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Intervento dell'On. Alessandro Pagano sul tema: "Interdipendenze Politico-Strategiche. Italia, Europa e Russia". 30 Marzo. Università Sapienza, Roma.

 

    

 

 

 

Intervento dell'On. Alessandro Pagano sul tema: "Quale futuro per le relazioni Italo-Russe? Interdipendenza strategica e relazioni economiche sullo scenario euro-mediterraneo". Tavola Rotonda, Centro di ricerca Cooperazione con l'Eurasia, il mediterraneo e l'Africa Sub-Sahariana - CEMAS. 30 Marzo. Università Sapienza, Roma.


 

 

1.            La Guerra Fredda è terminata nel biennio 1989-1991 con la sconfitta dell’Unione Sovietica, che ha prima perso l’impero esterno, quello rappresentato dai Paesi satelliti del Patto di Varsavia, e si è successivamente dissolta.

2.            All’atto in cui l’Unione Sovietica abbandonò l’Est Europa, gli Stati Uniti si impegnarono a non avanzare verso Est le frontiere dell’Alleanza Atlantica. Come segno di buona volontà, i Laender della vecchia Germania Est vennero in un primo momento esclusi dalla difesa integrata della Nato ed ospitarono per qualche tempo solo forze nazionali di autodifesa. Oggi la Nato conduce simulazioni con le armi nucleari nei cieli della Polonia.

3.            La Nato e l’Unione Europea confinano ormai con la Russia: ciò è accaduto perché in Occidente si è ritenuto che gli impegni contratti con Mosca dovessero cedere rispetto alle determinazioni autonome degli Stati sovrani dell’Est Europeo, che ambivano ad ottenere la protezione atlantica.

4.            Alla Russia si concesse fin dal 1997 la costituzione di un foro di consultazione con l’Alleanza Atlantica, senza peraltro attivarlo alla vigilia della guerra per il Kosovo. Anche l’organismo più avanzato messo in piedi nel 2002 a Pratica di Mare è stato irrilevante all’apparire delle crisi maggiori.

5.            Lo schema che chiama in causa Italia, Europa e Russia prescinde dalla considerazione degli Stati Uniti, che sono invece una parte essenziale dell’equazione di sicurezza in Europa.

6.            La fine della Guerra Fredda ha in effetti alterato gli equilibri continentali non solo perché ha indebolito fortemente la Russia, ma altresì perché ha comportato la riunificazione della Germania.

7.            La riunificazione tedesca ha generato un gigante all’interno dell’Unione Europea ed un soggetto che esprime oggettivamente potenza ed ambizioni non solo verso Occidente, ma anche verso Oriente.

8.            Buona parte dei problemi che incontra oggi l’Unione Europea derivano dal fatto che la Germania non è più solo un primus inter pares ma una specie di egemone, che detta le regole in modo funzionale ai propri interessi, sia sul terreno della gestione dell’economia che su quello dell’assorbimento dei migranti.

9.            Il sentimento antieuropeo che affiora in molte parti dell’Ue altro non è che una nuova veste dell’ostilità europea al dominio tedesco. La circostanza non deve stupire: in molte regioni del mondo, in primo luogo in Cina, Germania ed Ue sono considerate sinonimi.

10.          Anche ad Est, complice la ritirata americana avviata da Barack Obama, la Germania ha accresciuto il profilo della propria azione politica. La rivolta ucraina di Euromajdan nasce non da una pressione statunitense e/o Nato, sul Presidente filorusso Yanukovich, ma dall’offerta all’Ucraina di un accordo di associazione all’Ue. Tale offerta venne avanzata da Polonia, Svezia e Repubbliche Baltiche, ma fu formalizzata da ultimo solo dopo l’assenso tedesco. In definitiva, lo scontro che porta alla caduta di Yanukovich è il risultato di una partita complessa, a tre parti, nella quale perderà non solo la Russia, ma anche la Germania, a tutto vantaggio degli Stati Uniti. Per questi ultimi, è un imperativo strategico prevenire qualsiasi forma di intesa tra Russia e Germania.

11.          Per l’Italia il rapporto con la Russia è una delle condizioni essenziali che occorrono per riequilibrare in qualche modo il divario di potenza politica e forza economica che ci separa dalla Germania. La linea che conduceva a sviluppare questo asse italo-russo è stata seguita da almeno tre Presidenti del Consiglio italiani, di cui due di centro-sinistra: Massimo D’Alema e Romano Prodi, membri del Valdai come Silvio Berlusconi.

12.          L’Italia tuttavia non può sviluppare le proprie relazioni politiche con Mosca se gli Stati Uniti non glielo consentono. In quel caso, l’Italia è costretta a fare delle scelte, privilegiando Washington.

13.          Proprio per questo motivo, se lo lasciano fare, Trump è un’opportunità, sia sotto il profilo della ventilata rinuncia alla politica dei cambi di regime, che sotto quello dell’interesse alla realizzazione di un condominio russo-americano per la stabilizzazione delle periferie eurasiatiche. Ci restituisce anche quel quantum di sovranità che ci serve per poter gestire alcuni problemi di sicurezza, come la sfida rappresentata dall’Islam Politico.

14.          Abbiamo tuttavia una difficoltà da superare in Libia dove, per il momento, Italia e Russia si trovano da lati opporti, con la prima a favore di Serraj e la seconda che sostiene invece Haftar, peraltro non da sola: sono infatti dal lato di Haftar anche l’Egitto e la Francia. Pare inoltre che anche gli inglesi stiano per abbandonare Serraj, mentre Trump esita ancora, seppure le sue simpatie per il Cairo siano note a tutti.

Alessandro Pagano.

 @alepaganotwit

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