Paese reale pensa su questo argomento ed è questa la riflessione che dobbiamo fare.

  Ed ecco perché siamo profondamente convinti delle nostre ragioni, che non vengono però da un pregiudizio, vengono dal fatto che abbiamo l'amore nei confronti degli altri, il rispetto nei confronti degli altri, che oggi si traduce soprattutto nel fatto dell'applicazione della legge e del rispetto delle leggi. È quindi proprio per questo motivo che noi voteremo contro la mozione Scotto 1-00719 di SEL, contro la mozione 1-00885 Bechis, contro la mozione Rosato 1-00892; siamo a favore ovviamente della mozione Lupi Binetti e Pagano, 1-00887, che è la nostra, siamo a favore della mozione Gigli 1-00890, chiediamo una votazione per parti separate del dispositivo della mozione Fedriga 1-00894 della Lega Nord perché ci asterremo sulla premessa mentre voteremo favorevolmente il contenuto e poi voteremo contro le mozioni degli onorevoli Mazziotti Di Celso 1-00896 e Locatelli 1-00138. Questo è un percorso che a noi convince. Non è sicuramente un percorso già precostituito. È un percorso di riflessione a cui noi tutti in maniera speranzosa guardiamo.

Alessandro Pagano

@alepaganotwit

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