L’ITALIA NON È UN PAESE PER GIOVANI

 

 

Sintesi dell’intervento dell’On. Alessandro Pagano 

•             I Giovani e il mondo del lavoro


 

Premessa:

a.            In Italia ci sono troppi laureati non adeguati alle sfide dell’ora presente.

b.            Tra le prime 150 università a livello mondiale, solo una è italiana.

c.            Ci sono troppi laureati in settori che non sono strategici rispetto alle esigenze di sviluppo del Paese. In particolare troppi sono i laureati in scienze sociali (psicologia, sociologia, scienze della formazione, scienze politiche, etc.)

d.            Abbondano le figure di impiegati generici tipiche di un sistema basato sull’assistenzialismo.

Soluzioni auspicabili:

-              Incentivare con apposite politiche del lavoro, l’utilizzo di Master post universitari al fine di sviluppare competenze più specifiche e sopperire così alla sterilità e all’insipienza di molti corsi di laurea.

-              Operare una riforma del lavoro che torni a valorizzare gli antichi mestieri manuali oggi scomparsi e di cui il mercato continua a chiedere in gran numero.

-              Prevedere misure che favoriscano l’apprendistato dei giovani al mondo dei mestieri, riconoscendo il valore formativo ed educativo dell’esperienza lavorativa anche temporanea.

-              Vincolare l’accesso per tutte le facoltà universitarie al superamento di una qualificata prova di inglese.

•             I Giovani e la famiglia

Premessa:

a.            L’Italia soffre per l’assenza di ricambio generazionale

Soluzione auspicabile:

-              Avviare nuove politiche a favore della famiglia perché non si può ottenere un’inversione di tendenza senza concepire interventi mirati. A tal fine bisogna puntare sul “Fattore Famiglia”, principio capace di “creare” nuovo capitale umano, e ripensare al modello di welfare premiando le famiglie che scelgono di fare figli.

26 luglio 2011, Sede UniCredit, via A. Specchi, Roma