La Camera discute un'Interpellanza a difesa della libertà religiosa nel mondo sottoscritta dall'On. Pagano

 

 

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri,

per sapere – premesso che:

il 13 settembre 2011 il dipartimento di Stato Usa ha pubblicato il suo ultimo rapporto sulla libertà religiosa internazionale.


 Il rapporto, relativo al 2010, copre solo gli ultimi sei mesi dell'anno. Nella sua presentazione Michael H. Posner, vicesegretario dell'ufficio per la democrazia, i diritti umani e il lavoro, ha detto che tra i Paesi di particolare preoccupazione (Cpc – Countries of particular concern)figurano gli stessi del 2009: Birmania, Cina, Eritrea, Iran, Corea del Nord, Arabia Saudita, Sudan e Uzbekistan; ciononostante, vi sono anche altri Paesi in cui avvengono gravi violazioni della libertà religiosa, tra cui particolare apprensione suscita la situazione dei cristiani in Siria, dove l'instabilità e le violenze stanno portando a numerose violazioni dei diritti umani, così come Pakistan, Iraq, Vietnam ed Egitto sono altri Paesi individuati da Posner per le gravi offese alla libertà religiosa;

il rapporto cita diversi modi in cui la libertà religiosa è ostacolata: repressione attiva da parte delle autorità e impunità. In Paesi come Iran e Corea del Nord la religione è sotto stretto controllo, nell'ambito del più ampio tentativo di dominare la vita politica e sociale in generale. Altri Stati come l'Eritrea opprimono la gente, al punto tale che i credenti sono costretti a rinunciare alla propria fede o a lasciare il Paese. Talvolta la situazione è aggravata da gruppi estremisti come al-Qaeda, che nel 2010 ha invocato attacchi violenti contro le minoranze religiose in Medio Oriente. Nel 2010 vi sono stati attentati contro luoghi sacri e fedeli sunniti, sciiti, ahmadiyya e cristiani. Anche in Nigeria vi è stato un significativo aumento degli episodi di violenza contro cristiani e musulmani. Nel febbraio 2011 si è verificato un ulteriore caso di violenza che ha provocato circa 96 morti;

altri ostacoli alla libertà religiosa sono le leggi contro l'apostasia e la blasfemia. Questeleggi sono spesso utilizzate a discriminazione delle minoranze religiose. La blasfemia e la conversione dall'islam o apostasia può essere punita con la morte in Afghanistan, Iran, Pakistan e Arabia Saudita. Queste leggi sono anche spesso utilizzate in modo strumentale nell'ambito di contrasti personali o di controversie sulla proprietà immobiliare;

secondo il dipartimento di Stato, nel 2010 vi è stato un aumento o un mantenimento dei livelli di antisemitismo in ogni continente. Gli atti di questo tipo comprendono la profanazione di cimiteri, il diniego dell'Olocausto, la pubblicazione di un certo tipo di letteratura e anche di cartoni animati;

una serie di Paesi ha approvato o sta approvando leggi che restringono la libertà religiosa in ragione della necessità di proteggere la sicurezza nazionale. Alcuni Governi hanno posto restrizioni alle attività di gruppi che considerano pericolosi: nella sezione sulla Birmania, il rapporto osserva che il Governo ha continuato a monitorare gli incontri e le attività praticamente di ogni organizzazione religiosa. I gruppi religiosi, inoltre, sono tenuti a chiedere l'autorizzazione per poter svolgere qualsiasi evento pubblico di grandi dimensioni. Secondo il dipartimento di Stato, le autorità si sono spesso rifiutate di autorizzare la celebrazione delle feste tradizionali cristiane o islamiche; è anche difficile ottenere l'autorizzazione ufficiale per la costruzione di nuove chiese o luoghi di culto, e in alcuni casi persino la ristrutturazione di edifici esistenti viene bloccata. La censura di Stato ha continuato ad applicare le restrizioni sulla pubblicazione della Bibbia, del Corano e di altri testi cristiani e islamici; risulta anche che, nella promozione del buddismo, il Governo abbia affidato orfani e senzatetto ai monasteri buddisti, anziché a gruppi cristiani per sottrarli all'influenza dei missionari; inoltre, l'adesione o conversione al buddismo continua ad essere un obbligo non scritto per coloro che vogliono arrivare ai gradi più elevati del Governo;

