Proposta di legge dell'On. Alessandro Pagano volta a trasferire alla società Simest Spa le funzioni dell'Ice relative alla promozione delle imprese italiane all'estero

 

 

PROPOSTA DI LEGGE  d'iniziativa dei deputati  PAGANO, SANTELLI

Soppressione dell'ICE – Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane e trasferimento delle sue funzioni alla società SIMEST Spa


 

Presentata il 27 settembre 2012

Onorevoli Colleghi! — La difficile congiuntura economica in atto, sia nel nostro Paese, sia nei mercati internazionali, sta mettendo a dura prova il tessuto produttivo e il sistema delle imprese italiani; da un lato, infatti, impone alle aziende una diminuzione delle produzioni dettata dalla contrazione della domanda, mentre, dall'altro, ne indebolisce le prospettive di crescita anche all'estero, posto che la crisi mondiale ha determinato un calo generalizzato della domanda di prodotti, tra i quali rientrano anche le produzioni del made in Italy. Al contempo, le nostre imprese affrontano nel mondo la forte competizione delle produzioni realizzate sia dai partner europei, sia dalle economie emergenti, di quattro dei cinque Paesi individuati con l'acronimo BRICS, nella fattispecie Brasile, Russia, India e Cina.

Dai dati sul commercio mondiale emerge che, mentre nel 1990 le imprese italiane avevano un inserimento mondiale pari ad una quota di mercato del 5,6 per cento, nel 2010 questo dato era già sceso al 4,1 e il trend del 2020, seguendo questo percorso, rischia di ridurre ulteriormente la quota del nostro Paese, portandola al 3,7 per cento.

Il nostro sistema industriale è notoriamente caratterizzato per un'altissima percentuale da un tessuto produttivo di piccole e medie imprese e ha sempre incontrato maggiori difficoltà nella proiezione sui mercati internazionali e nelle aree geografiche distanti dal territorio italiano, aree nelle quali invece, in questo momento storico, si va sempre più concentrando la parte preponderante della produzione mondiale.

Attualmente, le imprese italiane che esportano e operano sui mercati esteri sono quasi duecentomila, con una crescente presenza di medie imprese multinazionali, mentre il 99,5 per cento delle imprese italiane che esportano all'estero è costituito da piccole e medie imprese, che contribuiscono con quasi il 70 per cento al volume complessivo delle nostre vendite al di fuori del territorio nazionale.

Tuttavia, i processi di crescita all'estero comportano difficoltà e impedimenti per le imprese di minori dimensioni, che rendono complessa la scelta di internazionalizzarsi: l'individuazione di una strategia promozionale, la carenza di risorse finanziarie, i costi per la raccolta delle informazioni, la riorganizzazione delle funzioni aziendali.

Le istituzioni sono chiamate a dare una risposta a queste esigenze, poiché la competizione globale non investe solo i singoli attori economici ma tutto il sistema Paese. In base a dati elaborati dal Ministero dello sviluppo economico sappiamo che negli ultimi venti anni a ogni punto percentuale di crescita del prodotto interno lordo (PIL) mondiale hanno corrisposto circa due punti percentuali di crescita del commercio mondiale; ciò dimostra la crescita del peso dell’export nello sviluppo economico nazionale.

Inoltre, in tempi di globalizzazione, cioè di sempre maggiori interdipendenza e integrazione tra i diversi sistemi economici, fa parte della ricchezza e del benessere di ogni Paese la capacità di affermarsi all'estero tramite il proprio patrimonio di conoscenze e di capacità.

Appare quindi evidente come, in questo momento storico ancora più che in passato, sia di fondamentale importanza per le nostre imprese poter esportare e conquistare posizioni all'estero, una capacità determinata da una molteplicità di fattori, tra i quali anche la capacità di affermare il proprio vantaggio competitivo sui mercati mondiali; mercati nei quali non si può più non essere visibilmente presenti e stabilmente radicati.

Va considerato, inoltre, come nel breve termine la ripresa dell'Italia appaia possibile solo puntando sull’export, sul turismo e sull'internazionalizzazione delle imprese sui nuovi mercati, in attesa che le riforme intraprese a livello nazionale possano dar vita a una ripresa del mercato interno.

E se è vero che le due leve più importanti per la crescita delle aziende oggi sono rappresentate dalla capacità di innovazione e dalla capacità di internazionalizzazione, si registra una crescente consapevolezza da parte delle stesse aziende in merito al fatto che l'internazionalizzazione non solo rappresenta un'opportunità ma, in momenti di crisi quali quelli che abbiamo affrontato e che stiamo affrontando, è sicuramente una necessità. Per le aziende la strategia per l'internazionalizzazione è composta da tre fattori essenziali: il primo è legato alle proprie potenzialità di crescita, soprattutto nelle imprese di piccole e medie dimensioni; il secondo alle modalità di supporto al processo di internazionalizzazione e il terzo alla necessità per queste aziende di avere disponibilità di servizi e di assistenza nei Paesi di sbocco.

