Banche, Pagano (Pdl): Entro l’anno approvare negoziato su vigilanza bancaria unificata

 

 

“Il rallentamento del negoziato sulle regole della vigilanza bancaria unificata, confermato dall’intervento del ministro lussemburghese Luc Frieden, è motivo di grande apprensione in quanto la dilazione dei tempi di operatività della supervisione unificata potrebbe celare la volontà di ‘mettere in forse’ l’intera operazione”.


E’ quanto afferma, in una nota, il deputato del Pdl Alessandro Pagano, componente della Commissione Finanze della Camera e relatore della “Proposta di regolamento del Consiglio che attribuisce alla Bce compiti specifici in merito alle politiche in materia di vigilanza prudenziale degli enti creditizi”.

“Lo scetticismo che anima il negoziato e gli interrogativi  sulla sigla di un accordo entro la fine dell’anno, - prosegue Pagano – sono uno scoglio che dovrà essere superato in tempi strettissimi: la vigilanza della Bce è, infatti, importante e necessaria per dare regole uniformi alle Banche dell’Ue, e il Parlamento italiano, sul punto, è impegnato nel dare l’esempio”.

“In assenza di una disciplina omogenea valevole in tutta Europa, - precisa – il rischio è che si applichi la regola dei ‘due pesi, due misure’. La Banca d’Italia, infatti, ha imposto nel tempo regole severe e la conseguenza è stata che i nostri istituti di credito sono oggi mediamente sani, mentre  gli istituti di vigilanza stranieri hanno adottato un sistema di regole blando che ha concorso a creare in quei Paesi sistemi bancari in enorme difficoltà. Questo è quanto accaduto, ad esempio, in Spagna, Portogallo, Irlanda, ma anche in Francia e Germania”.

“Al contrario, il metodo adottato in Italia ha funzionato alla perfezione ed è per tali ragioni che occorre dotarsi di regole comuni a livello europeo ispirate a modelli di controllo adeguati ai tempi, certamente difficili”.

“Un ‘veto’ di Francia e Germania, – sottolinea –  così come sembrerebbe preludere la dichiarazione congiunta dei rispettivi ministri delle Finanze, sarebbe inaccettabile qualora mirasse a dare regole diverse per le Banche locali rispetto agli istituti di importanza sistemica, con conseguenti effetti distorsivi e protettivi a vantaggio di tali Banche. Se ciò accadesse, il Parlamento italiano sarebbe autorizzato a dare pieno mandato al governo per porre gli opportuni veti”.

“L’Italia non teme la vigilanza della Bce, perché già oggi è sottoposta da Banca d’Italia a regole rigorose, ma altresì virtuose. Non è ammissibile che Francia e Germania pretendano in altri settori severità e rigore, mentre in materia di vigilanza creditizia, dove sono evidenti le loro forti criticità, si dimostrino lasche e permissive difendendo un sistema ormai superato”, conclude.