Ordine del giorno dell'On. Alessandro Pagano alla manovra riguardante misure a sostegno delle piccole e medie imprese

 

 

La Camera,

premesso che: 

Secondo i più recenti dati disponibili, elaborati da Bankitalia nel 2010, a fine 2009 la ricchezza netta delle famiglie italiane è stimabile in circa 8.600 miliardi.


Le attività reali rappresentano il 62,3 per cento della ricchezza, le attività finanziarie il 37,7 per cento e nell’ambito di queste circa il 10 per cento del totale è detenuta in forma liquida o immediatamente liquidabile: si tratta di oltre 850 miliardi di euro;

nel confronto internazionale le famiglie italiane risultano relativamente poco indebitate; l’ammontare dei debiti è pari al 78 per cento del reddito disponibile lordo (in Germania e in Francia esso è circa del 100 per cento, mentre negli Stati Uniti e in Giappone è del 130 per cento); 

 patrimonio e il risparmio delle famiglie italiane, dopo essere stati utilizzati in ambito internazionale per sostenere l’affidabilità del Paese, sono ora sotto l’attacco di un fronte trasversale che intende introdurre un’imposizione sul Patrimonio; peraltro le varie ipotesi di tassazione vertono tutte sul reperimento di risorse per ridurre lo stock del debito pubblico, mentre invece è necessario incrementare il PIL, la cui crescita significativa di per sè riduce il rapporto e, in via derivata, crea le risorse per ridurre tale stock; 

nel corso dell’estate dal fronte cattolico è intervenuta una proposta che evita odiose imposizioni o espropri, ma tuttavia può distribuire lo sforzo economico che il Paese dovrà sostenere per uscire dalla crisi confidando in altri due fattori di eccellenza del sistema Italia: una rete efficiente di medie imprese e banche fortemente radicate sul territorio;

la proposta consiste in una sorta di maxi prestito forzoso pari al 10 per cento della ricchezza liquida delle famiglie (pari quindi ad oltre 80 miliardi di euro) da convogliare attraverso obbligazioni convertibili in 10 anni, collocate con un tasso che copra l’inflazione tramite le banche (soprattutto locali) in direzione del sistema delle piccole e medie in prese, in base a proposte fatte dalle locali associazioni degli industriali; 

tale strategia garantirebbe nuove risorse per gli investimenti, oggi erogati dalle banche col contagocce, produrrebbe aggressivi piani di crescita, rafforzerebbe l’occupazione e potrebbe fornire la base per raccogliere capitali di rischio anche dall’estero;

impegna il Governo

 a valutare la proposta presentata in premessa nell’ambito degli interventi di rilancio dell’economia in corso di definizione.

ACCOLTO DAL GOVERNO COME RACCOMANDAZIONE