D'altro canto, come già rilevato, la capacità di internazionalizzare i nostri prodotti e, dall'altro lato, la capacità di valorizzare i mercati esteri quali bacini dai quali attingere in termini di relazioni, know how e innovazione tecnologica industriale, è strategica per l'economia nazionale e diviene uno strumento ancora più importante per trasmettere nel mondo un'immagine di positività e di solidità della nostra economia.

Questa strategia di proiezione dell'Italia all'estero necessita, tuttavia, di un'organizzazione e di una visione d'insieme che siano in grado di garantire un supporto coordinato ed efficace alle imprese italiane, muovendosi in linea anche con i principi contenuti nello Small Business Act, il documento con il quale l'Unione europea raccomanda ai partner di agire tenendo presenti le esigenze delle piccole e medie imprese, cui il Governo italiano ha dato attuazione come primo Paese in Europa, già nell'aprile 2010 con la direttiva del Consiglio dei ministri 4 aprile 2010, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 144 del 23 giugno 2010.

Attualmente le politiche per l'internazionalizzazione sono affidate a una molteplicità di attori pubblici, impegnati a vario titolo nell'attività di promozione all'estero, con numerosi enti, tra i quali figurano l'Agenzia nazionale del turismo (ENIT), l'ex Istituto per il commercio estero nella sua nuova veste di ICE – Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane, la Società italiana per le imprese all'estero (SIMEST) Spa, l'Agenzia per lo sviluppo e la cooperazione economica internazionale (INFORMEST), la SACE SpA, la FINEST Spa, le camere di commercio italiane all'estero e, infine, gli istituti italiani di cultura all'estero.

Questo fermento, tuttavia, ha causato la dispersione delle risorse pubbliche in una miriade di funzioni e di competenze, la cui utilità effettiva si è rivelata non in linea con i risultati attesi e non ha certo contribuito a rafforzare adeguatamente l'immagine dell'Italia all'estero. Anche la proliferazione di strumenti normativi e di incentivazione non ha prodotto alcun significativo miglioramento nell'efficacia delle politiche e delle azioni di sostegno all'internazionalizzazione ma, invece, un'ulteriore dispersione di risorse umane e finanziarie.

Al contrario, appare quantomai opportuno, anche in considerazione degli attuali processi di razionalizzazione e di contenimento della spesa pubblica, affidare le iniziative per la promozione all'estero delle nostre aziende ad un unico soggetto, alla stregua di quanto già sta avvenendo, sull'altro versante, con l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa (Invitalia). Quest'ultima agisce su mandato del Governo come unico soggetto per l'attrazione di investimenti esteri nel nostro Paese, anche attraverso il sostegno all'innovazione e la crescita del sistema produttivo, e per la valorizzazione delle potenzialità dei territori. In quest'ottica le è anche stato affidato, da ultimo, con il cosiddetto «decreto sviluppo» (decreto-legge n. 83 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 134 del 2012), il ruolo di centrale di committenza per le pubbliche amministrazioni per l'attuazione degli interventi di rilevanza strategica per la coesione territoriale e la crescita economica.

Un primo passo nel percorso di razionalizzazione delle attività per l'internazionalizzazione è stato compiuto con il decreto-legge n. 95 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 135 del 2012, recante norme in materia di revisione della spesa pubblica, che ha disposto il passaggio della SIMEST Spa e della SACE Spa alla Cassa depositi e prestiti Spa, che proprio in questi giorni ne ha autorizzato l'avvio.

      La SIMEST Spa è una società per azioni controllata dallo Stato, che detiene il 76 per cento del pacchetto azionario; è stata istituita con la legge n. 100 del 1990, recante «Norme sulla promozione della partecipazione a società ed imprese miste all'estero», e la sua mission è la promozione del processo di internazionalizzazione delle imprese italiane e l'assistenza degli imprenditori nelle loro attività all'estero, mediante la partecipazione alle società estere partecipate da imprese italiane (cosiddetta «joint venture») ovvero ai consorzi che prestano servizi alle imprese, nonché l'offerta di servizi di assistenza e consulenza e la concessione di garanzie a favore delle imprese presso gli intermediari finanziari.

      La SACE Spa è una società per azioni, interamente posseduta dal Ministero dell'economia e delle finanze, che opera come Export Credit Agency (ECA); la sua attività si concentra maggiormente sul credito all'esportazione e sull'assicurazione del credito per le aziende che avviano processi di internazionalizzazione e, di recente, ha cominciato a operare anche nel settore del cosiddetto «factoring».