passando alla Cina, il rapporto inizia osservando che solo i gruppi religiosi che rientrano tra le cinque associazioni religiose patriottiche ufficialmente riconosciute (buddista, taoista, musulmana, cattolica e protestante) sono autorizzati a svolgere funzioni religiose; altri gruppi, tra cui quelli protestanti o quelli cattolici fedeli al Vaticano, non possono registrarsi ed essere legali. In alcuni luoghi, le autorità hanno accusato i membri di gruppi non ufficiali di reati come lo svolgimento di attività religiose illegali o il disturbo della stabilità sociale. Il livello di rispetto del Governo per la libertà religiosa nelle leggi e nella pratica si è ridotto nel corso del periodo considerato. I leader musulmani della regione autonoma di Xinjiang Uighur e i religiosi buddisti tibetani hanno subito maggiori discriminazioni nel 2010. Coloro che vogliono entrare in un seminario ufficiale devono avere il sostegno della loro associazione religiosa patriottica. Inoltre, il Governo richiede agli studenti di dimostrare la loro «affidabilità politica» e impone che le questioni politiche siano anche oggetto di esame per tutte le scuole religiose; nel periodo coperto dal rapporto, le autorità hanno continuato a monitorare e talvolta a vessare sia i gruppi non registrati che quelli registrati. Un certo numero di leader religiosi e di fedeli è stato arrestato o condannato alla reclusione a causa delle loro attività religiose;

per quanto riguarda il Vietnam, il rapporto afferma che si è registrata una serie di violazioni della libertà religiosa. Per esempio, molti cattolici e protestanti affermano di essere stati discriminati nel fare domanda di lavoro nell'ambito dell'amministrazione pubblica. Una serie di credenti ha subito vessazioni o repressioni, soprattutto se appartenenti a gruppi privi del riconoscimento ufficiale. Tra le azioni prese dalle autorità figurano la cessazione forzata di riunioni religiose, la chiusura di chiese domestiche non registrate e pressioni sugli individui perché rinuncino alla loro fede religiosa. Vi sono stati gravi contrasti, nel gennaio del 2010, tra i parrocchiani della chiesa cattolica di Dong Chiem che protestavano contro la demolizione di una grande croce di cemento da parte della polizia. La folla di diverse centinaia di persone è stata attaccata dalla polizia, che ha usato gas lacrimogeni e ha picchiato circa una dozzina di individui. Secondo il rapporto, due settimane dopo un monaco cattolico è stato percosso dalla polizia fino a perdere i sensi, mentre cercava di accedere alla parrocchia vicina al luogo in cui è stata demolita la croce. Più tardi, a febbraio 2010, un gruppo di suore e di altri cattolici di Ho Chi Minh City si è recato in pellegrinaggio a quella parrocchia ed è stato fermato dalla polizia, che gli ha impedito l'accesso;

mentre il dipartimento di Stato afferma il suo continuo interesse nel difendere la libertà religiosa, la commissione Usaper la libertà religiosa internazionale ha espresso il suo disappunto per la mancata introduzione di altri Paesi nella lista di quelli di particolare preoccupazione (Cpc – Countries of particular concern), come, per esempio, Egitto, Iraq, Nigeria, Pakistan, Turkmenistan e Vietnam;

in particolare, a proposito dell'Egitto, la stampa internazionale riferisce di tragici episodi a Il Cairo e, dopo che una chiesa cristiana è stata distrutta da integralisti islamici, di una manifestazione di protesta dei copti che è stata funestata da gravissimi episodi di repressione armata, con l'uccisione di 24 persone;

il Premier Sharaf ha giudicato questa manifestazione non come esito delle crescenti persecuzioni, ma come provocazione di forze, non ben definite, che agirebbero contro la nuova primavera egiziana –:

se il Governo condivida le conclusioni cui è giunto il rapporto del dipartimento di Stato americano;

se, in particolare, a proposito della situazione in Egitto, sia in grado di fornire ulteriori notizie, anche con riferimento alla visione degli eventi fornita dal Premier egiziano;

quali iniziative, sia del Governo italiano sia di altri Paesi, siano in corso presso l'Onu e altre organizzazioni internazionali per tutelare la libertà religiosa, definita «madre di tutte le libertà» nella risoluzione unitaria Mazzocchi ed 6-00052 del 12 gennaio 2011; altri n.

quali siano gli orientamenti del Governo in merito all'impegno dell'Unione europea, in particolare di lady Ashton, a riguardo della libertà religiosa e contro la cristianofobia;

come il Governo stia procedendo presso i singoli Governi, in specie oggi quello dell'Egitto, per implementare l'impegno preso con la risoluzione 6-00052, in particolare contro la cristianofobia Mazzocchi ed altri.

(2-01225)

Renato Farina, Garagnani, Angeli, Mottola, Centemero, Porcu, Mariarosaria Rossi, Bertolini, Di Centa, Stracquadanio, Razzi, Palmieri, Vignali, De Luca, Cesaro, Pagano, Vella, Lehner, Biancofiore, Zacchera, Pionati, Lanzarin, Soglia, Romele, Scandroglio, Polledri, Gottardo, Taddei, De Camillis, Aprea, Mussolini, Lupi, Paroli, Toccafondi, Pianetta, Volpi, Aracu.