Sabato, 15 Marzo 2025


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Proibito utilizzare i termini "mamma" e "papà"

Il ministro per la Scuola e per l’Infanzia Ed Balls del Regno Unito ha deciso di vietare ai bambini delle elementari l’utilizzo dei termini "mamma" e "papà", perché sarebbero gravemente offensivi nei confronti degli omosessuali. "L’espressione ‘mamma’ e ‘papà’ lede infatti i diritti dei genitori omosessuali e favorisce le tendenze omofobiche, diffondendo l’idea che esista solo una famiglia tradizionale".

Fantastico! secondo questo ministro, che i bambini nascono da una mamma e un papà sarebbe "un’idea", e non un fatto. Tra l’altro Balls si contraddice perché fa riferimento a "genitori", sarebbe interessante capire come generano queste coppie omosessuali, è la natura glielo impedisce. E’ la realtà e non la chiesa a mostrarci che dire ‘mamma’ e ‘papà’ non è un’offesa per nessuno, ma la cosa più naturale del mondo. Ma Balls segue il metodo hegeliano, "se la realtà non coincide con la teoria (l’ideologia) tanto peggio per la realtà".

Secondo Balls i bambini dovranno essere educati all’idea che esistono genitori dello stesso sesso già dall’età di quattro anni. Alle Medie e poi alle Superiori, quando si parlerà di matrimonio, agli studenti sarà obbligatoriamente sottolineata l’esistenza delle unioni civili e dei matrimoni gay per invitarli, "alla tolleranza".

Non è solo in Inghilterra ma anche in Italia ci sono tentativi di introdurre nelle nostre scuole l’ideologia di "genere", lo scrive Mario Palmaro su Il Timone: ci sono editori di libri che aderiscono al progetto Polite per la formazione di una cultura delle pari opportunità e del rispetto delle differenze, nel quale si adotta la categoria maltusiana dei "generi" (la sparizione dei sessi). A questo punto si rischia di cambiare anche i libri delle fiabe, perché sarà giudicato discriminatorio raccontare storielle dove un coniglietto ha un padre e una madre di sesso diverso.

A scuola saranno vietate le espressioni: "comportati da uomo" e "non piangere come una donnicciola". Il ministro inglese in pratica sta imponendo la cultura "gender", l’ideologia di "genere", una dottrina che considera che l’identità sessuale sia una pura scelta culturale, un condizionamento sociale. E’ un certo femminismo radicale che incoraggia a disprezzare in particolare il maschio padre, addirittura esistono università, ma anche scuole nel Nord Europa, i giovani maschi sono attaccati e denigrati per la loro identità.

"Il padre è archetipo di autorità e autorevolezza, e dunque di maschilismo. Il padre va spazzato via, scrive Marina Corradi. Si pensi che all’Università di Oxford, così si trascrive il nuovo Padre Nostro: "Padre/Madre nostra che sei nei cieli". Oppure, quando Gesù rispose ai genitori che lo cercavano nel Tempio: "Perché mi cercate? Non sapevate che io ero nella casa del Padre/Madre" (Marina Corradi, Quell’ansia nichilista di negare ‘padre e ‘madre’, 1.2.08 Avvenire).

Ci risiamo con provvedimenti come quello del ministro inglese, o come quello sulle norme cosiddette anti-omofobia, non vieta solo le offese agli omosessuali (il che è sacrosanto), ma vietano anche che si possa dire "mamma" e "papà", vietano perfino che a scuola si possa parlare di "maschi" e "femmine". In pratica ancora una volta con il pretesto di tutelare alcuni, si nega il diritto di esistere a molti altri, direi a quasi tutti. Ormai siamo come scriveva il Corriere della Sera all’ossessione omofobia.

Alessandro Pagano

Domenico Bonvegna

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