Il trasferimento di queste due società sotto la gestione «centralizzata» della Cassa depositi e prestiti Spa costituisce, ad avviso dei proponenti, un importante inizio nel senso di una razionalizzazione anche dell'attività dei protagonisti delle politiche per l'internazionalizzazione, al quale va, tuttavia, aggiunto un ulteriore tassello di estrema importanza: l'ICE – Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane.

Come noto, dopo la sua soppressione, nel luglio dello scorso anno, l'ex Istituto per il commercio estero ha di recente trovato una nuova forma in veste di Agenzia. Non ci soffermeremo qui su tutte le critiche che sono state già mosse alla costituenda Agenzia (e neanche sulla complessità delle vicende che hanno portato alla sua istituzione) ma citeremo solo quella – sollevata da più parti – relativa all'esiguità delle risorse ad essa attribuite. Appare quindi ancora più urgente, oltre che di evidente logica in un quadro di maggiore coordinamento tra gli attori istituzionali dei processi di internazionalizzazione, prevedere il passaggio della stessa alla SIMEST Spa, per essere poi, con essa, assorbita dalla Cassa depositi e prestiti Spa.

La nuova Agenzia, come prima l'Istituto, ha il compito di sviluppare, agevolare e promuovere i rapporti economici e commerciali italiani con l'estero, con particolare attenzione alle esigenze delle piccole e medie imprese, dei loro consorzi e raggruppamenti; opera al fine di sviluppare l'internazionalizzazione delle nostre imprese, nonché la commercializzazione dei beni e dei servizi italiani nei mercati internazionali e di promuovere l'immagine del prodotto italiano nel mondo. L'Agenzia mette in atto tutte le attività di studio, di consulenza e di programmazione necessarie a elaborare una visione strategica che possa guidare le singole attività di internazionalizzazione. Una visione strategica da realizzare in un quadro di coordinamento istituzionale, nel quale è doveroso ragionare in una logica di programmi pluriennali, di individuazione di priorità del Paese in termini di aree geografiche, in termini di attività promozionali, all'interno dei budget finanziari, e, non ultimo, per effettuare un monitoraggio che possa supportare gli enti finanziatori delle attività di internazionalizzazione a distinguere tra queste ultime e quelle invece finalizzate alla delocalizzazione da parte di aziende.

      L'unificazione, in sostanza, della SIMEST Spa, della SACE Spa e dell'ICE – Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane permette di ricondurre all'interno di un unico centro decisionale sia l'attività di analisi, sia l'attività di spesa, con gli evidenti vantaggi, in termini di margine di operatività, che ne conseguono. Questo schema consente di garantire alle nostre imprese sia quell'efficacia delle azioni per l'internazionalizzazione di cui hanno necessità, sia uno stimolo nei confronti di quelle che ambiscono ad insediarsi nei mercati e nelle migliori aree produttive del mondo. In termini di produttività del sistema Paese a livello nazionale, invece, la nuova struttura dovrà essere in grado di condurre azioni mirate all'attrazione di investimenti stranieri sul nostro territorio.

Una politica efficace di supporto all'internazionalizzazione richiede anzitutto una strategia chiara, di largo respiro, e un disegno d'insieme coerente, un disegno che non può, come invece è avvenuto soprattutto negli ultimi anni, risultare passivamente dall'assemblaggio ex post di interventi spot concepiti da singoli soggetti, in un contesto normativo e istituzionale frammentato e disorganico; le competenze esistenti devono essere quindi sempre più raccordate e razionalizzate in capo al minor numero possibile di attori e va rafforzato il coordinamento di tali competenze con quelle in materia di assicurazione dei crediti esteri e di sostegno finanziario agli investimenti all'estero.

      La presente proposta di legge si compone di due articoli: il primo prevede la soppressione dell'ICE – Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane e il trasferimento delle sue funzioni e risorse alla SIMEST Spa. L'articolo 2 dispone l'entrata in vigore della legge il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, al fine di abbreviare i tempi per l'emanazione dei necessari decreti ministeriali; l'Agenzia deve, infatti, essere assorbita dalla SIMEST Spa prima che questa, a sua volta, passi alla Cassa depositi e prestiti Spa.

PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.

(Soppressione dell'ICE – Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane)

      1. L'ICE – Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane, di cui all'articolo 14 del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111, e successive modificazioni, è soppressa. Al fine di razionalizzare le attività volte a sviluppare i processi di internazionalizzazione delle imprese italiane le funzioni già svolte dall'ICE – Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane sono attribuite alla Società italiana per le imprese all'estero (SIMEST) Spa.

      2. Con uno o più decreti del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione, sentito il Ministro degli affari esteri, da emanare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, è disposto il trasferimento delle funzioni e delle risorse umane, strumentali e finanziarie dell'ICE – Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane alla SIMEST Spa.

Art. 2.

(Entrata in vigore)

      1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.Â