Conferenza Internazionale a Ginevra sulla questione iraniana. Appello a USA e ONU per salvare i 7 ostaggi di Ashraf. 19 Settembre 2013.

 

 

 

 

Madame Rajavi,

Signore e Signori,


 

 

Cari amici della Resistenza Iraniana, nella mia qualità di Presidente del Comitato dei Parlamentari Italiani a favore della Resistenza Iraniana, è oggi un onore essere di nuovo qui con voi a distanza di tre mesi dallo straordinario incontro di Parigi.

Prima di tutto vorrei esprimere le mie  più sentite condoglianze alla Signora  Maryam Rajavi e ai familiari dei 52 eroi che sono stati barbaramente uccisi il 1° Settembre scorso.

Il nostro Ministro degli Esteri Emma Bonino ha già condannato fortemente questo crimine ed ha chiesto le opportune garanzie per la tutela dei residenti di Liberty, oltre che chiedere un'indagine tanto indipendente quanto esauriente.

Tra le tante cose che si possono dire oggi in questo autorevole consesso, vorrei puntare l'attenzione sulle menzogne e sugli inganni del governo iracheno. E' arrivato infatti il momento della forte denuncia verso questo governo tiranno. In questi anni, e nei cinque eccidi compiuti, i residenti hanno più volte mostrato, con ampie documentazioni, le menzogne dell'IRAQ, alle Nazioni Unite, agli Stati Uniti d'America ed all'Unione Europea. Se questi ultimi avessero prestato attenzione a questi documenti ed avvertimenti, avrebbero capito le nefaste intenzioni del governo iracheno, istigato dal regime iraniano, e le cui menzogne offendevano l'intelligenza della comunità internazionale. Se avessero prestato attenzione a quelle denuncie, forse oggi non piangeremmo questi morti.

Ma veniamo al punto. Se oggi fossimo in un'aula giudiziaria potremmo chiedere a tutti: "Guardiamo i fatti!"

E i fatti ci dicono che, dopo il crimine del 1° Settembre il premier irakeno al-Maliki ha dapprima negato ogni azione ad Ashraf riducendolo ad una sorta di lite interna tra i residenti. Pensava il poveretto che non uscisse nessuna foto o filmato dal campo che mostrasse al mondo ciò che era accaduto. 

Ma pensare ció in era di internet è perlomeno ingenuo e quindi  nessuna sorpresa  se i filmati del suo crimine sono finiti sulla rete. 

Successivamente, quando la Resistenza Iraniana ha svelato l'eccidio e il rapimento di sette persone, e quando molte organizzazioni della difesa dei diritti umani, il Parlamento Europeo, l'Alto Commissariato dell'Onu per i rifugiati e molti parlamentari in tutto il mondo hanno capito come sono andate le cose chiedendo la liberazione di questi sette ostaggi, l'IRAQ ha dichiarato che i sette rifugiati, erano stati arrestati a causa della loro aggressione alla forze Irachene, le quali come si vede nelle prove filmate erano armate fino ai denti.

In Italia abbiamo un detto, ma penso che sia diffuso in tutto il mondo, che dice: "se non fosse un fatto drammatico, ci verrebbe da ridere". Tant'é che queste incosistenti tesi del governo iracheno sono state contraddette e smontate dopo appena qualche giorno a coinferma anche di un altro proverbio: "le bugie hanno le gambe corte". Infatti, il Ministero aveva dimenticato che il primo ministro iracheno qualche giorno prima aveva negato completamente il proprio coinvolgimento nell'azione del 1° Settembre, arrivando al punto di dire che le forza irachene mai erano penetrate nel campo di Ashraf. 

Può la comunità internazionale credere a  questi uomini e a questo governo? 

Stiamo parlando di un governo il cui  responsabile, al-Maliki, è privo di ogni sincerità  e non dice una parola di verità. 

Da anni essi hanno la responsabilità del sangue di 120 residenti. Al-Maliki è del tutto inaffidabile. Non si può avere fiducia in lui circa la protezione di Liberty e le indagini sui fatti. Sarebbe come "affidare un agnello ad un lupo" ! Non si può affidare a lui un'indagine su crimini commessi da lui stesso ! 

La Comunitá internazionale gli deve dire, con toni fermi e con autorevolezza, che OGGI e non  domani, deve liberare gli ostaggi. 

Gli si deve togliere il campo Liberty. La responsabilità della protezione del campo deve riguardare del tutto gli Stati Uniti d'America e le Nazioni Unite. Gli si deve dire che se non permetterà ai "caschi blu" di stabilirsi al campo Liberty deve aspettarsi ripercussioni politiche ed economiche dall'UE. 

Non bisogna assolutamente sostenere la ridicola tesi irachena che ad effettuare le indagini sul crimine di Liberty sia lo stesso criminale che l'ha commesso. 

La nostra attenzione su questa vicenda sarà forte e costante.

Io comprendo, e l'Italia con me, che questo incontro ha un grande significato politico in quanto è stato organizzato, non casualmente, in prossimit à della sede internazionale dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani e quindi oggi, nella qualità di Presidente del Comitato dei Parlamentari Italiani a favore della Resistenza Iraniana:

- Chiedo alla Presidente dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite, la signora Navi Pylar, di fare pressione su al Maliki e l'IRAQ per far si che vengano liberati i 7 prigionieri (fra cui 6 donne) rapiti in occasione dell'attacco al campo base; 

- Chiedo di fare pressione agli USA e all'UE per far si che i 7 prigionieri non vengano consegnati all'IRAN( così come vuol fare Al- Maliki); e soprattutto 

- Chiedo che l'ONU formi una commissione di indagine che attraverso imparziali ricerche e documentazioni faccia luce sulla verità e se sia il caso, chiedere la condanna dell'Iraq presso il tribunale Internazionale dell'AJA.

Su questi punti saremo inflessibili e puntuali.

Ce lo chiede il sofferente popolo iraniano, ce lo chiedono coloro che hanno dato la loro vita per la libertà. 

W la resistenza iraniana, W la libertà. 

Alessandro Pagano