Interrogazione a risposta scritta 4-13877 dell'On. Pagano riguardante la rimodulazione delle carceri della provincia nissena

 

 

Atto Camera

PAGANO

Alla Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:


 

il capo del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria nonché commissario straordinario per l'emergenza carceraria, dottor Franco Ionta, nell'elaborare l'attuale piano carceri avrebbe previsto per la regione Sicilia, oltre alla costruzione di tre nuovi padiglioni detentivi per un totale di 600 posti nelle carceri di Siracusa, Caltagirone e Trapani, anche la costruzione di quattro nuovi istituti penitenziari a Catania, Sciacca, Marsala e Mistretta ciascuno dei quali avente una capacità ricettiva di 450 posti. Allo stesso tempo il piano carceri prevede l'istituzione di nuove strutture penitenziarie a Bolzano, Pordenone, Torino, Bari, Nola, Camerino e Venezia - località Campalto;

facendo un particolare riferimento a quest'ultima sede Venezia-Campalto sembra opportuno rilevare che sebbene la regione Veneto si sia pronunciata favorevolmente alla creazione della nuova struttura carceraria, non poche perplessità sarebbero emerse in seno al consiglio comunale del capoluogo veneto circa una sua possibile localizzazione. In data 14 febbraio 2011 lo stesso consiglio avrebbe votato all'unanimità e con l'astensione dei rappresentanti leghisti un documento attestante l'indisponibilità del comune di Venezia ad ospitare il nuovo istituto penitenziario. Fonti stampa hanno altresì riportato la ferma contrarietà della cittadinanza campaltina rispetto al medesimo progetto. Tali circostanze testimonierebbero dunque la quasi unanime opposizione alla realizzazione del nuovo carcere;

in aggiunta a quanto più sopra esposto si consideri che nella provincia di Caltanissetta le strutture penitenziarie attualmente attive sono localizzate nello stesso capoluogo e nella città di San Cataldo. In particolare la struttura nissena conta circa 330 detenuti di cui circa la metà appartenenti al circuito «alta sicurezza» a disposizione della locale autorità giudiziaria. Il personale di Polizia penitenziaria ammonta a 170 unità alle quali devono aggiungersi altre 40 unità che prestano servizio presso il nucleo traduzioni e piantonamenti. Presso l'istituto sancataldese, invece, sono presenti circa 110 detenuti tutti appartenenti al circuito «media sicurezza». Il personale di polizia penitenziaria è pari a circa 70 unità;

a parere dell'interrogante sarebbe opportuno valutare la possibilità di accorpare gli istituti penitenziari di San Cataldo e Caltanissetta. Entrambe le strutture, che in linea d'aria distano tra loro 7 chilometri, sono attigue al tribunale ed alla corte di appello di Caltanissetta e necessiterebbero di notevoli interventi manutentivi, essendo esse vetuste. Un loro accorpamento attraverso la realizzazione di un nuovo istituto permetterebbe una migliore razionalizzazione delle risorse umane e finanziarie e di conseguenza notevoli risparmi;

in tal senso, nelle adiacenze del tribunale del capoluogo nisseno, e più precisamente a circa 400 metri, vi è un'area demaniale di pertinenza del Ministero della difesa di notevolissime dimensioni (oltre 30 ettari). Su di essa insisteva l'ex caserma «Franco», ubicata al centro delle principali arterie viarie della città di Caltanissetta, compreso l'accesso rapido allo svincolo dell'autostrada A19 Palermo-Catania. Qualora si provvedesse all'auspicato accorpamento dei due istituti le spese di traduzione, ad esempio, sarebbero quasi completamente abbattute in virtù della prossimità al tribunale e dalla corte di appello di Caltanissetta;

occorre altresì rilevare altri due profili che avvalorano la soluzione della realizzazione di un polo carcerario unico con sede a Caltanissetta. In primo luogo, essendo l'area appena descritta interamente pianeggiante, la nuova struttura potrebbe essere realizzata sfruttando la progettazione prevista per un'altra casa circondariale, e precisamente quella contestata di Venezia. In secondo luogo in area nissena sarebbe di prossima apertura il carcere di Gela che dovrebbe ospitare solo detenuti appartenenti al circuito di «media sicurezza». Pertanto il nuovo istituto nisseno potrebbe interamente essere destinato ad ospitare detenuti appartenenti ai circuiti di «alta sicurezza» e «collaboratori di giustizia». Infine l'ausilio di circa 280 agenti che verrebbero a confluire nella nuova struttura consentirebbe una gestione efficiente della stessa;

in aggiunta la scelta in favore della realizzazione ex novo di una casa circondariale che accorperebbe Caltanissetta e San Cataldo produrrebbe un notevole risparmio nella gestione economica, misurabile nell'ordine di milioni di euro annui:

se il Ministro non ritenga opportuno valutare la fattibilità della costituzione di un polo circondariale unico insistente nel comune di Caltanissetta, alternativo alla contestata realizzazione dell'istituto programmato in località Venezia-Campalto. (4-13877)