Perchè Belen Rodriguez non deve presentare Sanremo




In margine alle confessioni della celebre show-girl sulle “sniffate” della Milano bene, riceviamo e volentieri pubblichiamo questo articolo del mio amico Prof. Alessandro Meluzzi. Il titolo è redazionale.
L’Argentina non è solo la terra dei gauchos e del tango. E’ anche un luogo dove il senso della tragedia può diventare doppiezza e terribile dissimulazione e rimozione, come nel caso dei desaparecidos.


O dove si può passare dal dramma alla farsa e viceversa, transitando attraverso la cocaina e la sua stigmatizzazione, come nel caso di Maradona tante volte caduto e risorto.

L’avvenente Belen Rodriguez è il prototipo di una giovane sudamericana di belle speranze che, come tante altre meno belle, brave e anche un po’ meno furbe, ha scalato velocissimamente tutti i gradini del successo dello star system. Servendosi anche come scaletta di personaggi non propriamente ingenui, ma direi quanto-meno scafati come Fabrizio Corona o Lele Mora.

Nella vicenda recente sulla cocaina nelle discoteche, pare avere capito che nella vulgata italiota, pentirsi prontamente e chiedere scusa diffondendo comunque generosamente accuse a destra e a manca, è opportuno, morale e soprattutto utile.

E’ il segno di un sincero ravvedimento e di una disponibilità ad affermare valori di onestà e pulizia. E fin qua è tutto più che lodevole.

Deve comunque imparare che alla base del pentimento sincero non c’è soltanto la contrizione operosa, accompagnata dalla disponibilità a sradicare il male, negli altri oltre che in sé, ma anche l’espiazione obiettiva di quanto si è comunque compiuto.

Per questo trovo assolutamente giusto ed educativo che la divinizzata Belen, ormai universale  come i telefonini, subisca perlomeno una sana esclusione da Sanremo. Uno degli ultimi sacrosanti rifugi di un’Italia antica e ancora numerosa che, citando Massimo D’Alema, “ancora credeva in tre grandi istituzioni: la Chiesa Cattolica, i Carabinieri e il Partito Comunista ”. L’ultimo si è estinto, i secondi hanno dovuto subire persino l’onta di una condanna a quattordici anni del generale comandante dei Ros. Quanto alla Chiesa Cattolica, lotta dolorosamente per una propria interna purificazione sottoposta ad accuse di ogni genere.

Sarebbe paradossale che soltanto Maria – Belen (Betlemme) Rodriguez dovesse godere di un’assoluta e metafisica impunità e impunibilità, che non è stata riconosciuta neppure alle creste di Morgan. Che tra l’altro non ci ha rimesso soltanto lo schermo, ma anche le visite alla figlia.

Bravo quindi al sindaco di Sanremo, che per primo e con coraggiosa lucidità, ha fissato dei paletti. Siamo tutti con lui.

Non basta un bel fondoschiena, solo perché è distante dal naso che sniffa e da una bocca che chiacchiera molto e accortamente, a garantire una divizzazione intoccabile.

Sarebbe davvero antipedagogica per tanti ragazzi e ragazze, che senza rallegrare le serate dell’Hollywood si costruiscono un futuro faticoso, persino nel campo dell’arte e dello spettacolo.

 

 

 

                                                                                                    Alessandro Meluzzi