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Persecuzione religiosa caso Bodnariu. Interpellanza urgente 2-01366 . Venerdì 13 maggio 2016, seduta n. 624.

 

 

 

 

 

 

 I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per sapere – premesso che:


 

la stampa rumena già dalla fine di novembre 2015 ha reso pubblica l'incredibile vicenda che ha coinvolto i due coniugi Marius e Ruth Bodnariu, lui romeno e lei norvegese, residenti a Bergen, in Norvegia, arrestati, interrogati e subito rilasciati dai servizi sociali norvegesi mentre i cinque figli venivano allontanati da loro, senza possibilità di vederli, se non per l'allattamento del più piccolo da parte della madre. Il caso sta avendo vasto clamore in Romania, con petizioni e campagne di sostegno;

nei documenti che l'avvocato difensore ha ottenuto dai servizi sociali, si legge che Marius e Ruth sono «cristiani radicali che, stavano indottrinando i loro figli» (RomaniaTv.net, 20 novembre). La versione dei servizi sociali è che i bambini avrebbero subito abusi fisici; i bambini sono stati sottoposti a diversi esami medici da cui emerso che non vi è alcun segno di abusi. A parte sculacciate o tirate d'orecchi, i bambini non hanno raccontato di punizioni violente e pericolose e non sono affatto spaventati all'idea di tornare a casa, anzi ne sono desiderosi;

la segnalazione ai servizi sociali era partita a ottobre 2015 dalla preside della scuola, preoccupata perché le due figlie maggiori avevano parlato di castighi da parte genitori. Nella segnalazione la preside aveva definito i due coniugi come «molto cristiani», spiegando che anche gli zii sono credenti e che la fede della nonna porta a credere in un Dio che punisce i peccati. Pertanto, sebbene convinta che non vi fossero abusi fisici, secondo la preside era necessario un intervento di sostegno familiare da parte dei servizi sociali;

la moglie Ruth ha anche subito pressioni da chi l'ha interrogata perché denunciasse il marito: se avesse dichiarato che abusava fisicamente di lei, le avrebbero affidato i figli. Ma Ruth ha risposto che non poteva, perché è una bugia. I bambini avrebbero scritto anche delle lettere a mamma e papà, che però non sono mai state consegnate. I servizi sociali hanno invece dichiarato che non esistono lettere e che ai bambini non mancano i genitori;

il ricorso dei genitori contro i servizi sociali è stato respinto, l'unica concessione ottenuta è stata la visita di due ore settimanali al figlio minore, mentre solo Ruth potrà vedere gli altri quattro bambini una volta alla settimana;

il 18 febbraio 2016, la famiglia si è riunita per la prima volta da novembre. Il sito ufficiale della campagna di sostegno alla famiglia Bodnariu (http://bodnariufamily.org/) ha raccontato in un articolo che è stato un incontro «gioioso» ma «doloroso», in cui la figlia Naomi «non riusciva a smettere di parlare» e il quartogenito Loan (due anni) «avendo imparato qualche nuova parola, aveva molto da dire. Il piccolo Ezechiele era più felice che mai». Dopo aver giocato, parlato e mangiato, la famiglia ha pregato insieme;

in questi giorni un tribunale del Paese scandinavo ha riconosciuto che i diritti umani di Anders Breivik – l'autore della strage di Utøya – sono stati violati nel carcere in cui è attualmente detenuto. Giova ricordare che si tratta della stessa giustizia che ha condannato Breivik a soli 20 anni di carcere, cioè a soli 3 mesi per ciascuna delle 76 vittime;

i servizi sociali della Norvegia, a quanto consta agli interpellanti, usano tutt'altri sistemi di valutazione rispetto ai metodi educativi delle famiglie musulmane, perché ne temono le reazioni violente; in tali casi le violenze in famiglia in particolare contro mogli e figlie, verrebbero classificate come «specificità culturale», sia dai servizi sociali norvegesi che dai tribunali, la rare volte che tali vicende giungono davanti al magistrato;

alla luce delle considerazioni sopra espresse si può fondatamente argomentare che se l'ordinamento giuridico norvegese ritiene legalmente valida l'affermazione dei servizi sociali norvegesi che i coniugi Bodnariu sono «cristiani radicali che stavano indottrinando i loro figli» allora sussiste in quell'ordinamento una «specificità anticristiana» secondo gli interpellanti ingiustificata ed illegittima, contro la quale si può e si deve intervenire da qualunque Stato dell'Unione –:

se il Governo non ritenga opportuno adottare con urgenza le iniziative di competenza, in particolare di carattere diplomatico, anche promuovendo una forte azione in sede comunitaria, affinché la Norvegia ponga fine a quella che appare agli interpellanti una sostanziale persecuzione religiosa in casi quali quello della famiglia Bodnariu.

(2-01366) «Pagano, Bosco, Binetti».

@alepaganotwit

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