Odg dell'On. Pagano, accolto dal governo e votato favorevolmente in Parlamento da un'ampissima maggioranza bipartisan, concernente il rilancio del settore portuale e marittimo

 

 

La Camera, premesso che:

in materia di traffico merci via mare l’Italia, sebbene possa vantare una posizione geografica di centralità rispetto al Mediterraneo, sta registrando una pericolosa perdita di competitività rispetto al Nord Europa e al Nord Africa.


A dimostrazione di tale affermazione si consideri che per fare arrivare nel nostro Paese un carico di merci proveniente dall’Asia una compagnia di navigazione trova più vantaggioso dirottare le proprie navi, piuttosto che verso Genova o Gioia Tauro, verso i porti di Anversa, Rotterdam e Amburgo, Port Said e Tangeri e ciò in virtù dell’efficienza della rete infrastrutturale, della certezza dei tempi di sdoganamento delle merci e della fornitura di servizi a basso costo che caratterizzano questi ultimi scali;

un recente studio di Cassa Depositi e Presiti presagisce per l’Italia un futuro a tinte fosche nella competizione per le rotte Europa-Asia. La conformazione orogeografica del Paese e le dimensioni dei nostri porti lo renderebbero infatti inadatto ad accogliere grandi navi. A ciò si aggiunga che gli uffici doganali non sono aperti H24 come all’estero e che, specie in ambito agroalimentare, gli operatori della filiera logistica sono costretti a presentare fino a 77 documenti diversi a 17 enti differenti per vedere compiute le operazioni di sdoganamento;

rimanendo nel settore ma cambiando comparto si consideri che i più recenti dati forniti dallo European Cruise Council rivelano che nel 2011 il comparto crocieristico ha contribuito all’economia europea per l’importo record di 36,7 miliardi di euro e ha garantito un significativo livello occupazionale, con circa 315.500 persone complessivamente impiegate. Circa 5,6 milioni di passeggeri si sono imbarcati da un porto europeo e in particolare da Barcellona, Venezia e Civitavecchia;

in questo quadro l’Italia occupa un ruolo di primo piano. Nel 2011 un passeggero su tre è partito con una nave da crociera dai nostri porti e il nostro paese, con 6,5 milioni di visite, si conferma quale principale destinazione crocieristica d’Europa. Nel contempo, con circa 4,5 miliardi di euro di contributi diretti al settore, l’Italia si afferma quale primo paese europeo a sostenere il comparto. A ciò si aggiunga che sono più di 100.000 gli addetti italiani direttamente o indirettamente impiegati del comparto delle crociere (quasi il 32% delle risorse impiegate a livello Europeo), con un volume retributivo di oltre 3 miliardi di euro;

i porti italiani, con in testa Civitavecchia, Venezia, Napoli, Livorno e Savona, condividono la leadership europea essendo essi al vertice del ranking europeo per numero di imbarchi, sbarchi e transiti. In particolare il porto di Civitavecchia è secondo solo allo scalo di Barcellona e ha registrato nel 2011 un flusso di passeggeri pari a 2,4 milioni di unità. Seguono poi Venezia (1,8 milioni di passeggeri), Savona (850mila) e Genova (798mila). Invece con 1,1 milioni di passeggeri in transito nel 2011, Napoli, pur non essendo scelto come porto di imbarco e sbarco, è invece il principale porto di scalo europeo, seguito nella classifica nazionale da Livorno, Bari, Palermo e Messina;

la ragione di tale perdita di competitività, da cui derivano la perdita di una posizione nei traffici oggi di privilegio e un ingente danno economico per l’intero sistema economico italiano, va rintracciata nella mancanza di una strategia unitaria in materia di logistica portuale. In Italia infatti i ventiquattro porti non solo sono al centro di singoli e scoordinati programmi di investimento, ma risultano deficitari di un apparato infrastrutturale (in particolar modo ferroviario) collegato realmente efficiente o pienamente utilizzato;  

impegna il Governo  

a costituire presso il Ministero delle infrastrutture e trasporti una cabina di regia nazionale finalizzata ad ottimizzare i terminal portuali e logistici ed analizzare i flussi portuali al fine di evitare dispersioni ed inefficienze, coordinare e comparare i suggerimenti e le esperienze delle Compagnie e delle Autorità che gestiscono i porti d’imbarco nonché quelli dei rappresentanti delle Compagnie che operano nei settori del trasporto persone e crocieristico, predisponendo un  programma d’investimento comune ed individuare le aree ove è opportuno procedere ad investimenti, monitorare la cantieristica del settore, individuare le necessarie semplificazioni di procedura e razionalizzazioni di competenze necessarie allo sviluppo del settore.

Seduta di mercoledì 25 luglio. ACCOLTO DAL GOVERNO