Interrogazione degli On. Berardi-Pagano-Polidori al Ministro dell’Istruzione in relazione agli effetti distorsivi della riforma del lavoro sulle collaborazioni di giovani professionisti con le università.

 

 

Interrogazione a risposta scritta 

Al Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca e Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Per Sapere – premesso che: 


I commi 23-27 dell’articolo 1 della legge del 28 giugno 2012 n.92 riguardante “Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita”  interviene  sui rapporti di lavoro a progetto e sulle partite Iva;

la normativa prevista più stringente per tali fattispecie contrattuali sembrerebbe delineare  future situazioni in concreto difficilmente gestibili per realtà per loro natura assai diverse dagli schemi classici del lavoro in Italia;

è il caso, ad esempio, di giovani professionisti che sono chiamati ad insegnare corsi in materia afferenti la loro professione (architetti, ingegneri, storici dell’arte, etc.), ma che non hanno ancora redditi professionali “principali”; tali da superare il criterio quantitativo del 80 per cento disposto dalla lettera b) del comma 26 dell’art. 1 della legge di riforma, mentre non è certo chiaro cosa si intenda per “postazione di lavoro presso una delle sedi del committente”, di cui alla lettera c) del medesimo comma; oppure, di chi viene chiamato per taluni  progetti di insegnamento che poi, però, se ripetuti nel semestre successivo potrebbero far scattare “presunzioni di subordinazione”;  oppure ancora come si possa in tempi brevi far individuare dai contratti collettivi le “prestazioni di elevata professionalità” che esenterebbero dalla equiparazione con il lavoro dipendente per attività svolte con modalità analoghe; 

altre situazioni possono essere menzionate, tutte molto specifiche e peculiari, che come sopra non paiono trovare sbocco soddisfacente con le ipotizzate nuove regole; 

si rileva che l’ Association of American College and University Programs in Italy  ha  espresso le sue perplessità sulla normativa in questione;

sostiene che tali norme eccessivamente restrittive ovvero di difficile o immediatamente controversa interpretazione porterebbero ad un risultato diametralmente opposto a quello voluto perché non è ovviamente, pensabile, né economicamente possibile, “assumere tutti e tutti a tempo indeterminato”  molti finirebbero con il non rinnovare rapporti “a rischio contenzioso”, riorganizzando la loro attività oppure, in casi ormai non più “limite”, chiudendola o trasferendola altrove; 

si ricorda che Association of American College and University Programs in Italia comprende e rappresenta 150 programmi stabili di Università e Colleges Nordamericani presenti in tutta Italia;

nei diversi centri si svolgono corsi a livello universitario, di primo e secondo livello, ma, anche, opportunità di dottorati di ricerca, per gli studenti ed i ricercatori iscritti presso l’istituzione madre,

ogni anno, una media di oltre 30.000 studenti soggiornano in questi programmi in 42 città in Italia, per periodi di studio che possono variare da uno-due mesi sino ad un intero anno accademico; 

i benefici che le attività delle istituzioni accademiche nordamericane portano in Italia sono sempre maggiori e non solo sotto il profilo accademico: fin dal 2000 uno studio curato dall’Istituto Regionale per la Programmazione Economica della Toscana (IRPET), ma proiettato per l’intero territorio nazionale, dimostrava come almeno il 12% del flusso di turisti verso i luoghi di interesse storico era costituito da studenti dell’Association of American College and University Programs; 

moltissimi, inoltre, sono i posti di lavoro che, a diverso titolo, sono garantiti in Italia dalla presenza delle Università e dei Colleges nordamericani, così come sono tanti gli insegnanti italiani cui viene offerta la possibilità di insegnare presso i diversi centri nella Penisola; 

le disposizioni della recente legge sulla  riforma del mercato del lavoro potrebbero compromettere un indotto importante per l’economia del nostro Paese; da ciò ne deriva che i flussi culturali e turistici dagli Usa verso l’Italia saranno dirottati verso altri paesi europei; 

se sono a conoscenza dei fatti descritti in premessa;

quali iniziative intendano adottare al fine di garantire il regolare svolgimento di prestigiose attività culturali ed accademiche straniere in Italia in ossequio  a un quadro giuridico sufficientemente completo nel nostro ordinamento per tali peculiari entità.

On. Amato Berardi                        On. Alessandro Pagano                           On. Catia Polidori