Sabato 27 Marzo 2010 14:49
Anche i miei amici stranieri che vivono in Italia o che viaggiano spesso mi confermano che le pubblicità e in generale i programmi, negli altri Paesi non sono assolutamente trasgressivi come in Italia e non si riescono a spiegare il perchè.
Che la gente sia nauseata si capisce anche dai rilievi statistici dell’AIART-Associazione Spettatori ONLUS, che segnalano nel 51% degli adulti quanti si arrabbiano per la violenza, la volgarità e la pornografia propagandata nel piccolo video. Ancora più interessante il dato fra i giovani: ben il 64% di loro si mostra disgustato. Forse questi ragazzi contemporanei, nonostante i loro cattivi educatori, hanno più buon senso rispetto agli adulti. È questo il motivo del perché, aldilà delle nuove tecnologie che facilitano l’accesso, i giovani scelgono internet quale loro preferito strumento informativo.
Un altro dato sociologico inquietante che emerge è che i bambini che assistono a scene di violenza, volgarità e trasgressione in TV sono incapaci di distinguere tra immagine e realtà: tradotto, significa che restano turbati.
A fare il paio, si osserva un’altra statistica di qualche anno fa: il 44% dei bambini italiani rispondeva di preferire la compagnia del televisore a quella dei genitori. Non so se la statistica sia ancora attuale ma qualcosa mi dice che il dato sia peggiorato. Certo è che la TV ha potentemente contribuito a scavare un fossato tra la generazione degli adulti e quella dei giovani, ha detronizzato i genitori, ha imposto modelli di comportamento malsani, ha spezzato i ritmi della vita familiare.
Ma paradossalmente qualche segnale positivo c’è, l’opinione pubblica ha cominciato a dare segnali precisi di risveglio. Le proteste vibrate nei confronti di Aldo Busi, le pesanti critiche ai mass-media colpevoli di aver diffuso le bestemmie dei calciatori durante le partite di calcio, e le statistiche che ho sopra citato di contestazione alla televisione subdola e trasgressiva, ci fanno capire che c’è una certa reazione. Dice il filosofo tedesco Hans G. Gadaner: “la TV tiene spesso in stato di suggestione la gente. Le chiavi sono in mano ad una élite il cui obiettivo è quello di condizionarla “.
A questa preoccupazione di Gadaner rispondiamo che almeno negli USA (le tendenze culturali provengono tutte da lì) è partita una potente reazione giovanile contro ogni forma di trasgressione compresa quella di un certo tipo di musica. La musica rap (notoriamente trasgressiva), dopo 30 anni di vendite scatenate è da qualche anno in calo, al punto che persino i giovani afro-americani, hanno condannato il rap come una forza negativa della società americana, per il fatto che propaga l’uso della droga e favorisce la criminalità e la violenza, anche sessuale.
Indipendentemente dalla propria visione politica, cogliamo segnali che sociologicamente stanno andando in questa direzione, ciò non può che ridare fiducia e speranza alla nostra società.
Alessandro Pagano