Lettera al Direttore della Gazzetta del Sud in risposta alle affermazioni dell'On. Speziale in tema di bilancio della Regione Siciliana

 

 

Caro Direttore,  

l'intervento dell'on. Speziale, all'interno del pezzo pubblicato oggi dal suo giornale e riguardante il bilancio della Regione siciliana, ci sembra il disperato tentativo di addossare ad altri le proprie colpe, inefficienze, inadeguatezze. 


Forse l'intendimento dell'on. Speziale era quello di utilizzare la sua notevole qualifica, di Presidente della Commissione regionale antimafia, ma per talune vicende non siamo noi, né lui, a dovere parlare. 

Per entrare nel merito della questione numerica del bilancio, con dati e numeri, le trasmettiamo separatamente tutti i dati utili attraverso i quali lei e la sua redazione potranno verificare elementi oggettivi. Il fatto però, oltre che numerico, è politico, e in questa lettera ci preme spiegare brevemente come stanno le cose, dal nostro punto di vista, in Sicilia proprio partendo dall'on. Speziale, le cui parole sono quelle già sentite, in tante occasioni. Una sorta di lamento vetero assistenzialista che prova a nascondere i problemi irrisolti e la mancanza di idee e di forza per provvedere al rilancio della nostra Regione. Le doglianze degli esponenti del presidente Lombardo sembrerebbero un disco rotto, solito testo e solita musica, recitate da solisti diversi. Anche questo non a caso perché Lombardo, nel tentativo di rimanere attaccato a una poltrona ottenuta con oltre 900.000 voti del Pdl e poi consumata nei trasversalismi di accordi poco chiari con la sinistra, è già arrivato a comporre quattro diversi governi all'interno della stessa legislatura. E ora si appresta a farne uno nuovo che forse non vedrà luce perché da Roma le indicazioni dei leader del Pd vorrebbero una svolta, almeno a parole. Parole che sono indigeste ai responsabili regionali del Partito Democratico, e sul perché bisognerebbe approfondire. 

Prendiamo atto dell'anomalia, davvero singolare, che oggi sostengano Lombardo quelle forze del Pd, dalla Finocchiaro a Lumia, che tre anni fa nel corso della campagna elettorale accusavano Lombardo di essere la sintesi del peggio possibile, e sulle accuse non andavano per il sottile. Che cosa abbia determinato il cambiamento di idea sull'uomo e sul politico francamente resta un mistero. Fatto è che il quadro di totale instabilità ha portato in questi tre anni di governo Lombardo a quattro rotazioni di direttori nei vari assessorati, con una sequenza infinita di ricorsi ai tribunali amministrativi e conseguenti ripensamenti da parte dello stesso Lombardo, il quale ha creato un nocumento non sanabile perché all'interno degli assessorati non è stato possibile, per ragioni del tutto evidenti, quella continuità amministrativa necessaria perché da un'idea scaturisse un provvedimento e da quest'ultimo la realizzazione di cose concrete. 

L'incapacità da parte del governo Lombardo di mettere nel circuito di spesa i fondi europei è nota, e altrettanto famigerata la spregiudicatezza con la quale in questi anni il governatore ha aumentato le poltrone disponibili per assessori esterni, capi di gabinetto, esperti, tutte persone pagate con contratti particolarmente onerosi, a carico delle casse pubbliche com'è ovvio. In tutto il Sud, il fallimento della politica di Lombardo è ormai conclamato dalla dissoluzione della forza parlamentare dell'Mpa, abbandonato in Calabria come in Puglia o in Campania da quelli che erano i referenti locali. 

Il grande progetto politico che doveva costituire una sorta di forza a trazione meridionalista è naufragata, non per colpa di Berlusconi, il quale in un momento di congiuntura economica ha comunque avanzato misure notevoli per la Sicilia, ma solo perché il metodo Lega (Bossi) è molto diverso dal metodo Lombardo (Raffaele). 

Oggi l'Mpa si rifugia in Sicilia, prende tutto quello che può per armare una compagine politica da attrezzare solo in ragione del vecchio modo di creare consenso elettorale. 

La Sicilia però non può permetterselo. 

Roma, 21 aprile 2011

 

On.li

Giuseppe Marinello, 

Vincenzo Fontana,

Vincenzo Garofalo,

Nino Germanà,

Enzo Gibiino,

 Nino Minardo,

Alessandro Pagano,

 Salvo Torrisi.