Kosovo: delegazione parlamentare visita contingente italiano. On. Alessandro Pagano (PDL): “Pace, dialogo e cooperazione tornino a far parte del vocabolario della politica”




La visita di ieri alla missione italiana in Kosovo della delegazione parlamentare “bipartisan” guidata dal Presidente della Camera, Gianfranco Fini, e composta dai parlamentari Alessandro Pagano (Pdl) e Gianfranco Paglia (Fli) è stata non soltanto una dimostrazione di vicinanza delle istituzioni e del popolo italiano ai propri soldati in missione all'estero, ma si è rivelata anche un'importante occasione di riflessione in una fase politica così critica per l'attuale legislatura.


Nonostante l'esito favorevole per il Governo, il 14 dicembre scorso, del voto sulla mozione di sfiducia, la tensione che attraversa il Parlamento resta ancora altissima mentre le polemiche si fanno sempre più sferzanti e dure.
Per questa ragione, la presenza nella delegazione parlamentare di un esponente della maggioranza, come l'On. Pagano, e di uno dell'opposizione, come l'On. Paglia, potrebbe essere interpretato come un esempio di leale e costruttiva collaborazione verso forme future di dialogo su questioni rilevanti per il Paese tra le due forze politiche di centrodestra oggi in conflitto.
Nel corso della visita al villaggio Italia di Belo Poljie, dopo aver espresso apprezzamento per l'esistenza di una convergenza bipartisan di maggioranza e opposizione nei confronti del lavoro dei militari italiani all'estero, Alessandro Pagano torna a sottolineare ulteriormente l'importanza che per i componenti del Parlamento dovrebbero assumere le “missioni di Pace” dei nostri soldati, affermando che: “Cosi' come siamo d'accordo, maggioranza e opposizione nell'apprezzare quanto fanno i nostri uomini e le nostre donne con le stellette, dal loro lavoro, cosi' apprezzato in questa terra, viene uno stimolo a ritrovare anche noi le ragioni di una maggiore sintonia sui grandi temi al centro dell'interesse del Paese. Sono davvero uno stimolo per costruire un dialogo e ragioni di confronto tra tutti noi indipendentemente dagli schieramenti".
In altre parole, secondo l'esponente del Pdl, se la politica decidesse di deporre le armi delle polemiche sterili e faziose, che rischiano solo di procurare al Paese altri rischi oltre a quelli minacciati dalla crisi economica internazionale, e cominciasse invece ad osservare con maggiore attenzione il lavoro delle sue donne e dei suoi uomini in divisa e i risultati e i benefici che le popolazioni destinatarie del loro aiuto traggono dall'impegno e dal sacrificio di quelli che, a ragione, dovrebbero essere considerati eroi, indubbiamente anche questa politica, sempre più ostaggio delle lotte di corrente e di vere e proprie guerre tra bande, ne trarrà un benefico miglioramento.
Per il bene del Paese, auspica infine Pagano, sarebbe opportuno che la politica italiana riprendesse ad esprimersi con un linguaggio ispirato maggiormente a parole come “pace”, “dialogo” e “cooperazione”. Espressioni, queste, appartenenti al vocabolario dei nostri soldati, i quali, parlando al cuore e alle menti della popolazione kosovara proprio con queste parole, stanno riuscendo a comporre il conflitto etnico che da decenni, in maniera sanguinaria e violenta, la dilaniava.