Giovedì, 28 Marzo 2024


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I cattolici di fronte al fallimento del prodismo e del nascituro partito democratico

Con Prodi non è caduto soltanto il governo o la sua coalizione, è fallita una cultura politica, la politica azionista e dossettiana, di cui Prodi è stato il migliore esemplare. Il dossettismo ha lavorato per far incontrare i cattolici e i comunisti, per poi realizzare in seguito una forma culturale e politica superiore sia al comunismo che alle democrazie occidentali.

Una sintesi generale che doveva portare ad "una abiura parziale del comunismo tradizionale, del liberalismo tradizionale e del cattolicesimo tradizionale. Avrebbero potuto incontrarsi fra loro solo un nuovo comunismo, un nuovo liberalismo ed un nuovo cattolicesimo. Da questo presupposto discende, fra l’altro, la interpretazione dossettiana del Concilio Vaticano II come rottura assoluta con il passato cattolicesimo, bollato in blocco come integrista". (Rocco Buttiglione, Il fallimento del dossettismo, 26.1.08 Liberal).

Questi dossettiani, chiamati anche cattolici democratici, come se gli altri non fossero democratici, si erano autoinvestiti per fare una riforma religiosa e teologica del Paese, infatti, "i vescovi italiani sarebbero teologicamente in ritardo" secondo Castagnetti, "rispetto alla novità non solo politica ma anche religiosa dell’Ulivo" come ha affermato la Bindi.

I cattolici democratici scrive Stefano Fontana su L’Occidentale del 23 gennaio "hanno sempre pensato che il papa e il cardinale Ruini dovrebbero richiamare le coscienze e nulla più. Meno che meno invitare a disertare un referendum, radunare a Roma un milione di persone per opporsi ad un disegno di legge governativo. Dentro di loro i cattolici democratici avrebbero preferito che il Papa non fosse invitato alla Sapienza, perché non c’é posto per le talari nei luoghi pubblici. Dentro di loro avrebbero preferito che Ferrara non avesse mai lanciato la proposta della moratoria, dando l’idea che il decalogo abbia a che fare con la politica".

Con la nascita del Partito Democratico i cattolici democratici non potevano che confluire in questo grande contenitore che dovrebbe portare a quella sintesi di cui faceva riferimento sopra Buttiglione. Il "buonista" Veltroni dopo aver dichiarato di voler correre da solo adesso ha imbarcato anche i radicali di Pannella e della Bonino.

In definitiva un cattolico non può appoggiare il PD a meno che i suoi membri non rinneghino la loro storia, filosofia, cultura, convincimenti personali a proposito di argomenti caldi, quali: "aborto", "famiglia", "vita umana", "eutanasia", "suicidio assistito", "sperimentazioni genetiche", "clonazione", "morale sessuale", "uso di droghe", etc.

Riteniamo che la crisi istituzionale del nostro Paese debba necessariamente trovare un momento di confronto serio e responsabile fra i 2 partiti che maggiormente rappresentano il corpo elettorale e cioè il Popolo della Libertà (PDL) e il Partito Democratico (PD). Addirittura l’auspicio è che nasca un vero e proprio patto generazionale per riscrivere le regole su molte materie: economia, sanità, pensioni, salari, immigrazione, ordine pubblico, riforme elettorali, grandi opere pubbliche e quant’altro. Ma difficilmente si potranno trovare accordi su quei Valori, che il Papa definisce, "non negoziabili". La prova è sotto gli occhi di tutti. Appena la Chiesa ha accennato a difenderli, è stata aggredita con inaudito accanimento dagli epigoni della cultura "radicale" o "neomarxista" che ancora resiste e che in fondo costituisce la parte più forte del nuovo Pd. Basta leggere le loro dichiarazioni sui giornali dopo qualche discorso del Papa o del cardinale Ruini.

Qualcuno sostiene che si tratta di frange estreme, certo ci sono anche, ma in verità, si tratta di una cultura dominante, di una mentalità che è presente ad ogni livello: dall’editoria alla scuola, dal mondo della cultura alla magistratura, e che, con diversa intensità, informa di sé tutta la sinistra, il "partito radicale di massa" e contagia molti uomini e donne anche della destra. La sua filosofia è il relativismo etico e l’assoluta libertà individuale che portano al nichilismo e all’autodistruzione della società.

Sicuramente il Pd si muoverà con moderazione, Veltroni è un finissimo politico. Faranno prodigi per smussare, troncare e sopire i contrasti, magari quando conviene omaggeranno il santo Padre o qualche vescovo. Useranno la tattica dei tre passi avanti e due indietro, ma appena i "valori non negoziabili" verranno al pettine, allora non potrà che riemergere il fondo dell’antica ideologia, cosa che sta puntualmente accadendo in questi giorni dopo la famosa richiesta di "moratoria" contro l’aborto lanciata dal laico Giuliano Ferrara.

Alessandro Pagano

Domenico Bonvegna

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