Parassiti per scelta. Perchè in Italia 700.000 ragazzi hanno deciso di non lavorare per scelta di vita?




Qualche settimana fa, ha suscitato aspra polemica la decisione di una scuola americana del Rhode Island, la Central Falls Senior High School di licenziare tutti i suoi 74 docenti perché inadempienti rispetto al loro dovere; ovvero, sono stati poco esigenti con i loro allievi. In Italia al contrario se potessero licenzierebbero i docenti troppo esigenti.
Da noi infatti la logica dominante non è quella della severità, semmai il contrario. Qui i professori li vogliono tutti “morbidi” perché gli studenti hanno diritto al “successo formativo garantito”. In altre parole “i ragazzi debbono andare avanti allo stesso modo, raggiungere lo stesso traguardo e se non ci riescono la colpa è della scuola, degli insegnanti, del sistema. È un’ideologia egualitarista superata dalla storia” (Giorgio Israel, 1.3.2010 L’Occidentale).


Insomma, per Israel si coccolano gli studenti che hanno ragione qualsiasi cosa facciano, idem le famiglie che fanno la difesa sindacale dei figli. Pochi ragionano sul fatto che la severità dei docenti è autentico amore verso i discenti perché serve a farli diventare migliori.
In pratica a scuola tutti debbono essere uguali, e se gli insegnanti non riescono a promuovere tutti e a migliorare il sistema allora la colpa è di loro.
La nostra scuola ha realizzato un sistema in cui gli alunni arrivano alle medie senza conoscere le tabelline. Arrivano ai licei con carenze ortografiche gravi che a quella età non si colmano più. Riteniamo che questo sfascio vada addossato a quei riformatori, a quegli estensori di programmi scolastici deliranti, a quei mediocri pedagogisti ideologizzati,  a quegli “esperti” scolastici che non hanno mai fatto un’ora di lezione, a quei maniaci della tecnologia a scuola, a quegli estensori di libri di testo orrendi. E paradossalmente sono proprio questi che ora rimproverano i docenti di non saper mettere in funzione quelle pessime ricette che loro stessi hanno partorito.
Dunque emerge una scuola in crisi, ma non è solo quella italiana, è tutto l'Occidente che sta attraversando questa crisi.
Del resto già un piccolo cittadino indiano o cinese, sa le tabelline prima di iniziare la scuola elementare e alla fine di questa è più avanti di almeno tre anni rispetto alla media di un bambino occidentale.
Il risultato finale è che ci ritroviamo una nuova generazione senza spina dorsale. Vi citiamo un’ultima statistica per impressionarvi: Il Rapporto Giovani 2008 elaborato dal Dipartimento Studi Sociali economici e demografici dell’Università La Sapienza di Roma certifica che nella fascia fra i 25 e i 35 anni ci sono 700.000 ragazzi (8,75%) che sono inattivi convinti. In altre parole, i disoccupati sono quasi 2.600.000 ma di questi ben 700.000 non ne vogliono sapere nulla per scelta di vita: parassiti sono e parassiti vogliono restare.
Forse questa scuola egualitaria e non vocata al sacrificio qualche responsabilità ce l’avrà su questi risultati, o no?  

Alessandro Pagano
Domenico Bonvegna