L’On. Pagano presenta in Commissione Finanze un’interrogazione sulle recenti affermazioni del Direttore dell’Agenzia delle Entrate in merito alle attività dei commercialisti.

 

 

Al Ministro dell’Economia

Per sapere, premesso che:


 

In data 21 dicembre 2011, il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, intervistato al programma Baobab su Radio 1, ha così risposto ad una domanda sull'attentato al direttore di Equitalia di Roma, Marco Cuccagna: “Su Equitalia c’è una grossissima disinformazione (…) perché intorno al mondo Equitalia ci sono tutta una serie di altri interessi, estranei al mondo del  pagamento delle imposte, interessi di avvocati, di commercialisti, di pseudo politici e così via che stanno montando un po’ questa cosa.”;

atteso che il lavoro della stragrande maggioranza degli oltre 110.000 commercialisti italiani ha notoriamente per oggetto proprio il calcolo delle imposte che i loro clienti devono all'Erario, nonché lo svolgimento per loro conto dei sempre più numerosi adempimenti fiscali di cui l'Agenzia delle Entrate chiede continuamente l'introduzione, l’affermazione del Direttore Befera secondo la quale  i commercialisti sarebbero "estranei al mondo del pagamento delle imposte" sembrerebbe incomprensibile; 

alla pari incomprensibile sarebbe l’uso  dell’appellativo di "pseudo politici", se non fosse che, ad espressa domanda dell'intervistatore, evidentemente anch'esso incuriosito dalla irritualità di una simile espressione specie se formulata da un così alto funzionario dello Stato, il direttore dell'Agenzia delle Entrate avrebbe prontamente risposto: “Qualcuno che pensa, qualche politico locale, che pensa di fare campagna elettorale operando contro Equitalia";

se il Ministro fosse a conoscenza delle suddette affermazioni del direttore dell'Agenzia delle Entrate, rilasciate, negli esatti termini in cui risultano su riportate, in occasione di una intervista andata in onda sul principale canale radio nazionale;

se il Ministro conviene che il riferimento operato dal direttore dell'Agenzia delle Entrate a commercialisti e ad avvocati mira in modo inequivocabile ad affermare che gli appartenenti a queste categorie professionali sono "estranei al mondo del pagamento delle imposte" in quanto suggeritori dell'evasione fiscale dei contribuenti, come per altro sostenuto dal direttore medesimo già in occasione di sue passate esternazioni pubbliche;

se il Ministro ritiene confacente ai doveri istituzionali di un così alto funzionario dello Stato rilasciare simili giudizi, lesivi di intere categorie professionali che assommano quasi 400.000 cittadini di questo Paese, tanto più in un momento così difficile per i rapporti tra fisco e contribuente e tra Stato e privato cittadino, quando buon senso imporrebbe, anzitutto in chi si professa servitore dello Stato, l'abbassamento dei toni;

se il Ministro ritiene appropriato, per un così alto funzionario dello Stato, affermare che le eventuali critiche mosse da un politico ad Equitalia possano valergli la sprezzante patente di "pseudo politico", rendendo definitivamente impalpabili i confini tra il ruolo politico del direttore dell'Agenzia delle Entrate e il suo ruolo tecnico che ama invece sempre sottolineare nelle numerose interviste che concede, ogni qual volta gli viene chiesto conto della scelta di introdurre questa o quella norma di vera e propria "polizia fiscale", scaricandone così ogni responsabilità su Governo e Parlamento, in qualità di decisori politici; 

 se il Ministro conviene sul fatto che esternazioni di simile natura contribuiscano ad alimentare il sempre più diffuso e, quindi, sempre più pericoloso convincimento che l'Agenzia delle entrate sia ormai diventato un vero e proprio "governo ombra" di questo Paese;

quali azioni il Ministro intenda intraprendere in relazione ai fatti riferiti in premessa.

Pagano

25 gennaio 2012