Giovedì, 28 Marzo 2024


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Certezza della pena per i tifosi violenti

Dopo gli incidenti causati dai tifosi del Napoli per la partita di calcio con la Roma di domenica 31 agosto, il ministro Maroni ha deciso di prendere provvedimenti duri nei loro confronti.

Il governo così si appresta a dire basta e lo farà iniziando proprio dai responsabili di domenica scorsa: "Abbiamo assunto alcune valutazioni - ha spiegato Maroni - e mi accingo nella giornata di domani (oggi ndr) a mandare una direttiva ai prefetti che dispone dell’individuazione di tutti coloro che hanno partecipato al 'mucchio selvaggio' di domenica, perché siano colpiti dal provvedimento che impedirà loro di partecipare a manifestazioni sportive per i prossimi due anni".
Inoltre nei confronti di quei tifosi prima incriminati e poi scarcerati Maroni ha assicurato che "saranno denunciati alla magistratura per associazione per delinquere" perché talvolta gli ultrà "sono veri e propri delinquenti, criminali organizzati applicati al calcio e per questo dovranno rispondere del 416, ovvero del reato di chi si associa per commettere reati".
Finalmente un governo che prende decisioni e non sorvola su fatti così gravi.

Non si riesce a comprendere perché se a distruggere un bene pubblico sono criminali comuni o zingari giustamente sono puniti, mentre se lo fanno gli adoratori di una squadra di calcio questo non accade.

Claudio Magris su Il Corriere della Sera si chiedeva per quale motivo i cosiddetti ultrà, violenti che escono dallo stadio periodicamente possono permettersi di distruggere tutto quello che gli capita davanti. "La ragione è semplicissima: i criminali travestiti da tifosi, possono farlo, sanno di poterlo fare, sanno che nell’epoca moderna lo stadio ha sostituito la chiesa quale asilo per i delinquenti; sanno di restare impuniti o di pagare pene irrisorie per i loro gravi e imbecilli reati". (Claudio Magris, L’impunità calcistica, 2.9.08 Corriere della Sera).

In Italia solitamente chi aggredisce un altro provocando gravi lesioni, magari la morte, viene messo in galera. Non si riesce a comprendere se aggredisco o danneggio per conto mio sono chiamato a pagarne di persona, mentre se lo faccio urlando slogan calcistici godo di una sostanziale impunità.

Spesso di fronte a questi fatti di violenza legata allo stadio e quindi alle squadre di calcio, gli psicologi, letterati,si affannano a spiegarci che chi spacca la testa di un altro in nome di una squadra di calcio, lo fa perché ha problemi psicologici, perché ha del disagio sociale. Sarà anche vero, ma allora questo deve valere anche per i serial killer, gli stupratori, i rapinatori che anche loro hanno problemi e forse non sono stati abbastanza amati dalla loro mamma.

Certamente questo ragionamento buonista che ha causato tanto disordine nella nostra società non può continuare ad esistere, soprattutto in certe redazioni di giornali e certe magistrature.

"Se le violenze del calcio continueranno – e continueranno – sarà perché soprattutto le autorità preposte a garantire in generale la sicurezza dei cittadini, in questo caso decidono, chissà perché, di lasciar correre, di non tutelare i cittadini, diversamente da quel che accade nei confronti di altri malviventi".

Ci sembra che l’attuale governo Berlusconi voglia invertire la tendenza.

Alessandro Pagano

Domenico Bonvegna

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