Arriva la scure sui mediatori creditizi. Nel prossimo CDM via libera del governo alle nuove norme su prestiti e finanziamenti.




In allarme le piccole società del settore, rischiano di chiudere in 60 mila. Il relatore Pagano chiarisce: disponibili a modifiche qualora non ci fossero benefici per i consumatori e il mercato.

Dalle carte di credito revolving alla cessione del quinto, dalle società di mediazione creditizia alla tutela dei consumatori. E questa è solo una parte delle materie su cui interverrà il decreto legislativo di attuazione della direttiva comunitaria sul credito al consumo,  che sarà esaminato dal prossimo consiglio dei ministri.


Il dlgs, inoltre, modificherà anche la disciplina legislativa degli operatori finanziari e dei mediatori creditizi. Ed è proprio questo l’intervento che ha destato grandi malumori tra gli addetti ai lavori. Con le nuove norme, infatti, rischierebbero dì chiudere i battenti 60 mila società di mediazione creditizia, con ricadute occupazionali su almeno 180 mila persone. "Ben venga la trasparenza e la volontà di riformare il settore del credito", ha spiegato a MF-Milano Finanza il presidente della Fiaip, Paolo Righi, "ma scaricare tutte le colpe sui mediatori creditizi non è giusto". A detta di Righi, il provvedimento "introduce una serie di paletti e predispone una serie di operazioni a carico delle singole società che renderanno difficile la vita per le piccole realtà". La norma, inoltre, impedirà agli agenti immobiliari di segnalare mutui ai propri clienti. Tra gli obiettivi del governo, c’è proprio quello di incrementare le professionalità agli operatori, un aspetto su cui la Federazione italiana agenti immobiliari ha da ridire. "Il provvedimento, infatti, permette ai commessi della Gdo di proporre contratti di finanziamento per acquistare elettrodomestici o automobili". Un altro aspetto critico, per la Fiaip, riguarda la norma che consente alle banche di detenere partecipazioni (fino al 10%) nelle società di intermediazione creditizia, "una contraddizione vera e propria" ha ammonito Righi: per legge il mediatore è un terzo indipendente. Di fatto, la commissione finanze ha approvato il parere del relatore al dlgs, Alessandro Pagano, che ha chiesto al governo di fare un passo indietro su questo punto. Nel parere, infatti, si chiede di eliminare questa "previsione" perché incoerente con le disposizioni del Tub. "Dal governo e dal presidente della commissione Conte abbiamo avuto la massima disponibilità al dialogo" ha detto Pagano. "L’obiettivo principale è quello di tutelare e garantire i consumatori", ha aggiunto, "qualora ciò non dovesse accadere con le nuove regole saremo disponibili a ritornare sulla materia".     

Di Carmine Sarno