Anno 2011

“Riaffermando un’efficace quanto condivisibile considerazione del vice presidente Lupi, non solo l’Italia non è la mendicante d’Europa, ma oltretutto non ha nulla di cui farsi perdonare da Francia e Germania. Non si tratta qui di una mera rivendicazione nazionalista, che pure potrebbe essere giustificata dopo l’oltraggio ‘gratuito’ e in ‘mondovisione’ compiuto dall’asse franco-tedesco, ma di ristabilire la verità attraverso dati certi e attendibili”.

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“Benché sul contenuto definitivo del dl sviluppo circolino ancora versioni discordanti, le quali, tuttavia, non hanno mancato di scatenare accese polemiche, sarebbe quantomeno auspicabile evitare di sollevare inutili e fuorvianti ‘polveroni’ fondati su meri pregiudizi o veti strumentali”.

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“Se non fosse che le ‘grandi manovre’ all’interno di Fli, il cui epilogo è stata l’ufficializzazione del simbolo associato al nome del presidente della Camera, rischiano di mettere in dubbio l’imparzialità e il ruolo super partes del presidente della Camera, le attività del partito guidato da Gianfranco Fini non susciterebbero la benché minima preoccupazione”.

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“Per consentire al Paese di superare questo periodo di recessione dovuto alla difficile congiuntura economica internazionale, non è più rinviabile una riforma del fisco in grado di coniugare rigore nei conti pubblici e creazione di nuovo Pil”.

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“Il clima di violenza e odio sfociato in azioni di autentica guerriglia urbana che, durante la manifestazione degli ‘indignati’ di sabato scorso, hanno messo a ferro e fuoco la Capitale, rappresenta un serio pericolo per la salvaguardia delle istituzioni democratiche e l’incolumità pubblica che la politica non deve in alcun modo sottovalutare o l’Italia rischierà seriamente di rivivere i terribili e drammatici anni di piombo”.

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“Le violenze subite dalla comunità copta in Egitto, in cui sono rimasti uccisi 25 innocenti, dimostrano l’eccessiva fretta della comunità internazionale nel giudicare positivamente le rivolte che hanno condotto all’attuale regime”.

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“Le dismissioni degli stabilimenti Fiat in provincia di Avellino e a Termini Imerese sono il sintomo evidente di una profonda crisi del sistema produttivo italiano che sta rischiando di divenire ‘strutturale’ soprattutto a causa della rigidità delle posizioni delle parti sociali, nonché a causa della mancanza di una visione strategica di lungo periodo”.

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“Riguardo l’incapacità del Pd  di decidere in maniera compatta e coesa, il segretario nazionale del Pdl Alfano ha unicamente espresso una legittima considerazione di carattere politico ormai evidente a tutti”.

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"Le difficoltà del Paese ad uscire dalla crisi non dipendono solamente dalla speculazione o dall’andamento dei mercati, ma anche dalle condizioni nelle quali versano le famiglie italiane, nonché dal conseguente, vertiginoso, calo demografico.

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