Interrogazione a risposta scritta n. 4-13878 dell'On. Alessandro Pagano concernete l'inquinamento ambientale di Gela

 

 

Per quanto di competenza, il Ministero dello Sviluppo Economico rappresenta quanto segue.


Si premette che vista la specificità della materia trattata e la delicatezza delle questioni ivi rappresentate si è reso necessario, al fine di una esaustiva risposta, di un esame accurato e di una consequenziale richiesta di informazioni sia alla Prefettura di Caltanissetta, che alla società ENI.

Lo stabilimento petrolchimico di Gela ricade all'interno del "Sito d'Interesse nazionale di Gela" (SIN Gela) così come individuato dall'art. l comma 4 letto c) della legge 9 dicembre 1998, n. 426 e perimetrato con successivo decreto ministeriale l0 gennaio 2000.

A quanto riferisce PENI il SIN è oggetto di un procedimento di bonifica tuttora in corso nel rispetto della normativa vigente e di concerto con tutte le Amministrazioni locali e centrali competenti. Nell'ambito di tale procedimento è stato predisposto, approvato e implementato un progetto di bonifica della falda idrica sotterranea e sono stati realizzati impianti all'avanguardia sia per dimensioni, che per tecnologia.

L'impianto di trattamento chimico-fisico delle acque di falda realizzato nel 2006 e successivi interventi di implementazione hanno comportato una spesa di 60 milioni di euro.

Per quanto riguarda lo stoccaggio di rifiuti tossici o nocivi e in particolare di amianto nella "Vasca 4" l''ENI riferisce nel dettaglio quanto segue.

La vasca n. 4 ubicata all'interno dell'isola 32 è stata autorizzata con D.A.N. 71/89 DEL 24/1/1969 allo stoccaggio di rifiuti nocivi compreso l'amianto.

L'amianto preventivamente inglobato in strutture silicatiche (gesso, malta, etc), viene successivamente confezionato in appositi Big Bag (sacco dì raccolta e trasporto) seguito della sospensione dell'attività di tutte le discariche presenti all'interno dello stabilimento avvenuta nel mese di marzo 2001, sono stati posizionati teli di contenimento e copertura ed effettuati continui monitoraggi per il rischio di aerodispersione.

Le successive ispezioni effettuate dalla locale Capitaneria di Porto nella Raffineria di Gela e un nuovo monitoraggio nei pressi della vasca n. 4, hanno confermato l'assenza di fibre di amianto nell'aria.

A conferma di quanto rilevato la direzione della Raffineria ha richiesto un sopralluogo da parte dell'ASL di Viterbo che risulta essere la più autorevole struttura pubblica in materia di controlli sull'amianto presente nel territorio nazionale.

I funzionari che hanno effettuato il sopralluogo con la Relazione Tecnica redatta nell'agosto 2011 hanno escluso la presenza di fibre di amianto nell'aria ambiente prospiciente la Vasca n 4.

La Prefettura di Caltanissetta comunica tuttavia che risultano tuttora indagini da parte della locale Procura della Repubblica, che ha delegato gli accertamenti di Polizia Giudiziaria alla Capitaneria di Porto di Gela.

In parallelo la ASP di Caltanissetta .ha avviato iniziative di analisi e indagine nel territorio per lo studio dell'eventuale relazione tra la situazione sanitaria nel territorio gelese e l'inquinamento ambientale .

A tal riguardo nel territorio di Gela nell'anno 2010 è stato attivato uno studio epidemiologico di biomonitoraggio, SEBIOMAG, realizzato nell'ambito di un programma di assistenza per la messa a punto di piani di risanamento nelle aree a elevato rischio ambientale, finanziato .dalla Regione Sicilia in collaborazione con l'Organizzazione Mondiale della Salute, Centro Ambiente e Salute ed il coinvolgimento di operatori dell'ASP del Distretto di Gela.

L'attività di monitoraggio ambientale ha visto, infine l'avvio di una attività di ricognizione degli insediamenti produttivi nei quali i lavoratori sono risultati esposti all'inalazione di amianto, al fine di consentire all'INAIL di Caltanisetta il riconoscimento dei benefici previsti dalla normativa vigente.

L'ASP di Caltanissetta procede promuovendo incontri con le istituzioni locali, con l'ARPA e con l'Istituto Superiore di Sanità per il monitoraggio continuo delle condizioni ambientali e la loro relazione con le incidenze sanitarie del territorio di Gela, Niscemi e Butera.

 IL SOTTOSEGRETARIO DI STATO

(Prof. Claudio De Vincenti) 

Legislatura 16°- Aula - Resoconto Stenografico della seduta 17. 549 di sabato 12/11/2011

PAGANO. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:

dagli anni Sessanta la città di Gela (CL) è costretta a convivere con un inquinamento ambientale causato dall'attività dello stabilimento petrolchimico che si è andato aggravando negli anni fino a contaminare la catena alimentere;

nel sottosuolo sono rintracciabili enormi quantità di idrocarburi ai quali é strettamente connesso l'elevato indice di mortalità per tumori 8 malformazioni neonatali nella cittadinanza;

la guardia costiera avrebbe scoperto che nel sistema antincendio della raffineria, oltre all'acqua prelevata dal mare, erano presenti anche idrocarburi, circostanza che in caso di incendio avrebbe gravemente compromesso l'azione dei vigili del fuoco e la messa in sicurezza degli impianti;

altre indagini avrebbero rilevato che la direzione della raffineria avrebbe consentito lo stoccaggio di rifiuti speciali, in particolare amianto, nella vasca 4 dell'isola 32 dell'area industriale;

gli inquirenti, coordinati dal procuratore capo di Gela Lucia Lotti, avrebbero individuato la presenza di teloni di copertura vistosamente bucati e di sacchi per la raccolta dell'amianto  aperti che avrebbero permesso alle pericolose fibre di diffondersi nell'atmosfera sospinte dai venti:

la direzione della raffineria di Gela, incurante della pericolosità di tali circostanze, continuerebbe ad assumere atteggiamenti lontani da ogni logica di integrazione con il territorio, da una parte trincerandosi dietro il rifiuto di un confronto dialettico con le istituzioni locali a con il consiglio comunale, dall'altra continuando ad arrecare nocumento al corpo sociale e ambientale della città se i Ministri fossero a conoscenza delle circostanze esposte In premessa se non ritengano opportuno intervenire direttamente, oltre che prendere contatti con i vertici  nazionali dell'ENI per realizzare percorsi di risarcimento danni per Il territorio, dal momento che l'attività dello stabilimento si è caratterizzata negli anni per la sistematica violazione del diritto alla salute dei cittadini gelesi e della tutela dell'ambiente circostante e pertanto dovrebbe considerarsi incompatibile con la vita della città e dei lavoratori.

(4-13878)